Pillole d'Europa

di Cinzia Boschiero

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Pillole d'Europa
Azioni contro il divario di genere, aiuti a ErasmusPlus, tutele privacy
Alcuni studenti di scambi internazionali di Intercultura rientrati in Italia

PER STARE MEGLIO COME CITTADINI  EUROPEI  E  CONOSCERE DIRITTI E TUTTE LE OPPORTUNITA' UTILI - In questa rubrica notizie flash sulle normative europee e internazionali, notizie internazionali ed europee utili e pratiche per la vita di tutti i giorni. E’ attivo  un servizio di “A domanda, risposta” su bandi, agevolazioni, finanziamenti europei , borse di studio e di ricerca nazionali, regionali e locali per i lettori di Affaritaliani. Per richieste di informazioni scrivete a cinziaboschiero@gmail.com – oppure alla  e-mail: dialogoconleuropa@gmail.com

Domanda: ho mio figlio che è studente Erasmus, ci sono degli eurodeputati o dei funzionari della Commissione europea che si interessano alle loro situazioni? MariaLuisa Ceccarelli

Risposta:  di recente gli eurodeputati del Parlamento europeo hanno chiesto chiedono che i 165mila studenti del programma europeo ErasmuPlus e i 5.000 volontari europei del corpo europeo di solidarietà  ottengano rassicurazioni sul rimborso dei costi sostenuti e sulla prosecuzione del loro programma di attività da parte della Commissione europea.  In ogni Stato membro dell’Unione Europea ci sono le agenzie nazionali Erasmus che devono dare risposte chiare agli studenti ErasmusPlus ed ai partecipanti al programma del Corpo europeo di solidarietà sui rimborsi delle spese extra sostenute e relativamente alle modalità di proseguimento del percorso formativo e di volontariato previste e preconcordate. Il Parlamento europeo ha proposto di consentire il rimborso degli scambi interrotti in anticipo e , visto il rinvio di alcune attività  di rimborsare i costi sostenuti dai partecipanti. Ci sono poi realtà come Intercultura che insieme all’Unità di crisi del Ministero degli Esteri hanno dato assistenza e proseguono a dare risposte alle necessità degli studenti che partecipano a scambi internazionali. Intercultura ha fatto reimpatriare oltre 1.179 studenti su un totale di circa 1.200 che si trovavano all’estero appena entrata in vigore la normativa nazionale. I 1.179 ragazzi rientrati stavano partecipando a un programma di scambio interculturale che prevedeva la frequenza di un intero anno scolastico in diversi Stati di tutti i continenti. “Per il rientro dagli USA, insieme altre organizzazioni AFS europee,” ha detto Andrea Franzoi, Segretario Generale di Intercultura,” abbiamo istituito un volo charter apposito per i nostri studenti. Nell'organizzazione dei viaggi abbiamo potuto contare anche sulla preziosissima collaborazione dell’Unità di Crisi della Farnesina e sulla rete delle Ambasciate e dei Consolati italiani all'estero che stanno svolgendo un lavoro eccellente”.

 

Domanda: ogni sito ci traccia con i cookies  e aumentano le app che  scarichiamo anche  per l’emergenza covid 19 ma qualcuno in Europa ci tutela per la privacy e il trattamento dei dati? Mauro Terzani

Risposta: certo, i primi a tutelarci però siamo noi stessi con un utilizzo responsabile di ciò che ci viene proposto on line. Ogni app in Europa deve fare riferimento al Regolamento europeo per la privacy che tutela il trattamento dei nostri dati. A livello internazionale è attivo anche  l’International Telecommunications Union (ITU) che ha creato una “Global Network Resiliency Platform” che si prefigge di proteggere le reti dei vari operatori durante la crisi del Covid-19 e di supportare i governi nel garantire reti più sicure e resilienti per tutti. L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha avviato tavoli di lavoro per gestire i temi del potenziamento delle reti e dei servizi di telecomunicazione oltre a considerare la protezione e la facilitazione all’uso dei servizi digitali da parte dei consumatori, all’uso dei big data e alla promozione di meccanismi di autoregolamentazione da parte delle piattaforme online. Secondo alcuni esperti quali l’avvocato Luca Bolognini dell’Istituto Privacy “la app AllertaLOM, già utilizzata per le allerte di Protezione Civile, dall’inizio dell’emergenza Coronavirus  e che permette agli oltre 50mila utenti di ricevere notifiche e informazioni,  non serve a granché: è su base volontaria, si basa su dati non certificati e su informazioni non qualificate (es. relative a come uno si sente), non traccia attivamente i contatti interpersonali e non comporta ricadute personalizzate in caso di accertato rischio manifestato da un utente. Insomma, sembra più uno strumento di statistica orientativa delle policy e probabilmente di monitoraggio aggregato dei ‘sentimenti’ della popolazione. Comunque, direi che la dimensione minima di adozione di app di contact tracing, se non addirittura globale o europea, dovrebbe almeno essere nazionale”. Anche per i cookies Dall'entrata in vigore del nuovo Regolamento UE 2016/679, noto anche come GDPR (General Data Protection Regulation), l'utilizzo di cookie è stato regolato in modo molto preciso in tutti i Paesi dell'Unione.  I cookies sono automaticamente bloccati finché l'utente non concede l'esplicito consenso ad ogni sito web di utilizzarli. European Data Protection Board - sottolinea come le valutazioni sulla tutela dei dati personali spettino comunque al titolare del trattamento secondo i principi fissati dal GDPR.  C’è anche un Piano per un’ Europa Digitale della Commissione Europea per gli anni 2021-2027 che tutela noi cittadini.

 

Domanda: on line mi pare che ci siano troppi contenuti misogeni, non ci sono studi europei e attività di monitoraggio sulla parità di genere in generale su Internet e sui divari  di genere nel mondo del lavoro  ? Nerina Vincenzi

Risposta:  in effetti diversi studi europei evidenziano le disparità di accesso ai servizi on line, l'utilizzo di algoritmi che discriminano sulla base del genere, l’elevato numero di contenuti online che non rispecchiano le necessità e la realtà delle donne, è stato denunciato lo scarso coinvolgimento delle donne nella definizione di  contenuti digitali  e la colonizzazione degli spazi online da parte della misoginia e della violenza informatica. I dati disponibili mostrano un divario digitale di genere a livello mondiale. Nell'Unione Europea c’è una mancanza di accesso o di competenze Internet di base per donne e ragazze, il numero di donne che non hanno mai usato Internet rimane significativo (14 % delle donne rispetto al 12 % degli uomini). L’EIGE, Istituto europeo per l’uguaglianza di genere fonda le sue attività di ricerca, statistica e sensibilizzazione sul principio fondamentale dell’uguaglianza fra esseri umani per abbattere situazioni di discriminazioni anche on line.  Il  primo passo quindi è culturale e di formazione: servono più donne nel settore Ict e tecnologico delle reti. Il Gender equality index offre  dati rilevanti per mettere in evidenza il livello di violenza sulle donne e diseguaglianze sociali anche  on line. L’EIGE ha creato una rete tra Stati membri, istituzioni comunitarie, centri di ricerca, centri di informazione/biblioteche, piattaforme di lavoro a livello UE come EQUINET e EWL, UN Women, Consiglio d'Europa, OCSE, OSCE e ILO, Comitati economici e sociali, organismi nazionali di parità, organizzazioni non governative, organizzazioni internazionali di Stati anche extraeuropei per supportare i territori regionali.  Il programma  europeo “Diritti, uguaglianza e cittadinanza” ha un budget di circa 440 milioni di euro e prevede nove obiettivi specifici, di cui uno destinato alla parità di genere e un altro alla prevenzione e alla lotta contro la violenza nei confronti di donne, bambini e giovani e alla protezione delle vittime e dei gruppi a rischio. A questi due obiettivi è attualmente destinato circa il 35% dei fondi del programma. “I fondi SIE 2014-2020, in particolare il Fondo sociale europeo (FSE) e il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR),” dice il dott. Danilo Mazzacane, segr. gen. Cisl Medici Lombardia,” rappresentano le principali leve finanziarie per la promozione dell’uguaglianza tra donne e uomini. In base ai programmi operativi concordati tra gli Stati membri e la Commissione europea , si stima che nel 2014-2020 si destineranno circa 5,85 miliardi di EUR a misure per la promozione della parità di genere”. Nell’ambito delle spese del FSE, nel periodo 2014-2020 sono programmati per la parità di genere circa 4,6 miliardi di euro, dei quali 1,6 miliardi di eur nell’ambito della priorità di investimento scelta da dodici Stati membri, riguardante l’uguaglianza tra uomini e donne in tutti i settori, incluso nell’accesso all’occupazione, all’avanzamento di carriera, la conciliazione della vita professionale e privata e la promozione della parità retributiva per lo stesso lavoro.

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