Giardinetto, la discarica
Solo un brutto sogno!
Troia (Fg) - Emesso il dispositivo di sentenza relativo al Processo Giardinetto presso l'ex Tribunale di Lucera dal Collegio giudicante formato dal Presidente Giancarlo Pecoriello, e i Giudici a latere Giuseppe Sciscioli e Giulia Stano, trasmesso al Pubblico Ministero Pasquale de Luca. Ascoltate le arringhe difensive dei legali degli imputati accusati a vario titolo, insieme all'azienda I.A.O Srl di falso ideologico e disastro ambientale per fatti risalenti al 1999, il giudice ha pronunciato sentenza di assoluzione nei confronti di Vito Balice e Vincenzo Piccirillo perchè il fatto non sussiste. Estinti per prescrizione, invece, le imputazioni di reato a carico di Giuseppe De Munari.

Un esito intravisto già nel corso dell'udienza dello scorso 23 ottobre nella quale, sentiti numerosi “Testi” della Pubblica accusa e della difesa, negli accapi principali della requisitoria finale si richiedeva: la derubricazione dei reati, e il proscioglimento per intervenuta prescrizione nei confronti di De Munari, il proscioglimento per fatti contestati dagli inquirenti, avvenuti nel 1999, e l'“assoluzione perchè il fatto non costituisce reato” nei riguardi di Belice e Piccirillo.

A questi era stato chiesto il dissequestro, e agli aventi diritto, la restituzione di quanto sequestrato al fine di effettuare la bonifica. Con la sentenza, di conseguenza, é stata disposta la restituzione e il dissequestro dell'area all'azienda avente diritto, ovvero alla I.A.O Srl ai fini della bonifica integrale del sito a termini di legge. E' stata, invece, emessa separatamente un'Ordinanza relativa a fatti contestati a Balice e Piccirillo riguardanti le accuse di falso ideologico e la messa in sicurezza del sito rispetto alla presenza di amianto.

In particolare, dall'esame degli atti il reato ipotizzato è risultato diverso da quello contestato. La falsità ideologica penalmente rilevante, che riguarda l'atto pubblico costituito dalla Delibera regionale nella parte in cui presuppone la circostanza della messa in sicurezza del sito relativamente all'amianto, non risulterebbe corrispondente al vero.
“L'atto regionale”, si legge nel dispositivo, “erroneamente prodotto è stato, però, indotto dalle relazioni degli imputati, indicato nel capo di imputazione di tal che nel fatto commesso dagli stessi imputati appare ravvisabile il reato di cui agli articoli 48, 110, e 479 c.p.”. Per tali motivi è stata disposta la trasmissione di copia degli atti relativi al relativo accapo, al PM perchè proceda in ordine al fatto diverso configurabile nella ondotta degli imputati Belice e Piccirillo.
(inesmacchiarola1977@gmail.com)