Politica
Renzi sempre più in difficoltà. Nuovi rumor sul ritorno al voto

Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
"Il governo scricchiola. Le cose non stanno andando bene, ci sono troppi problemi e tutto può accadere". Con queste parole un parlamentare del Partito Democratico dietro l'anonimato descrive all'attuale situazione di difficoltà per il presidente del Consiglio. Matteo Renzi, forse, non aveva fatto i conti e di certo non si aspettava tutta una serie di grane che stanno frenando l'azione dell'esecutivo. Mafia Capitale inevitabilmente indebolisce il Pd. L'emergenza immigrati sta esplodendo e i sondaggi lo dimostrano. Le tensioni con l'Ncd sul caso Azzollini mettono a rischio la tenuta della maggioranza. Il tutto all'indomani delle Regionali, con la sinistra Pd in fermento, e alla vigilia dei delicatissimi ballottaggi di questa domenica in molti Comuni. E se per caso dalle urne dovesse arrivare un'altra mazzata per i Democratici la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare per il premier. Gli occhi sono puntati soprattutto sulla sfida di Venezia (ma non solo). Anche il quadro economico non aiuta.
La produzione industriale è tornata a scendere, segno che forse il Pil non sarà così positivo come il governo sperava mesi fa. In più ci sono i soldi da trovare per coprire la bocciatura della reverse charge e la spending review ancora in alto mare con l'incubo dell'incremento dell'Iva dal primo gennaio 2016 (clausole di salvaguardia). Il contesto politico è complicato. A Palazzo Madama i numeri per Renzi sono sempre più risicati. Anche se i verdiniani lasciassero davvero Forza Italia per appoggiare la maggioranza il premier potrebbe perdere una fetta consistente della minoranza dem, causa spostamento verso centrodestra degli equilibri. Al di là delle geometrie politiche, Renzi è stanco di dover mediare continuamente. Con la sinistra Pd, con Alfano, con ex montiani...
Il troppo stroppia, dicono al Nazareno. E non appena il premier dovesse rendersi conto che l'azione riformatrice del governo venisse offuscata o frenata dalle lite tra partiti e nel Pd potrebbe davvero forzare la mano e chiedere il ritorno immediato alle urne. "Non si arriva al 2018. Questo è chiaro", dicono i deputati dem in Transatlantico. Forse le elezioni in autunno sono difficili da prevedere, ma la primavera del prossimo anno appare ormai come l'ipotesi più probabile per le Politiche. Al voto con l'Italicum prima che il Centrodestra possa riorganizzarsi, trasformando le elezioni in un referendum su stesso per tentare di vincere e governare senza dover mediare ogni giorno. Questo sarebbe il piano di Renzi. Molto dipende dal secondo turno delle Amministrative di domenica e da molte partite aperte in Parlamento (dalle riforme istituzionali alla scuola passando per il voto sull'arresto di Azzollini).