Politica
Quirinale, Meloni: "Patriota senza compromessi". Occhi sul tavolo di Salvini

"Vogliamo lavorare per la madre di tutte le riforme: uscire dal pantano della Repubblica Parlamentare ed entrare in quella Presidenziale", dice la leader di Fdi
Ora, annuncia Meloni, è il momento di avviare un processo di apertura: "Non parlo di un nuovo partito", si affretta a sottolineare Meloni. "Abbiamo partecipato alla crescita del fronte dell'Ecr con il nostro lavoro appassionato. Quarantacinque partiti in tutto il mondo, cinque anni fa, hanno deciso di affidare a noi questo lavoro. Dobbiamo aprire la nostra casa ad altre culture che come noi sono su questo fronte. Fratelli d'Italia ha la legittima aspirazione a guidare il fronte conservatore, abbiamo bisogno disperato di dare coraggio e voce a queste persone. E' arrivato il momento di essere ancora piu' inclusivi. Lasciamo ad altri i salotti, noi questo progetto lo vogliamo costruire fra la gente, nelle periferie, nelle fabbriche, nelle scuole e nelle universita', dall'ultimo consiglio nei quartieri, in cento e piu' campi di battaglia. Dando voce a chi non si rassegna al declino di questa nazione".
Le reazioni politiche alla formazione di un centrodestra alternativo alle ipotesi di "grande centro"
Parole che suscitano l'immediato interesse a chi preme per rimettere insieme un centrodestra alternativo alle ipotesi di "grande centro". "Trovo appropriate e intelligenti le parole odierne di Giorgia Meloni sul campo conservatore", dice Gianfranco Rotondi, vice presidente del gruppo di Forza Italia alla Camera: "Giorgia si intesta e guida con autorevolezza una grande famiglia politica europea. Ora tocca a noi popolari battere un colpo. Penso", aggiunge Rotondi, "che in Italia dobbiamo riorganizzare il nostro campo,e rapportarci costruttivamente col lavoro che stanno svolgendo gli amici di 'Fratelli d'Italia'. Una alleanza di popolari e conservatori puo' essere la base culturale del partito unitario del centrodestra sognato da Silvio Berlusconi".
Il nome di Silvio Berlusconi, alla luce del profilo disegnato da Meloni, potrebbe mettere d'accordo questo centrodestra ricompattato? A sentire Antonio Tajani parrebbe di si': "Il centrodestra ha gia' fatto capire che sara' unito sul voto del presidente della Repubblica. Io credo che Berlusconi sarebbe uno straordinario presidente della Repubblica, con Draghi presidente del consiglio sarebbe una garanzia per l'Italia. Questa sarebbe la scelta piu' giusta per il nostro Paese".
Viste queste premesse, sembra remota l'idea di un capo dello stato eletto a larga maggioranza. Anche perche' l'incrocio di veti fra le forze politiche. Intervenuto alla trasmissione Il caffè della domenica su Radio 24, il ministro Stefano Patuanelli torna a respingere l'idea che Silvio Berlusconi possa essere eletto con i voti del M5s: "Lo escludo categoricamente", dice Patuanelli tornando sulle parole di Giuseppe Conte che ha definito Berlusconi "protagonista della politica degli ultimi trent'anni".
Per il ministro M5s, "è assolutamente impossibile che M5s lo voti". All'ipotesi di un 'tavolo', d'altra parte, non crede nemmeno un deputato di lungo corso come Osvaldo Napoli: "I protagonisti della partita si sono fin qui impiccati ai nomi di possibili candidati, senza mai discutere del metodo per arrivare all'elezione. Senza un metodo, cioe' senza un accordo politico capace di separare il Quirinale dal destino della legislatura che deve proseguire, sara' difficile che da quel tavolo esca una convergenza su un nome".