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Puglia, il capitolo discariche comincia da 'Burgesi' a Ugento

Affrontare il capitolo delle discariche, anche in Puglia - dove i "regali" dal Nord sono stati cospicui, invasivi e spesso celati sotto forma di 'innovazione tecnologica' - è uno dei punti nodali dell'Amministrazione regionale in carica. Anche per questo, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha partecipato a Roma, a Palazzo Chigi, alla seduta del Consiglio dei Ministri in merito alla nomina del Commissario straordinario per la realizzazione degli interventi necessari all’adeguamento alla normativa vigente delle discariche abusive presenti sul territorio nazionale, oggetto di condanna della Corte di giustizia europea. Il presidente era accompagnato dal Capo di Gabinetto Claudio Stefanazzi.

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La Regione Puglia ha relazionato sullo stato amministrativo connesso alla procedura di infrazione dei siti coinvolti, segnalando che dall'inizio del 2016 e fino a luglio 2016, momento del commissariamento statale,  ha provveduto a porre in essere quanto necessario alla chiusura, ai sensi dell’art. 2 della L. 241/90, di sei procedimenti (Lecce-Bosco Buia, Peschici-Madonna di Loreto, Presicce-Casina dei Cari, Scorrano-Masseria Calò, Altamura-Contrada Sgarrone, Supersano-Masseria Macrì).

“Pertanto - dichiara Emiliano - degli 11 siti in infrazione ne resterebbero da chiudere 5, meno del 50% e di tanto si chiede garanzia al Commissario, affinché ciò possa avvenire entro l’anno 2017”.

Durante l’incontro presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Regione Puglia ha espresso parere favorevole al commissariamento a patto che lo stesso possa chiudersi favorevolmente, ossia a condizione che il Commissario abbia poteri straordinari (ad esempio per l'approvazione dei progetti di bonifica, VIA, validazioni e tutte le procedure connesse alla restituzione agli usi legittimi delle aree), risorse finanziarie e che il restante 40% delle procedure in itinere si chiuda entro il 2017, anche perché l'eventuale infrazione derivante da un mancato raggiungimento dell'obiettivo non dovrà essere messo a carico della Regione.

“I sindaci non sono soli. La Regione è qui e ha fretta di procedere, senza guardare in faccia a nessuno”, aveva avuto modo di ribadire Michele Emiliano durante il sopralluogo presso la discarica "Burgesi" a Ugento, in Salento, al fine di coordinare gli interventi necessari per affrontare la minaccia rappresentata dai fusti di materiale altamente inquinante che potrebbero esserci nella discarica.

 

“Sono qui - ha detto Emiliano - su invito dei Sindaci perché vogliamo capire sino in fondo la questione. È chiaro che l’archiviazione da parte della Procura di Lecce riguarda l’aspetto penale della vicenda e non quello ambientale, relativo alle bonifiche. Gli obblighi eventuali di bonifica sono imprescrittibili, cioè i soggetti che hanno compiuto, tollerato o in qualche modo colpevolmente agevolato l’attività criminosa che si è prescritta, hanno poi l’obbligo di ricercare, e in caso positivo di bonificare, l’area nella loro responsabilità”.

 

“La Regione - ha continuato il presidente della Regione - ha un ruolo sussidiario rispetto ai Comuni, però è evidente che data l’entità potenziale del fenomeno, i Comuni non sono in grado di realizzare da soli le operazioni di bonifica. La Regione, pertanto, non vuole giocare a scarica barile e intende prendersi le proprie responsabilità". 

 

"Siamo qui per concordare con i Comuni, che attualmente sono gli unici titolali delle potestà previste dal Testo Unico sull’Ambiente, che laddove loro non dispongano di una consistenza finanziaria tale da poter procedere agli esami che sono necessari, possano essere aiutati dall’ente regionale". 

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"È chiaro che noi vogliamo sentire i titolari della discarica - ha precisato il Governatore - perché è bene ricordare che qui non si tratta di una discarica abusiva, ma di un impianto autorizzato nel quale in passato, secondo le indicazioni di un collaboratore di giustizia sarebbero stati commessi dei reati. Tali reati non hanno avuto uno specifico accertamento, perché mai è stata disposta un’attività di ricerca dei potenziali fusti".  

 

"Tuttavia, l’unico elemento indiziario, che però assume un valore importantissimo, è la presenza nel percolato di PCB, che normalmente non è rinvenibile nelle discariche.  Questo vuol dire che c’è qualche cosa di anomalo e ci induce a procedere ad una ricerca dei fusti così come ha indicato il collaboratore di giustizia.

Ciò avviene non dal punto di vista giudiziario, che non ci compete, ma da un punto di vista ambientale e di bonifica dei suoli”.

 

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Secondo Emiliano: “I tempi tecnici saranno velocissimi. Purtroppo questa è una notizia assunta molti anni fa e adesso il decreto di archiviazione ci mette nelle condizioni di agire immediatamente. Senza voler seminare nessun tipo di allarme, è evidente che noi seguiamo la situazione epidemiologica di quest’area e non nascondo che quei dati che non trovavano spiegazione potrebbero trovarla dopo eventuali accertamenti. Qui, la gran parte dell’acqua che viene utilizzata è acqua prelevata dai pozzi e laddove vi fosse una situazione critica, noi dobbiamo accertarlo con la velocità della luce”. 

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Sulla questione è intervenuto anche l’assessore all’Ambiente, Domenico Santorsola: “Siamo pronti, dal canto nostro, a collaborare con le istituzioni locali per individuare la via più breve e più efficace per mettere in sicurezza l’area di Burgesi e tutelare la salute dei cittadini".
 
"Nei prossimi giorni - ha aggiunto Santorsola - raccoglieremo l’invito rivoltoci dai sindaci e convocheremo un primo incontro per fare il punto della situazione. E’ importante parallelamente avviare il processo, previsto dalla legge, di accertamento delle responsabilità del soggetto inquinatore perché il concetto ‘chi inquina paga’ non rimanga solo sulla carta e non si verifichi, ancora una volta, la socializzazione del danno ambientale attraverso l’uso di fondi pubblici per le bonifiche senza rivalsa sui responsabili”.
 
caroppo
 
Alquanto critica, invece, la nota del capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale, Andrea Caroppo: "Anziché fare passerelle che ricordano la trebbiatura del grano a Sabaudia nel luglio ’35, Emiliano farebbe bene ad affrontare alla radice il vero grande problema della Puglia, la chiusura completa del ciclo dei rifiuti: come intendiamo smaltire tutti i rifiuti che inevitabilmente produciamo? Con nuove discariche, magari pure private, mentre inseguiamo l’utopia dei rifiuti zero facendo pure pagare ai cittadini l’odiosa ecotassa? Chiedendo ad altre Regioni di bruciare i nostri rifiuti a costi stratosferici?”. 
 
“Il fatto - prosegue Caroppo - che la vicenda dei veleni tossici e cancerogeni nella discarica di Ugento si sia trasformata in una passerella per politici in cerca di titoli sui giornali rappresenta un’offesa alle popolazioni di quel territorio - gravate da un’incidenza epidemiologica anomala - e al Salento tutto: nel frattempo infatti la Regione continua a prevedere e autorizzare discariche. Ciò che sarebbe accaduto a Ugento anni fa con l’interramento di rifiuti tossici - ma verosimilmente è accaduto anche a Poggiardo e in chissà quante altre discariche, autorizzate e non, del Salento - rivela ancora una volta i limiti, la pericolosità ambientale e l’appeal criminale delle discariche".
 
"Eppure l’Emiliano che va a 'trebbiare il grano' a Ugento è lo stesso che vorrebbe aprire la discarica sulla falda di Corigliano d’Otranto. E’ giunta l’ora di uscire tutti dall’ipocrisia e trasformare quanto accaduto in un’opportunità: dopo aver bonificato Ugento, la smettiamo o no di fare discariche? Chiudiamo subito o no il ciclo dei rifiuti come tutti i moderni stati europei e alcune Regioni del Nord Italia? Coerenza - conclude il capogruppo Caroppo - o silenzio".
Cristian Casili
 
 
A questo proprosito, il vicepresidente della V Commissione Cristian Casili (M5S) torna sulle problematiche che hanno interessato la discarica di Burgesi, spiegando che la strada “per raggiungere l’obiettivo finale di rendere il Salento un territorio salubre” passa per il potenziamento dell’Arpa e da una accelerazione delle procedure di bonifiche. Il consigliere pentastellato chiede al presidente Emiliano un impegno concreto in tal senso.

“I cittadini meritano una risposta sulle mancate bonifiche delle discariche che stanno avvelenando il Salento. - dichiara Casili che aggiunge - O è mancata la volontà politica o sono mancati i mezzi di prevenzione e controllo. L’Arpa, l’agenzia regionale incaricata della protezione dell’ambiente, da anni versa in precarie condizioni strutturali, con scarsissimo personale a disposizione”.
 
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Un aspetto paradossale, evidenzia la nota del pentastellato, dal momento che la Puglia, ed il Salento in particolare, ospitano due grandi poli industriali e la provincia di Lecce è invasa di discariche dove sono tombati rifiuti pericolosi e tossici. Una problematica che per Casili va affrontata potenziando i controlli e accelerando i tempi per le bonifiche: “Potenziare l’Arpa, fornendo personale e fondi, è il primo passo per risolvere il problema alla base. Quello dei controlli. Se non abbiamo una macchina di prevenzione e controllo che funziona - incalza il consigliere neretino - sarà impossibile avere un territorio ambientalmente sicuro. Anche perché Burgesi è solo la punta dell’iceberg, il territorio è costellato di discariche e non possiamo aspettare le dichiarazioni del pentito di turno per farci dire dove sono posizionate, dobbiamo piuttosto dotarci di mezzi di controllo propri ed efficaci".
 
"Nella situazione attuale in cui versa l’agenzia regionale per l’ambiente tutto questo è una chimera. Inoltre in questo modo - conclude Csili - toglieremo ogni alibi e dubbio sull’operato dell’agenzia e sulle sue presunte mancanze. Infine sulle bonifiche bisogna accelerare le procedure, i tempi della burocrazia non sono conciliabili con quelli dei tumori che avanzano inesorabilmente. Non sono ammessi balletti e rimpalli istituzionali, ed Emiliano in questo deve prendere un impegno preciso”.
blasi supersuffragato
 
 
Spinge ad accelerare i tempi, da un altro fronte, il consigliere salentino Sergio Blasi: “Sulla bonifica della discarica di Ugento dai 600 fusti di Pcb è necessario fare presto e bene. Le procedure in vigore per individuare il soggetto che dovrà farsene carico rischiano di far slittare di anni lavori che, invece, andrebbero cominciati domattina. Io penso che senza indugio la Regione e il Comune dovrebbero stanziare i fondi necessari, per poi chiedere alle aziende private un risarcimento danni congruo. Questo per mettere al sicuro la salute dei cittadini, che è il nostro primo obiettivo".

"Ma c’è bisogno di dire a chiare lettere anche altro - aggiunge Blasi - i proprietari delle aziende di smaltimento dei rifiuti, che in tutti questi anni hanno fatto fortuna grazie alle tasse pagate dai cittadini del Salento, che per lunghi anni sono stati capaci di garantirsi la benevolenza di molta parte della politica, devono capire che da un territorio non si può solo prendere. Adesso è arrivato il momento di restituire".

"In questo caso la Monteco, che è attualmente impegnata in campagne pubblicitarie che mostrano il suo lato ambientalista, che va nelle scuole a mostrare ai bambini i vantaggi di un corretto smaltimento, e che all’epoca dell’interramento dei fusti di Pcb era il soggetto gestore della discarica di Ugento, potrebbe impegnarsi in una unica campagna di marketing in grado di cancellare questa macchia che pesa, al di là della prescrizione, sulla sua immagine: collaborare da subito attivamente con le istituzioni per bonificare il sito di Ugento".

"Altrimenti intervenga senza indugio la Regione - conclude Sergio Blasi - e alla visita di questa mattina il presidente Emiliano faccia seguire un immediato intervento i cui costi poi dovranno poi essere caricati su chi aveva la responsabilità di gestire e vigilare”.

(gelormini@affaritaliani.it)
 
 
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