Politica
Paolo Romani: "Financial times ha detto un sacco di put... sul nostro paese"
Financial Times contro le Riforme? Paolo Romani attacca l'FT. Poi precisa che...
Paolo Romani: "Financial times ha detto un sacco di put... sul nostro paese"
Le critiche alla Riforme? "Il Financial times ha detto un sacco di put... sul nostro paese. Mi pare che forse questa si l'ennesima. Non è che non sono d'accordo, ma le valutazioni di questo giornale si basano su alcuni corrispondenti che non hanno una valutazione precisa su questo Paese". Lo ha detto il capogruppo del Senato di Forza Italia, Paolo Romani.
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Referendum: Ft boccia riforme, esulta il No ma Si le difende
Dure critica del Financial Times al presidente del Consiglio. Secondo il corrispondente Tony Barber "le riforme di Renzi sono un ponte costituzionale verso il nulla. Cio' di cui l'Italia ha bisogno non sono piu' leggi approvate rapidamente ma leggi migliori e in numero ridotto". Giudizio che giunge a pochi mesi da una lode e da una stroncatura da parte del quotidiano britannico all'operato del presidente del Consiglio. La bocciatura delle riforme piomba su un dibattito prerefendario gia' al calor bianco e vede le opposizioni leggere nell'articolo una bocciatura a tutto tondo dell'esecutivo e la maggioranza stringersi a difesa di palazzo Chigi. "Non ho dubbi, leggete il Financial Times. Vincera' il No perche' siamo in mano dei bluffisti, a dei giocatori d'azzardo" attacca il leader del Movimento Cinque Stelle, Beppe Grillo. E da Forza Italia il senatore Lucio Malan sintetizza: "come il bambino della favola, il Financial Times ha detto che il re e' nudo". Renato Schifani, incaricato a fondare il comitato del No di Forza Italia, nota come il Ft abbia messo in evidenza "la fragilita' di una riforma, quella costituzionale, che presenta moltissimi difetti e nessun pregio", motivo per cui "dire No al referendum e' un atto di responsabilita' nei confronti degli italiani e del Paese. Per fortuna gli italiani se ne stanno rendendo conto ed i sondaggi ne danno rassicurante conferma". "Una stroncatura senza appello, che suona tanto come la campana a martello per questa riforma e come un avviso di sfratto da Palazzo Chigi per Renzi: il mancato statista fiorentino inizi a fare i bagagli perche' mancano meno di due mesi alla vittoria dei No" e' il giudizio di Roberto Calderoli, Vice Presidente del Senato e Responsabile Organizzazione e Territorio della Lega Nord.
Ma dalla maggioranza si difende Renzi e si ribalta l'accusa. "Forse il giornale della City teme che se l'Italia e l'Europa tornano a crescere, per la Gran Bretagna fuori dall'Ue, sola e isolata dal resto del mondo, non c'e' futuro: non si spiegherebbe altrimenti tanto interesse verso le nostre vicende", afferma Gianfranco Librandi, deputato di Scelta Civica. L'analisi di Barber "e' alquanto superficiale e poco approfondita" taglia corto Gioacchino Alfano, sottosegretario alla Difesa e coordinatore regionale del Nuovo Centrodestra in Campania. "Del resto - ricorda Alfano -, il giornalista Tony Barber fino a poco tempo fa aveva un giudizio completamente diverso sulla Riforma e sul Governo. Addirittura due mesi fa, lo stesso Financial Times con un editoriale di Sarah Gordon si metteva in allerta sulle possibili conseguenze negative in caso di vittoria del No. E' un cambio di linea editoriale che, francamente, e' difficile da comprendere e che mina piuttosto la credibilita' dello stesso giornale". E a difesa delle riforme scende in campo anche il comitato Basta Un Si'. "Non abbiamo enfatizzato le voci della stampa estera che si sono espresse a favore della riforma costituzionale, e non ci strapperemo le vesti per le critiche di Tony Barber sul Financial Times" scrive il principale comitato nato a favore del referendum. "Ma di una cosa siamo assolutamente convinti: questa riforma e' fondamentale per dare finalmente stabilita' e governabilita' all'Italia". Dal comitato fanno sapere che l'articolo "come ci e' stato chiarito questa mattina dal Financial Times, non rappresenta la linea del giornale ma e' un commento personale dell'editorialista", secondo il quale servono meno leggi fatte meglio. "Siamo d'accordo - scrivono in una nota i responsabili di Basta Un Si' -: per ridurre la burocrazia occorrono leggi di semplificazione, riforme e piani ben strutturati" di cui le riforme sono la premessa. "La riforma e' il primo passo verso il futuro, non il traguardo. Nessuno ha mai pensato che sia una bacchetta magica per risolvere i problemi italiani, ma sicuramente e' necessaria per dare finalmente stabilita' e governabilita' all'Italia. Forse qualcuno all'estero (certamente non il Financial Times) e' troppo attaccato al pregiudizio dell'Italietta debole e divisa per mettersi a studiare in concreto la riforma e coglierne gli aspetti salienti e la portata sistemica".