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Politica
Meloni premier, rivoluzione in casa Rai. Chi sale e chi scende. Tutti i nomi
 Giorgia Meloni e Cavallo di viale Mazzini 

Conduttori, piaccono Infante, Arrigoni, Ossini, Poletti e...


Di Sempione Mazzini
La voce della coscienza in casa Rai


La vera campagna elettorale è scoppiata all'interno di viale Mazzini. Da una parte c'è chi pensa al 25 settembre, ovvero il PD: la sinistra di lotta e salotto (mediatico) ha già anticipato la messa in onda del programma di Lucia Annunziata e fatto scaldare l'ex direttore dell'Espresso Marco Damilano, gli ex ministri dem si fanno fotografare con i consiglieri del Cda Rai in quota Pd, la direttrice del Tg1 Monica Maggiorni ha in agenda tante di quelle maratone da far impallidire Mentana.

Dall'altra parte, la galassia giornalistica e dirigenziale di centrodestra guarda con trepida attesa alla formazione di un probabile Governo a guida Meloni. Il primo a tornare al fronte sarà Giampaolo Rossi, ex plenipotenziario consigliere di amministrazione e deus ex machina della lottizzazione di viale Mazzini in ottica Fratelli d'Italia. Dietro le quinte spazio per il giornalista-filosofo Alessandro Giuli, stimatissimo da Giorgia Meloni, che dovrà far dimenticare il flop del 2020 quando, appoggiato proprio da Rossi, esordì su RaiDue con Seconda Linea, facendo registrare una media del 2%. L'anno successivo Vitalia non andò meglio.

Chi ha grandi prospettive è il direttore del Tg2, Gennaro Sangiuliano: sempre che non si apra per lui una strada da ministro alla Cultura, il giornalista amico di Meloni e Salvini verrebbe sicuramente proiettato al Tg1 al posto di Monica Maggioni. Al Tg2, in ottica più leghista, potrebbero arrivare Luciano Ghelfi, quirinalista con i piedi a Pontida, o Paolo Corsini, attuale vicedirettore di RaiDue.

Antonio Di Bella, voluto da Forza Italia, resterebbe alla guida della direzione orizzontale degli Approfondimenti, mentre tornerebbe in auge Francesco Giorgino, con un programma in prima serata (non impossibile, ma difficile una sua vicedirezione sotto Sangiuliano) e un occhio alla direzione del prime time ora in mano al dem Stefano Coletta. Come da tradizione al PD resterebbe la consolazione di RaiTre e Tg3 (oltre ai Rai Cinema), mentre nulla cambierebbe ai Tg Regionali con l'accoppiata Casarin-Pacchetti.

Alla guida del comparto Radio, sempre che non le venga proposta una direzione di genere più strategica (prime time?) la stimatissima Angela Mariella. Anche Teresa De Santis, la vera ideatrice del Sanremo di Fiorello, potrebbe tornare in prima linea dopo l'esperienza ombra in Raicom. Per raccontare il territorio, la Lega confermerebbe Fabrizio Zappi ai documentari. Ma sulle direzioni di genere, colonizzate dal PD, il lavoro sarà decisamente più intenso.

Tra i conduttori che piacciono al centrodestra Milo Infante, Simona Arrigoni, Massimiliano Ossini, Roberto Poletti, Livio Leonardi e Maria Antonietta Spadorcia che, forte del successo del Tg2 Post, potrebbe trovarsi a condurre qualche spazio più importante. E poi ci sono gli esperti del cambio di casacca. Gli ex grillini sono già tornati in pancia al PD, molti altri stanno scegliendo abito e tessera.

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