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Politica
Riforma Giustizia Cartabia, Socci (Cassazione): "Non si può processare a vita"

Lei quindi vede la proposta Cartabia come un buon punto di partenza, giusto?

Certo, perché la Cartabia esprime gli equilibri di un governo formato da forze politiche eterogenee e metterle d'accordo non è facile ma sulla giustizia bisogna trovare un'unità. Si discute molto sui tempi della prescrizione soprattutto sulla improcedibilità nel processo d'Appello e in Cassazione. Sulla Cassazione un anno ci può stare. Per la questione dell'Appello ci sono delle Corti d'Appello che in due anni non ce la fanno, per problemi di organizzazione, arretrati, problemi di criminalità. Possiamo prorogare gli anni in attesa che tutto vada a regime mah...

Mah?

Il problema è questo: con la riforma Bonafede dopo la sentenza di primo grado è tutto imprescrittibile

I processi sono a vita...

Esatto e non è accettabile. C'è da dire questo: quando c'è una scadenza tutti ci si organizza per rispettarla… quella scadenza. Se non c'è scadenza si prende sempre un po' di tempo e questo vale per tutte le cose della vita

...si prende tempo e dura tutta la vita. Ma c'è di mezzo l’esistenza delle persone che non possono stare sotto processo tutta la vita o no?

Giusto. La riforma Cartabia risponde ai parametri del giusto processo e ai tempi che ci dà la Corte europea dei diritti dell'uomo e alla legge Pinto. Il processo dopo quei termini diventa già illecito ai sensi della legge Pinto, altrimenti la durata sarebbe irragionevole. Possiamo discuterne e allungare i termini ma ritornare alla riforma Bonafede con l'imprescrittibilità a vita... no! L'imprescrittibilità esiste in altri ordinamenti, ad esempio in Germania però in Germania il processo dura poco e quindi ha un senso. Bisogna capire che questa riforma va a compensare la riforma Bonafede, dove resta l'imprescrittibilità dopo il primo grado di giudizio

Non aveva più senso ragionare sulla durata della prescrizione in relazione alla gravità della pena?

Questa era la vecchia prescrizione, prima della riforma Bonafede che ha escluso qualsiasi prescrizione dopo la sentenza di primo grado. O si torna a prima, dove la sentenza di primo grado è uguale a tutte le altre e quindi i termini di prescrizione sono in relazione alla gravità del reato, oppure se vogliamo mantenere parte della riforma Bonafede un certo limite alla durata degli Appelli e dei ricorsi in Cassazione dobbiamo pure metterli

Come ne usciamo?

Dobbiamo spostare il nostro angolo visuale dalla punizione del reo, dove dietro c'è sempre un certo giustizialismo, alla tutela delle persone innocenti perché i processi possono essere fatti anche agli innocenti. L'innocente deve sapere quanto tempo deve stare sotto processo. Anche perché stare sotto processo penale, con la sentenza di primo grado, e vedere non arrivare mai gli altri gradi di giudizio, l'Appello e la Cassazione, per il cittadino è una sofferenza enorme, è deleterio. Stabiliamo un termine ragionevole. Possiamo stabilire che fino a quando la macchina giudiziaria non va a regime ha dei tempi più dilatati per poi riportarla a due anni per l’Appello e uno per la Cassazione

Si può aprire una discussione senza forzare le posizioni delle parti in causa?

Sì, secondo me si può aprire una discussione sul termine anche perché è una riforma con dentro aspetti molto buoni, come un ampliamento dei giudizi speciali, il patteggiamento e l'abbreviato che possono funzionare se le parti sanno che il processo dura poco ed è veloce. Poi tutto è discutibile.

La prescrizione fa parte della nostra cultura e tradizione giuridica. E’ la cultura di un popolo. Noi la prescrizione ce l'abbiamo sempre avuta, l’abbiamo più o meno allungata in relazione alle esigenze politiche, all'impatto emotivo del momento però ce sempre stata. Così come abbiamo come imprescrittibili i reati quali l'omicidio. Quando sono così gravi sono imprescrittibili. Io dico “ragioniamo” perché la riforma Cartabia è un buon punto di partenza.

 

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