Salvini, nella Lega leadership mai messa in dubbio: solo voci dei giornali
La leadership di Salvini non è mai stata messa in dubbio da nessuno all’interno della Lega, la realtà è che non c'è nessuno in grado di sostituirlo
“Mi pare evidente che Salvini sia ora più saldo che mai al vertice del partito. Le voci che vogliono Matteo in difficoltà all’interno del partito sono solo sciocchezze, magari alimentate ad arte da qualche scheggia impazzita che sicuramente esiste anche nella Lega”.
Il deputato che parla così è uno dei fedelissimi del leader leghista e sottolinea come le scaramucce di questi giorni nella Lega erano più che altro invenzioni giornalistiche. In effetti lo strappo sulla delega leghista da parte di Salvini appare come un chiaro e forte messaggio rivolto a tre interlocutori differenti, ma con un obiettivo comune, quello di rafforzare e di far capire a tutti che nel partito comanda una sola persona, lui. Il primo destinatario del messaggio è chiaramente Draghi, a cui il leghista evidentemente vuol far intendere di non essere un burattino da manovrare a proprio piacimento. Perché va bene la fedeltà al governo, ma occorre anche avere rispetto per quelli che sono i partiti che compongono la coalizione.
Il secondo destinatario del suo messaggio forte è certamente Giancarlo Giorgetti, numero 2 della Lega, che da tempo rappresenta quella cosiddetta ala governista che mal sopporterebbe i malumori del segretario e le sue dichiarazioni non sempre concilianti. Il senso della mossa è chiaro ed inequivocabile, “Qui comando ancora io e si fa come dico io.” Fonti interne della Lega dicono che Giorgetti abbia reagito malissimo alla decisione di Salvini, ma che abbia dovuto abbozzare, quando si è accorto che in questa occasione sarebbe rimasto senza sponde nel partito.
Il terzo destinatario del messaggio è ovviamente Giorgia Meloni, che si è subito affrettata ad applaudire la scelta di Salvini, ma che certamente almeno per una volta è stata superata dall'alleato su un argomento assai sensibile e delicato per il centrodestra, come quello delle tasse. “Con un colpo da abile giocatore da poker ha ottenuto tre risultati insieme. Rafforzato la sua leadership, isolato Giorgetti e superato per una volta la Meloni su un tema caro al centrodestra. E aggiungo ha contribuito anche a creare un certo malumore all’interno dei grillini, già in fermento, che potrebbero anche seguirlo in questa sua battaglia” ribadisce il deputato, che racconta di come molti grillini potrebbero presto lasciare il gruppo, e qualcuno potrebbe guardare proprio alla Lega.
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