Lazio, "Rischio alto di perdita della copertura sanitaria universale" - Affaritaliani.it

Politica

Lazio, "Rischio alto di perdita della copertura sanitaria universale"

di Vanessa Seffer

"Grave diseguaglianza. Lazio, parla l’assessore Alessio D’Amato

Con il piano di rientro a che punto siamo? 

Quest’anno deve essere l’ultimo anno del piano di rientro e molto dipenderà da quanto avremo di rimborso dei costi, perché abbiamo sostenuto circa 400 milioni di spese, che ovviamente vanno ad incidere sul fondo sanitario. Ma sono costi di natura straordinaria, pertanto attendiamo che ci siano dei segnali dal governo per rimborsare le regioni di queste spese. Ciò non riguarda solo il Lazio, a livello nazionale sono circa tre miliardi, riguarda quindi tutte le regioni. 

Sono questi costi eccezionali che hanno causato lo sforamento, quelli che sono serviti anche per assumere il personale nel periodo Covid?

Si, di quel personale noi abbiamo in corso le procedure di stabilizzazione, perché c’è una norma che prevede che chi ha lavorato consecutivamente per 18 mesi a tempo determinato può essere selezionato per avere una stabilizzazione. Questa partirà dal 1 settembre 2022. 

Sono stati assunti più medici o più infermieri?

Il 70% del personale assunto è di natura infermieristica. Noi da inizio pandemia abbiamo introdotto personale nuovo per circa 6000 unità, oltre coloro che sono stati sostituiti per il turnover. Il 70% di queste figure sono infermieri, il resto è personale medico e tecnico.  

Perché questa scelta, gli infermieri costano meno ed è stato più comodo economicamente acquisire loro piuttosto che i medici? 

L'intero comparto degli infermieri rappresenta la parte più preponderante, ma è stato sempre così e noi ci muoviamo all’interno degli standard per quanto riguarda la parte ospedaliera. Oggi il tema è che per alcune figure mediche si ha ancora difficoltà per il reclutamento, soprattutto fuori dall’area metropolitana di Roma, nelle province, è sempre più complicato. 

Non si possono recuperare invece quei medici che sono andati a rifugiarsi nel privato e quindi trattarli meglio economicamente?  

Occorrerebbe muoversi a livello nazionale. Le norme sul pubblico sono molto stringenti e avere una maggiore flessibilità riguardo all’età del pensionamento sarebbe importante, poiché quando questa viene raggiunta nel pubblico, non puoi trattenerli in servizio. Molti professionisti, che sono ancora piu' che validi, vanno così ad operare nel privato. Per cui è una perdita per il sistema pubblico. L'altra cosa importante è quella legata agli incentivi economici, cioè alla parte retributiva, perché qui da noi storicamente c’è stato un livellamento, dal punto di vista nazionale, degli stipendi dei medici. Basta pensare che un giovane medico che entra per la prima volta in servizio in Germania, ha 4.000€ di stipendio, e un giovane medico che entra per la prima volta in servizio in Italia ne ha la metà. Per cui bisogna riconoscere il valore sociale ed economico di questa professione. 

Un'altra considerazione da fare a livello nazionale, anzi due, è innanzitutto come si accede al percorso formativo per diventare medico. Probabilmente la scelta che noi abbiamo fatto dal punto di vista universitario tanti anni fa, riguardo al numero chiuso, è una cosa che andrebbe rivista, e un modello come quello francese, dove si consente nel primo anno di accedere a tutti coloro che desiderano entrare e dal secondo anno alzare l'asticella, potrebbe per noi essere migliore. L’altro elemento, anche qui a livello nazionale, che come Regione Lazio abbiamo avanzato come proposta, è di poter superare il tetto di spesa per il personale, che è relativo al 2004, ovvero la Regione Lazio e le altre regioni non possono spendere più di quanto spendevano nel 2004 per la spesa del personale. Questo ovviamente essendo un parametro di 17 anni fa è veramente molto vincolante, soprattutto dal momento in cui si chiede alle regioni, e al Lazio nella fattispecie, di attivare anche i servizi territoriali. Per cui il combinato disposto dell'assenza di mezzi, poiché si ha difficoltà a reperirli, e del vincolo del tetto di spesa del personale, rende la vita molto complicata.