Natuzzi licenzia e delocalizza?

I lavoratori della ditta 'Natuzzi' di Laterza, in provincia di Taranto, non ci stanno al dimezzamento degli orari di lavoro proposto dalla stessa azienda. “La decisione – spiega in una nota Antonio Stasi, segretario della Fillea Cgil di Taranto - è stata assunta perché di fronte alla profonda crisi che investe il settore e questa fabbrica in particolare, purtroppo l'azienda continua a pensare di poter fare da sola e confeziona atti unilaterali e non condivisi con segreterie ed Rsu persino sul calendario del lavoro che riguarda tutti i dipendenti”. “In questo momento particolare la Natuzzi, a fronte degli esuberi che annuncia sempre più cospicui – continua Stasi -, dovrebbe invece cercare di sedare lo sconforto che regna tra i suoi dipendenti provando anche a mettere in atto un intervento di equità e giustizia nei confronti di tutti”. La situazione, secondo il sindacalista è ambigua: “Ci sono lavoratori che continuano ad essere impegnati a tempo pieno e altri, invece, in cassa integrazione e soggetti ad una rotazione del 25%, come dire che lavorano una settimana su quattro. Ed è proprio a questi che il nuovo orario di lavoro indicato da Natuzzi rischia di arrecare il danno maggiore, lasciandoli a casa ancora di più”.

E non finisce qui. “Nell’ultima riunione avuta con l’azienda, Pasquale Natuzzi – spiega Silvano Penna, segretario generale della Fillea-Cgil della Puglia - ha comunicato esuberi per 1.900 unità minacciando di delocalizzare definitivamente. Venerdì 28 giugno gli operai sciopereranno. Ci sarà un corteo sotto gli uffici del governatore Nichi Vendola a Bari”. La risposta degli operai? Un presidio costante in attesa di risposte mentre intanto, va sottolineato, la data di scadenza della casa integrazione si avvicina e l’esubero è sostanzialmente aumentato di quasi 500 unità.
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Nel frattempo il Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, pensa ad una strategia “per il rilancio e lo sviluppo industriale delle aree interessate dalla crisi del Distretto del mobile imbottito della Murgia” , con l’aiuto del Piano attuativo complessivo dell’intervento pubblico, predisposto dal Comitato di coordinamento per l’attuazione dell’Accordo di programma: “101milioni di euro sono un salvadanaio molto importante, un salvadanaio che deve servire a riqualificare le produzioni, a difendere i marchi, a dare valore a tutto il territorio, a mettere in grado il distretto del salotto imbottito di diventare nuovamente area di attrazione di nuovi investimenti”. L’Accordo, ricordiamo, è stato sottoscritto a Roma l’8 febbraio scorso con il Ministero dello sviluppo economico, la Regione Basilicata e Invitalia. La durata è di 36 mesi e prevede complessivamente un impiego di 101 milioni di euro: 40 milioni di euro del Mise, altri 40 milioni dalla Regione Puglia e 21 milioni dalla Regione Basilicata.
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“Noi partiamo di qui, da questa realtà – ha spiegato ancora Vendola - oggi saremo a Milano, al più importante dibattito che in questo momento c’è nel settore del legno arredo (il Presidente Vendola parteciperà giovedì 13 giugno al secondo Forum di Federlegno Arredi che si svolgerà a Milano ndr). Stiamo lavorando per approfondire le problematiche della crisi con Natuzzi, stiamo immaginando un percorso per mettere insieme i piccoli con i grandi, perché il rischio è sempre quello di occuparsi dell’insediamento più grande e di non comprendere che intorno c’è invece una giungla di piccole e piccolissime imprese la cui mortalità talvolta non viene neanche registrata. Occorre mettersi insieme, fare sistema. Occorre avere la consapevolezza che non ci si salva da soli”.
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