Politica
Palestina, "il riconoscimento di Macron è anti-Trump. Ma il cammino delineato va verso uno 'stato unico', 'Il grande Israele'"
Intervista all'esperto di geopolitica Arduino Paniccia

Donald Trump e Emmanuel Macron
"La Francia è isolata. Italia, Uk e Germania sono molto caute"
"Il sì francese, unico dei paesi aderenti al G7 ad averlo fatto fino ad oggi, al riconoscimento di uno stato palestinese, è un vero e proprio missile diplomatico ma a doppia testata: da un lato la bocciatura senza appello della politica di Netanyahu, ma dall'altro ben più profondo il no netto di Macron alla nuova strategia e politica di Trump verso Gaza e il Medio Oriente. In prospettiva rappresentata plasticamente dal Patto di Abramo (il piano, che il presidente Trump idealizzava come l'"Accordo del Secolo", il nome in realtà è Peace to Prosperity, prevedeva l'applicazione della legge israeliana o l'annessione a circa il 30% della Cisgiordania) al quale il Presidente Trump è legatissimo".
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Arduino Paniccia, presidente della Scuola di guerra economica e competizione internazionale di Venezia (Asce), spiega in un'intervista ad Affaritaliani quali sono le conseguenze della decisione della Francia di Emmanuel Macron di riconoscere lo Stato della Palestina.
"Come ai tempi della guerra in Iraq (che spaccò la coesione occidentale filo-intervento, creando la prima vera temibile crepa tra Usa ed Europa) la Francia tenta di porsi alla guida - nell'atmosfera surreale creata dalla incerta strategia trumpiana di dazi e confuse rivendicazioni Usa - di una coesa compagine europea. Ma Italia, Regno Unito e Germania sono molto caute rispetto a ogni iniziativa congiunta. Macron ha informato di aver contattato i sauditi, Paese chiave nello sviluppo del Patto di Abramo, ma su tutta la vicenda incombono due punti che vanno però assolutamente risolti a breve: la liberazione degli ostaggi e la tregua", sottolinea l'esperto di geopolitica.
"Le due linee si confrontano. Il cammino ormai delineato va verso uno "stato unico" ovvero "Il grande Israele", in contrasto duro e permanente con i confinanti e le pastoie dei riconoscimenti all'ONU. La Francia ha ancora una volta raccolto la bandiera della diplomazia tradizionale delle Nazioni Unite e ora la parola passa ai leader europei per recuperare una nuova linea operativa che aiuti a superare lo stallo al di là delle retoriche affermazioni della decisione storica", conclude Paniccia.
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