Politica
Quirinale e nuova fiducia (non sul dl Aiuti), così Draghi esce dal cul de sac

Mattarella, che il voto anticipato non lo vuole, rinvierà Draghi alle Camere per verificare se ha o meno la fiducia (ma non sul dl Aiuti)
Non a caso ieri, sia lui che Meloni, hanno chiesto elezioni anticipate nel caso oggi il M5S non votasse la fiducia. Medesima posizione ha espresso Letta, che ha parlato di elezioni anticipate nel caso in cui il M5S oggi uscisse dall’aula. Il più tiepido è stato Berlusconi, che ha aperto ad una maggioranza senza il M5S ma allo stesso tempo si è detto pronto nel caso vi fossero elezioni.
Crediamo tuttavia che le elezioni anticipate non ci saranno. Proviamo a fare un esperimento logico. Oggi il M5S esce dall’aula e Draghi stasera, registrando il fatto politico, si reca al Quirinale per rassegnare le dimissioni nelle mani del Capo dello Stato. E’ chiaro a quel punto che Mattarella, che il voto anticipato non lo vuole, rinvierà Draghi alle Camere per verificare se ha o meno la fiducia (la prassi in questi casi prevede che non si possa negare al premier la facoltà di verificare la maggioranza in Parlamento).
A quel punto è altamente probabile che il M5S voti la fiducia su un discorso programmatico di Draghi che si impegna ad accogliere i punti principali della politica pentastellata. Le elezioni anticipate ci saranno solo in un caso, cioè se Draghi si impuntasse e presentasse dimissioni irrevocabili, cioè rifiutando la facoltà offertagli da Mattarella di tornare alle Camere per una verifica sulla maggioranza. Riteniamo tuttavia improbabile uno strappo del genere tra il Presidente del consiglio e il Presidente della Repubblica.
Il dato di fatto saliente è ancora una volta quello che, quando si parla di elezioni anticipate, parte a tamburo battente la solfa dei media sull’emergenza: pandemica, bellica, energetica, economica, finanziaria e chi più ne ha più ne metta. Quando invece le elezioni dovrebbero essere, in un Paese democratico, la normalità. In un Paese democratico.