Politica
Decreto Sicurezza, il Senato conferma la fiducia: il Dl è legge. Dem seduti per terra. Grida in Aula: "Vergogna"
Bagarre a Palazzo Madama

Senato, conversione in legge del DL sicurezza
Decreto Sicurezza, il Senato conferma la fiducia: il Dl è legge
Dopo ore di tensioni e scontri il dl sicurezza è legge. L'aula del Senato ha confermato la fiducia al decreto sicurezza, chiesta dal governo, con 109 voti favorevoli, 69 contrari e un'astensione. Approvato dalla Camera il 29 maggio scorso, il decreto è quindi diventato legge.
Decreto Sicurezza, durissimo scontro governo-opposizioni
Caos a Palazzo Madama per l'approvazione del Decreto Sicurezza. A Palazzo Madama il governo incasserà il via libera definitivo (con la fiducia) al provvedimento tanto caro soprattutto alla Lega. I senatori del Pd presidiano a decine il salone Garibaldi tra la buvette e l’Aula e si preparano a un colpo di teatro per dimostrare, come spiega un senatore, che anche "un pacifista come Gandhi verrebbe arrestato con questo decreto". "Siamo come i 1.000 garibaldini" scherza Walter Verini, come riporta il sito del Corriere della Sera. Poi tutti in Aula, dove i senatori dem si siedono al centro dell’emiciclo a gambe incrociate e danno il via alla protesta. Sventolano decine di fogli A4 con su scritto "arrestateci tutti", gridano vergogna-vergogna-vergogna, alzano le braccia con i palmi delle mani aperte in segno di pace, si tolgono di dosso le giacche in violazione del protocollo.
Il presidente Ignazio La Russa prova a tenere i nervi saldi, ricorda che la performance non è nuova perché capitó anche al predecessore Renato Schifani dover sedare una rivolta simile. Ma i dem non mollano, incuranti di La Russa che richiama indirettamente Francesco Boccia: "Vedo che ci sono anche dei capigruppo seduti in terra…". Chi va avanti con la sfida e chi si scatta un selfie ridendo col compagno di postazione. I commessi strappano i cartelli dalle mani dei senatori del Pd e dai banchi della destra si alza un contro-coro: vergogna, vergogna! La Russa non vorrebbe sospendere la seduta, prova a dare la parola a Carlo Calenda, ma la bagarre prevale. E il presidente si arrende: "Sospendo e convoco la capigruppo".
Leggi anche/ Meloni e la "pace" con Macron. L'Italia rientra tra i big Ue, l'Eliseo tiene a bada la destra francese e si riavvicina a Trump - Affaritaliani.it