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Politica
Verdini-gate, bagarre alla Camera. Le opposizioni: “Salvini riferisca in Aula”

Verdini-gate, scontro alla Camera. Le opposizioni: “Salvini riferisca in aula sulla vicenda delle commesse Anas”

Non ha impiegato tanto tempo il "Verdini-gate", il sistema di corruzione e turbativa d'asta in relazione ad alcune commesse Anas, per diventare un caso politico. Oggi nell’aula della Camera le opposizioni (nello specifico Pd, M5s e Avs) hanno infatti chiesto un'informativa urgente – “immediata” – del ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini.

"Quanto emerge dalle cronache giudiziarie delle ultime ore è abbastanza preoccupante, e non riguarda soltanto il presidente della Inver Tommaso Verdini: incontri tra imprenditori sarebbero avvenuti in bar e ristoranti anche con politici o esponenti di vertice del Mef. Bisogna che il Parlamento sappia in quale misura i fatti coinvolgono Anas, perché una delle principali stazioni appaltanti del paese non può venire coperta da certe ombre. E' fondamentale un'operazione chiarezza da parte del ministro, in particolar modo in riferimento ad un eventuale coinvolgimento di membri del governo e funzionari pubblici. Ogni ambiguità va fugata immediatamente. Purtroppo, sul fronte del contrasto alla corruzione sui contratti pubblici, come Movimento 5 Stelle registriamo un allarmante vulnus in tema di misure di controllo, vigilanza e prevenzione. Dal ministro competente ci aspettiamo la massima trasparenza, a tutela in primis proprio del governo e delle nostre istituzioni". Così in una nota il deputato M5s Federico Cafiero De Raho.

Sono intervenuti in Aula anche Debora Serracchiani (Pd) e Angelo Bonelli (Verdi-Sinistra), che hanno chiesto una informativa urgente a Salvini o almeno un intervento chiarificatore del governo. L'ultimo a prendere la parola è stato Costa, contrario alle richieste degli altri esponenti di opposizione: "Non portiamo avanti lo schema delle informative a gettone".

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Quando Costa ha criticato gli interventi di De Raho - "Vorrei ricordargli che qui non siamo in tribunale" - e di Serracchiani - "Ha detto che è una questione politica, ma ha cercato di costituirsi parte civile nei confronti di un sottosegretario, quindi non è una questione politica" - dai banchi del M5s, Pd e Avs sono partite le urla, che hanno interrotto Costa, mentre la maggioranza lo applaudiva.

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LEGGI ANCHE: Sistema Verdini, "Ora che c'è Salvini tornano a cercarci". Appalti per 180mln

Verdini-gate, scontro alla Camera. Le opposizioni: “Emendamento-bavaglio contrario all'informativa"

Ma a tenere banco anche una questione collegata, ossia l'impatto del famigerato "emendamento-bavaglio" Costa sulla possibilità di conoscere lo stato delle indagini, e in particolare della custodia cautelare, che riguardano Verdini e co. E' proprio a tal proposito che non sono mancate le scintille in Aula, con lo stesso deputato di Azione Enrico Costa che ha così ribattuto alle opposizioni: "Non possiamo portare avanti lo schema delle informative a gettone, a gettone della stampa quotidiana. Non si interessa il Parlamento all'inizio di un inchiesta". Costa ha ribattuto uno per uno gli argomenti di chi lo ha preceduto negli interventi. "Vorrei ricordare a Cafiero de Raho che non siamo in tribunale a fare requisitorie, vorrei ricordargli sommessamente che ha cambiato mestiere", dice, incassando le prime proteste. "Oggi si sviluppa lo stesso schema che si sviluppa in ogni circostanza in cui un giornale pubblica una inchiesta - ha spiegato l'autore dell'emendamento approvato sulla limitazione all'uso delle intercettazioni - si dovrebbe separare quello che accade nelle aule giudiziarie e quello che avviene in questa sede". A Bonelli, da Enrico Costa la sottolineatura: "Dice che non gli interessa la questione giudiziaria, ma Bonelli ogni settimana presenta un esposto".

Del resto sull'emendamento Costa si è in più di un'occasione espressa la stessa magistratura. Il presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati Giuseppe Santalucia, da ultimo, in un'intervista a Repubblica ha dichiarato come la norma “impedirebbe la conoscenza compiuta e corretta di ciò che è accaduto”. “È una norma sbagliata, che peraltro non può realizzare il fine che si prefigge, perchè comunque il contenuto dell’ordinanza di custodia potrà essere pubblicato, e quindi si affida al giornalista il compito di riassumerne il testo, quando è meglio, per lo stesso indagato, che l’ordinanza sia conoscibile per ciò che è oggettivamente, e non per le mediazioni di riassunto del cronista”.

 

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