Politica
Renzi chiude con la sinistra. Verso la fusione con Alfano e Verdini

Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Il messaggio politico principale della conferenza stampa di fine anno del presidente del Consiglio è la blindatura della legge elettorale. Renzi ha detto senza mezzi termini che l'Italicum "è stata l'operazione parlamentare più difficile di quest'anno perché era tutt'altro che semplice. È stato un capolavoro". Parole inequivocali che troncano tutte le ipotesi di una modifica per introdurre il premio alla coalizione e non alla prima lista. La conseguenza è chiara: nessun accordo alle Politiche con Sinistra Italiana di Sel, Fassina, Civati, D'Attorre e soprattutto ingresso nel Pd - che a questo punto potrebbe davvero trasformarsi in Partito della Nazione - dell'Ncd-Area Popolare di Alfano, di Scelta Civica di Zanetti e dell'Ala di Verdini (oltre che di quello che resta dell'Italia dei Valori). A conferma di questo scenario anche le parole del premier sulle prossime elezioni politiche: "Non sono terrorizzato" dai sondaggi. E ancora: "Nel 2018 vinciamo al primo turno: liberi di non crederci e liberi gli italiani di cambiare idea" fino ad allora. "Io ho preso un partito che aveva preso il 25% alle elezioni non dimenticatelo e preferisco un Pd al 40% nei risultati elettorali e ben oltre il 30% nei sondaggi a un Pd del 25% - ha ricordato il premier -. Una delle cose che più mi fa sorridere è il ritratto che spesso i giornali fanno di me ossessionato dai sondaggi. Le prime settimane che ero a Palazzo Chigi li guardavo, ma da marzo 2014 io guardo i dati dell'aumento della grande distribuzione, cioè quanto gli italiani tornano a spendere, a me interessa questo non i sondaggi". In altre parole: l'Italicum non si tocca, resta il premio alla lista, e Renzi punta a bissare nel 2018 il dato delle Europee e quindi ha superare al primo turno il 40%. Questa svolta del premier complica la strategia del Centrodestra che insieme (Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia) viaggia nei sondaggi oltre il 30% ma il cammino verso una lista unitaria è molto complesso e articolato. Dall'altro lato il M5S potrebbe giocare un ruolo chiave cercando di costringere il Pd al ballottaggio, arrivando secondo, per poi sperare nel colpaccio con i voti della Lega. Ma il leader democratico è sicuro che alla fine la maggioranza degli italiani sceglierà la continuità e non i pentastellati. Staremo a vedere...