Politica
Renzi o Salvini, tanto siamo uno degli ultimi vagoni

Di Adriana Santacroce
Ci ha provato Berlusconi a invocare il partito Repubblicano da contrapporre a quello di Renzi. Ci prova Tosi che, in un Veneto spaccato tra Zaia e Renzi, fa il terzo incomodo con poche speranze. E ci prova Fitto, che con coraggio e determinazione, cerca un'alternativa conservatrice allo stesso Berlusconi, fino all'altro ieri appiattito su Renzi e corresponsabile di quel pasticcio che è l'Italicum. Tutto questo sulle ceneri di Forza Italia. Operazioni nominalistiche, tutte convinte per carità, ma con una base elettorale per ora esigua e appoggiate su programmi non chiari.
Al momento l'unica vera alternativa a Renzi è Salvini. Ho già scritto e ribadisco che finché il leader della Lega urla di uscire dall'euro e di mettere le tasse per tutti al 15% raggiunge il consenso degli arrabbiati, che sono tanti, ma rende ancora più solida la posizione del premier. La borghesia che votava Berlusconi ora vota Renzi e non andrà mai da Salvini che non può fare da riferimento a quella classe media che vuol solo essere rassicurata e non spaventata. Gli insulti e gli scontri di piazza, che lo vedono protagonista in questi giorni, sono un altro sintomo di come la sua posizione si radicalizzi sempre più. E, di conseguenza, interessi sempre e solo a quei delusi, magari anche un po' irresponsabili, pronti ad affidarsi alle sue promesse dirompenti. Certo, con l'Italicum il secondo partito ormai se la gioca. E a questo punto per la 'medaglia d'argento' ci sono due contendenti. Il M5S e, appunto, la Lega. Ma occorrerebbe che la rabbia montasse ancora perché uno di questi due partiti diventasse maggioritario. Ma qualche pallido segnale, invece, ci dice il contrario. Un po' di ripresa c'è.
E quindi? Siamo condannati a morire renziani? Lo spazio per una Destra conservatrice c'è, senza dubbio. Ma va compreso che, sic stantibus rebus, il governo italiano, di qualsiasi colore sia, non potrà fare molto diversamente da quel che fa oggi. L'Italia si trova ad essere un vagone di un treno la cui locomotiva non è qui. E poco importa se il controllore del nostro vagone si chiami Renzi, Fitto o Tosi. Le decisioni importanti vengono prese altrove e lo dimostra la continuità tra le politiche di Monti, Letta e Renzi. Certo, cambia l'immagine, il piglio, qualche legge qua e là. Il consenso che varia a seconda del carisma e delle mosse strategiche. Ma il succo, come il rapporto tra deficit e pil, il pareggio di bilancio che si avvicina, o il lavoro che si svaluta sempre di più, quelli non cambiano. Cosa potrebbe fare un governo conservatore al posto di Renzi? Abbasserebbe un po' le tasse. Forse. Probabilmente non farebbe le coppie di fatto (sempre che Il presidente del consiglio le faccia), ma avrebbe realizzato lo stesso jobsact e cercato di introdurre il merito e il preside più autonomo nella scuola proprio come il segretario del Pd.
Quindi questo dannarsi per cercare un'alternativa a Renzi che non sia Salvini è encomiabile per la Destra moderata italiana ma mi sembra abbastanza sterile finché ci troviamo nel contesto europeo in cui siamo. Non solo. Io credo che anche gli stessi Salvini e Grillo, se dovessero un giorno, grazie anche alla straordinaria opportunità che gli concede l'Italicum, vincere le elezioni, non potrebbero fare granché. Guardiamo come sta andando a finire la vicenda di Tsipras in Grecia. Tante promesse per far finire l'austerità. Ma se mamma Europa non è d'accordo tutto quello che dice il leader greco scoppia come una bolla di sapone.
Certo, noi non siamo la Grecia. Abbiamo industrie, idee e un grosso patrimonio privato. Qualcosa di meglio si può fare. Qualcosa, appunto. Ma vendere l'illusione di poter cambiare tutto, di far uscire il Paese da una congiuntura che ormai è strutturale in Europa e diventare improvvisamente ricchi e felici serve a raccoglier voti ma non è supportato da alcuna reale possibilità. Competiamo con mondi dove gli operai lavorano 15 ore al giorno per 3 euro all'ora. Dove vogliamo andare? Ci avviciniamo velocemente a modelli di stato dove il lavoro sarà sempre più precario e sottopagato perché solo in questo modo riusciremo ad essere competitivi. Le alternative a Renzi dovrebbero, con realismo, partire da qui. Tagliare la spesa pubblica e abbassare il carico fiscale. Per riuscire ad adattare la società a stipendi sempre più bassi. Tentativi di soluzioni concrete, insomma. Senza spararle grosse o fare demagogia. Che già la situazione è difficile. Ci mancano solo altri venditori di fumo.
@AdriSantacroce