Politica
Elezioni politiche con l'Italicum? A Renzi soltanto 221 'fedelissimi'

Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Matteo Renzi ha voluto con forza l'Italicum, la nuova legge elettorale che assegna il premio di maggioranza al primo partito e non alla coalizione. Ma siamo davvero sicuri che, in caso di vittoria (o al primo turno, difficile, o al ballottaggio) il leader del Pd potrà governare serenamente e senza dover scendere a compromessi? E' del tutto evidente che se non ci sarà una modifica dell'Italicum, esclusa a più riprese sia dal premier e sia dal ministro Boschi, Renzi dovrà andare alle urne includendo nelle liste democratiche sia la minoranza di Bersani, Cuperlo e Speranza sia i centristi di Ala, Area Popolare e Scelta Civica.
Nonostante le smentite ufficiali, Verdini, Alfano e gli ex montiani da soli avrebbero pochissime chance di rientrare in Parlamento (monocamerale se gli italiani voteranno sì al referendum del prossimo ottobre) e al presidente del Consiglio farà comodo costituire una sorta di coalizione dentro il Pd per non perdere voti a sinistra (con la minoranza in lista) e per tentare di conquistare voti moderati di centro (con Verdini e Alfano all'interno). Il problema è che il premier non può dare le "briciole" ai suoi alleati di sinistra e di centro.
Infatti - stando ad indiscrezioni raccolte da Affaritaliani.it - ci sarebbe già uno schema su come ridistribuire i pesi nelle liste dem quando si voterà con l'Italicum (probabilmente all'inizio del 2017). Il 15% di candidati sarà assegnato alla sinistra Pd, ovvero 51 parlamentari in caso di vittoria (il premio di maggioranza è di 340 deputati). L'8% verrà diviso tra il gruppo Ala e Area Popolare (Ncd-Udc) quindi rispettivamente 27 parlamentari a testa per verdiniani e alfaniani. Il 4%, invece, sarà occupato dagli ex montiani di Scelta Civica, che fanno riferimento al sottosegretario all'Economia Enrico Zanetti, ovvero 14 deputati.
Ai renziani doc, compresi i Giovani Turchi di Matteo Orfini (presidente del Pd) resterà il 65% dei candidati in lista, ovviamente la maggioranza assoluta, ma che si traduce in 221 seggi. E' evidente che Renzi avrà bisogno sia dei centristi sia della minoranza interna per poter governare. Sulla carta, numeri alla mano, l'unico gruppo che risulterebbe ininfluente è quello di Scelta Civica anche se senza i 14 deputati ex montiani la maggioranza sarebbe risicatissima. In sostanza per Renzi non cambierà molto e anche dopo il voto dovrà continuare a trattare per far approvare i provvedimenti in Parlamento.