Fisco e Dintorni
Cartelle esattoriali: quali anni d’imposta può chiedere il Fisco?

Il sindacato P.I.N. - Partite IVA Nazionali di concerto con Movimento Consumatori avvisa i contribuenti “Stanno arrivando cartelle esattoriali per gli anni 2015 e 2016 ma in alcuni casi le richieste sono illegittime perché i termini sono scaduti. Ne parleremo al convegno di Milano il prossimo 20 maggio”.
L’invio di milioni di atti fiscali di questi ultimi mesi sta creando notevole confusione ai contribuenti (ma per la verità anche tra i professionisti) che si trovano in grande difficoltà a capire quali annualità sono ormai decadute e quali invece sono legittime. A rendere meno chiara la situazione è stata anche la normativa speciale “Covid” che ha previsto proroghe di alcuni termini per l’accertamento e la riscossione delle imposte e dei contributi.
Come riferisce il Presidente della sezione di Maglie di Movimento Consumatori nonché Presidente nazionale di PIN, il Dott. Antonio Sorrento “Abbiamo ricevuto molte segnalazioni di cartelle esattoriali relative ad anni che ritenevamo ormai scaduti e per questo motivo abbiamo cercato di fare chiarezza insieme all’Avvocato Matteo Sances, noto tributarista. Premesso che la situazione è veramente complicata, riteniamo di avvisare i contribuenti a prestare massima attenzione soprattutto alle richieste relative agli anni 2015 e 2016. Questa confusione non migliora sicuramente il rapporto tra contribuenti e Fisco già compromesso in questi anni. Ricordiamo ad esempio la nostra petizione in Parlamento per cambiare le intimazioni dell’Agenzia della Riscossione prive di informazioni fondamentali per i contribuenti. Tutto questo crea ancora più confusione e per questo motivo ne parleremo al convegno di Milano del prossimo 20 maggio organizzato da MilanoPerCorsi e con la partecipazione di specialisti provenienti da tutta Italia”.
Interviene sul punto anche l’Avv. Sances, il quale, oltre a confermare la sua presenza al convegno di Milano, fa presente che “Effettivamente non vi è molta chiarezza in merito alle annualità d’imposta che possono essere riscosse. Ovviamente, le associazioni fanno riferimento ai controlli automatici delle dichiarazioni fiscali, i cui termini per la notifica delle cartelle sono previsti dall’art.25 del Dpr 602/73. Ebbene, in merito a tali controlli automatici è intervenuta una norma speciale che ha prorogato i termini di notifica di queste cartelle esattoriali di 14 mesi (ossia l’art.157, comma 3 del Dl 34/2020), proroga poi modificata in 24 mesi a seguito dell’art.4, comma 1 del Dl 41/2021.
Continua l’Avv. Sances “tale proroga, però, sembra non coinvolgere gli anni 2015 e 2016 (anche se quest’ultimo anno limitatamente ai controlli ex art. 36bis Dpr 600/73), poiché il predetto art.157 del Dl 34/2020 al comma 3 ha previsto che: <<I termini di decadenza per la notificazione delle cartelle di pagamento previsti dall'articolo 25, comma 1, lettere a) e b), del Dpr n. 602/73, sono prorogati di quattordici mesi relativamente:
a) alle dichiarazioni presentate nell'anno 2018, per le somme che risultano dovute a seguito dell'attività di liquidazione prevista dagli articoli 36-bis del Dpr n.600/73, e 54-bis del Dpr n.633/72;
b) alle dichiarazioni dei sostituti d'imposta presentate nell'anno 2017, per le somme che risultano dovute ai sensi degli articoli 19 e 20 del testo unico di cui al Dpr 22 dicembre 1986, n. 917;
c) alle dichiarazioni presentate negli anni 2017 e 2018, per le somme che risultano dovute a seguito dell'attività di controllo formale prevista dall'articolo 36-ter del Dpr n.600/73>>
Va da sé, dunque, che gli anni 2015 e 2016 non rientrerebbero nelle proroghe e quindi sarebbero scaduti rispettivamente il 31.12.2019 e il 31.12.2020 (anche se, si ribadisce, il 2016 limitatamente ai controlli delle dichiarazioni dei rediti ex art. 36bis Dpr 600/73)”.
Siamo sicuri che tutto questo sarà oggetto di acceso dibattito non solo durante il convegno del prossimo 20 maggio ma anche nei prossimi mesi vista la mole di atti esattoriali notificati ai contribuenti.