Quando Luciana Castellina studiava con la figlia del Duce - Affaritaliani.it

Politica

Quando Luciana Castellina studiava con la figlia del Duce

Di Giuseppe Vatinno

Il caso dell’intellettuale proto-fascista

Nell’intervista non manca una certa criticità estetica che fa tanto radical – chic e alla domanda se vedeva Mussolini risponde: «Donna Rachele più spesso ma anche lui, qualche volta. Girava per questa villa che dentro era bruttissima, sembrava un magazzino». Insomma gli sputtana, con rispetto parlando, la villa che frequentava e certamente allora doveva aver apprezzato.

E poi l’illuminazione verso il Sol dell’Avvenir, anche se involontaria perché la Castellina pensava di manifestare per la causa nazionalista fascista, come ci spiega colta da una allure di affettata ingenuità:

«Nove giorni dopo la Liberazione partecipai con i compagni di scuola a una manifestazione per Trieste italiana. Quelli del Pci ci picchiarono di santa ragione e non capivo il perché. Scoprii solo dopo che era una manifestazione organizzata da un gruppetto di neofascisti, che poi diedero l’assalto alla sede del Pci. Respinto l’assalto, dalla direzione del Pci venne fuori un certo Jacchia, che fece un comizio sulla pulizia etnica nei confronti degli sloveni. Il giorno dopo andai a scuola e cercai questi comunisti».

La sua carriera nella sinistra estrema è poi nota come l’adesione totale ed acritica al marxismo- leninismo col suo rapporto con il Manifesto. Fu anche Deputata per Democrazia Proletaria, lei figlia della Roma bene. Peccati di gioventù, si dirà, che però commisero in tanti. Tuttavia per il gran popolo della sinistra sono cose che lasciano l’amaro in bocca. Come diceva Flaubert, non bisogna avvicinarsi troppo agli idoli, per non rovinarne la doratura con un tocco maldestro e qualche volta –aggiungiamo noi- gli idoli si rovinano da soli.