Politica
Referendum, le posizioni di partiti. Pd spaccato, M5S per 4 SI', Centrodestra (non tutto) per l'astensione. Calenda e Renzi...
L'8 e il 9 giugno al voto: cosa dicono le forze politiche

Referendum cittadinanza, il Jobs Act, l’indennità di licenziamento nelle piccole imprese, i contratti di lavoro a termine e la responsabilità solidale negli appalti
Ormai ci siamo. Domenica 8 e lunedì 9 giugno si vota per i cinque referendum abrogativi che affrontano tematiche come la cittadinanza, il Jobs Act, l’indennità di licenziamento nelle piccole imprese, i contratti di lavoro a termine e la responsabilità solidale negli appalti.
Vediamo la posizione dei partiti sui referendum, molto variegata.
Il Partito Democratico di Elly Schlein, sostiene fermamente i cinque quesiti referendari. La segretaria Schlein ha evidenziato la necessità di abrogare norme che hanno aumentato la precarietà nel mercato del lavoro, puntando in particolare a smantellare alcune disposizioni del Jobs Act, che ha suscitato critiche per aver reso il lavoro più instabile. La segretaria ha invitato i cittadini a partecipare attivamente al voto, sottolineando l’importanza di affrontare temi cruciali come la cittadinanza, un diritto fondamentale per molti. Nel Pd però c'è una folta minoranza riformista, da Lorenzo Guerini a Pina Picierno passando per Giorgio Gori e Lia Quartapelle (solo per fare alcuni nomi ma sono tanti a non essere d'accordo con Schlein), che invita a votare due NO ai referendum sul Jobs Act renziano, proprio per non smentire la storia del Pd e non inseguire la CGIL di Maurizio Landini. Pd, quindi, formalmente per cinque SI' ma di fatto spaccato.
Il Movimento 5 Stelle ha espresso un forte appoggio per quattro dei cinque quesiti, con il leader Giuseppe Conte che ha manifestato preoccupazione per la crescente precarietà lavorativa e la mancanza di tutele. Conte ha dichiarato che voterà SI' anche sul quesito riguardante la cittadinanza, pur lasciando libertà di scelta ai suoi elettori su questo punto, evidenziando la pluralità di opinioni all’interno del movimento.
La maggioranza di Centrodestra ha adottato una posizione unitaria, invitando all’astensione. Fratelli d’Italia ha comunicato che non votare rappresenta una forma di opposizione a un’iniziativa considerata strumentale dalla sinistra. La premier Giorgia Meloni andrà ai seggi senza ritirare le schede, di fatto equivale ad astenersi. Anche Forza Italia, tramite il vicepremier Antonio Tajani, ha confermato questa linea, sostenendo che il mancato raggiungimento del quorum sarebbe interpretato come un rifiuto delle proposte referendarie. Questa strategia mira a invalidare il referendum di giugno 2025, dimostrando una chiara volontà di non alimentare un dibattito che potrebbe mettere in discussione le attuali leggi sul lavoro. Anche la Lega invita a non recarsi alle urne.
Un’eccezione all’interno del Centrodestra è rappresentata da Noi Moderati e dall'Udc che hanno dichiarato l’intenzione di votare NO su tutti i quesiti, partecipando attivamente al voto e differenziandosi dalla linea più rigida degli alleati.
Italia Viva di Matteo Renzi ha preso una posizione di dissenso nei confronti dei quesiti referendari, criticandoli come espressione di una visione ideologica piuttosto che una proposta risolutiva. Renzi ha affermato che, anche in caso di vittoria del SI', non si potrebbe tornare allo Statuto dei lavoratori nella sua forma originaria. Tuttavia, ha espresso il proprio SI' al quesito sulla cittadinanza, riconoscendo l’importanza di questo tema.
Dall’altra parte, Azione, guidata da Carlo Calenda, ha scelto di votare NO sui quesiti relativi al lavoro, sostenendo SI' sulla questione della cittadinanza. Questa posizione rivela una certa critica nei confronti delle proposte referendarie, sebbene ci sia una differenza di approccio rispetto a Italia Viva.
PiùEuropa ha annunciato il proprio sostegno a due quesiti: quello sulla cittadinanza e quello relativo alla sicurezza nei luoghi di lavoro, mentre per gli altri tre quesiti si pronuncerà con un NO. Questa scelta riflette una posizione equilibrata, riconoscendo l’importanza di alcuni temi ma esprimendo riserve su altri aspetti delle proposte referendarie.
Alleanza Verdi e Sinistra sostiene tutti e cinque i quesiti, invitando i cittadini a votare SI' senza esitazioni. Questa posizione rappresenta un forte impegno per i diritti dei lavoratori e per una giustizia sociale più equa, evidenziando una visione progressista e orientata al cambiamento.
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