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Politica
Romano Prodi: "Sciogliere il Pd sarebbe un suicidio. Va riformato"

Romano Prodi: "Sciogliere il Pd sarebbe un suicidio"

Romano Prodi espone la sua idea su come rinnovare il Pd in modo radicale: non vuole assolutamente sciogliere il partito, anche perchè afferma di non avere ancora "volontà suicida". 

Pd: il cambiamento da applicare secondo Prodi

L'ex presidente della commisione Ue in un'intervista a Repubblica spiega di aver speso tutta la sua vita politica per riunire le culture del riformismo: "Il Pd va cambiato, dinamizzato, proiettato, ma scioglierlo sarebbe come ripudiare la mia vita, una specie di suicidio, e non ho ancora una volontà suicida".

"Il cambiamento - aggiunge - deve essere radicale perché i rapporti con il Paese si sono ristretti molto, vanno ricostituiti. Qui bisogna ricominciare a parlare con la gente delle cose che si discutono a tavola, quindici o venti argomenti: dagli adolescenti alla droga, al lavoro, alla salute, alla ricerca. Ogni settimana venti persone ma non solo del Pd, anche esperti, ne discutono in rete con decine di migliaia di cittadini. Al sabato il segretario dem o chi per lui va di presenza in una città e ne fa una sintesi, a Milano se si dibatte di finanza, a Padova se di volontari. Dopo si fa il congresso sui nomi per la guida del Pd. E’ una utopia? Sì, ma questo si fa se si vuole rifare un partito. Prima di eleggere un segretario bisogna comporre una linea politica".

Prodi: "In Italia fenomeni politici che durano poco"

Prodi si espone anche sulle falle del Pd: "Non sono una maestra con la penna rossa e blu, ma quando vedo la poca durata dei segretari, il gioco del vertice che ha attirato tutta l’attenzione, penso che lì è avvenuto un distacco. Il Pd sui media sembra l’unico partito anti democratico... ma è folle, è l’unico partito. Però la crisi dei partiti tradizionali ha portato in Italia a una situazione unica. I miei amici stranieri mi chiedono: come mai voi avete dei fenomeni, avete 'rising star', le stelle nascenti che poi esplodono? Renzi, la Lega, Salvini, i 5Stelle, Giorgia Meloni ora, fenomeni che in pochi anni crescono. Poi scoppiano. E questo riguarda la cultura del nostro Paese, perciò è da ricostruire il legame di politica comune che vada in profondità e non lo si può fare con prevalenza di cattolici né di comunisti, bensì mettendo insieme i diversi riformismi con un programma riformista. E poi ci vuole una legge elettorale che non induca in tentazione coloro che detengono il potere, ora decidono loro chi deve diventare parlamentare. Io sono per il doppio turno alla francese, che può ricomporre l’Italia". 

Prodi sul futuro governo Meloni: "Sono molto preoccupato"

Prodi parla, infine, delle elezioni che hanno avuto luogo lo scorso 25 settembre: "Se Enrico (Letta) avesse avuto più tempo sarebbe stato convincente. Io in un mese non ce l'avrei fatta. Ci sono diversi modi di comunicare, i sentimenti mediati fanno più fatica ad arrivare, ma poi arrivano". Sul futuro governo, conclude: "Sono molto preoccupato". 

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