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Politica
Match Di Maio-Salvini, dal bacio sul murale a Rocky Balboa contro Ivan Drago
Matteo Salvini e Luigi Di Maio
 

Di Maio addebita a Salvini parte del fallimento giallo–verde che gli ha fatto perdere progressivamente tutto quello che aveva, mentre Salvini...

 

La dinamica dei rapporti tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio è qualcosa che rimarrà nella storia della “psicologia della politica”. Infatti si tratta di un vero e proprio enigma che ha più a che fare con la scienza di Freud che con la vita pubblica.

Tutto iniziò nel 2018 quando i due leader, uno dei Cinque Stelle l’altro della Lega furono costretti dal caso e dalla necessità ad accoppiarsi e nacque così il cosiddetto governo giallo–verde guidato da un ospite inatteso e cioè quel Giuseppe Conte che entrato alla chetichella come punto di caduta di estenuanti mediazioni anche con il Quirinale fregò tutti e due e governò il Paese per molti anni e sfilò sotto il naso il Movimento allo stesso Di Maio.

Fino ad allora non è che i due si amassero molto. Anzi, prima del 2018 si erano beccati da posizioni distanti. Di Maio era il capo politico dei Cinque Stelle che allora avevano e praticavano una vocazione assolutamente solitaria, una sorta di onanismo politico che li aveva portati a crescere progressivamente nella considerazione degli italiani fino a vincere le elezioni con circa il 32% a livello di voto di lista. La Lega invece aveva il 17%, in pratica la metà.

Fu allora che comparve l’inquietante murale in cui si vedevano Luigi Di Maio e Matteo Salvini – in uniforme di partito - baciarsi sulla bocca alla maniera dei sovietici.

L’immagine ricorda infatti il bacio in bocca tra Brežnev (Urss) e Honecker (Ddr) immortalato anch’esso nel Muro di Berlino.

Insomma, i due si piacquero, dopo l’iniziale antipatia e si misero insieme.

Però Di Maio si accorse che già alle elezioni Europee del 2019 la situazione si era completamente ribaltata e la Lega aveva preso il posto dei Cinque Stelle e viceversa.

Insomma qualcosa per il Movimento non aveva funzionato e la Lega aveva drenato tutti i consensi.

Fu allora che Di Maio, consigliato dai maggiorenti del partito, si scatenò in una veemente campagna personale contro Salvini che alla fine fece cadere il governo aprendo inopinatamente la strada al Conte 2 giallo – rosso.

Da allora i due si sono ricominciati a guardare male e a beccarsi in continuazione.

Di Maio addebita a Salvini parte del fallimento giallo–verde che gli ha fatto perdere progressivamente tutto quello che aveva mentre Salvini - che è politicamente con le spalle più larghe - non perde occasione di affossare il vecchio alleato.

Da qualche giorno la campagna di Di Maio nei confronti di Salvini è diventata particolarmente virulenta. Ieri Giggino, in un delirio cinematografico dovuto probabilmente ad una cattiva digestione serale, si è paragonato a Rocky Balboa impegnato contro Ivan Drago Salvini che nel film diceva “ti spiezzo” al povero americano.

Insomma il ministro degli Esteri ormai è ossessionato giorno e notte dai russi e deve aver visto in una allucinazione un Salvini sovietico e gli si è scagliato contro per difendere la libertà dell’Occidente.

In questo paragone c’è spazio allora anche per Bruno Tabacci nella parte dell’allenatore di Rocky, quel simpatico vecchietto che lo spingeva ad andare avanti sempre e comunque.

Non sappiamo come andrà a finire la vicenda pugilistica tra i due ma resta sempre un bel viatico per questa afosa estate che allieta il popolo italiano con queste miserie nobilitate a cronaca umoristica.

Diciamo che il destino è stato clemente con l’Italia: ci ha tolto il mondiale ma ci ha regalato una inaspettata campagna elettorale piena di suggestioni.

E mi raccomando, quando incontrate Di Maio state attenti che il ragazzotto è sì diventato democristiano grazie al vecchietto che lo accompagna ma si tratta pur sempre di un pugile pericoloso, dagli “occhi di tigre” come direbbe anche Enrico Letta.

Ah, dimenticavamo un altro personaggio fondamentale della novela: la moglie di Rocky, la mitica “Adriana” Pennino interpretata qui da Virginia Saba. Le due sono molto diverse tra loro, rachitica e mora la prima, ubertosa e bionda la seconda. Ma con un po’ di immaginazione…

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