Pillole d'Europa

di Cinzia Boschiero

I blog riportano opinioni degli autori e non necessariamente notizie, in ossequio al pluralismo che caratterizza la nostra Testata.
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Pillole d'Europa
Fondi FEAD, vocazioni e scuola, Innovazione, over 65 e FEDERSPEV
docenti ECFOP con Suore della Riparazione

PER STARE MEGLIO COME CITTADINI  EUROPEI  E  CONOSCERE DIRITTI E TUTTE LE OPPORTUNITA' UTILI - In questa rubrica notizie flash sulle normative europee e internazionali, notizie internazionali ed europee utili e pratiche per la vita di tutti i giorni. E’ attivo  un servizio di “A domanda, risposta” su bandi, agevolazioni, finanziamenti europei , borse di studio e di ricerca nazionali, regionali e locali per i lettori di Affaritaliani. Per richieste di informazioni scrivete a cinziaboschiero@gmail.com – oppure alla  e-mail: dialogoconleuropa@gmail.com

 

Domanda: C’è un calo di vocazioni in  Italia e in Europa e quali sono i dati sulle scuole cattoliche? Armando Vusco

Risposta: dal 2010 al 2017, secondo gli ultimi dati disponibili diffusi, il numero di suore è calato globalmente di circa li 10%. Si consideri che oggi le religiose sono circa 648 mila, i sacerdoti 414 mila. In ambito femminile, i dati indicano un calo di circa 10 mila religiose ogni anno nei tempi più recenti; nel 2017 l’andamento numerico nel dettaglio era il seguente: si registrava una crescita, come ormai avviene da tempo, in Africa (+1.489) e in Asia (+1.118), mentre in America (-4.893), Europa (-7.960) e Oceania (-289) si confermava un andamento fortemente negativo. Le scuole cattoliche in Italia sono in crisi lo dice suor Anna Monia, di Fidae, e un emendamento alla camera dei deputati stanzia per le scuole paritarie 300 milioni di euro in Italia. Tra le realtà molto valide c’è ECFOP   Ente Cattolico per la Formazione Professionale.  Si inserisce nella proposta educativa della scuola post-obbligo attraverso l'attuazione dei corsi finanziati dalla Regione Lombardia, dai Fondi Sociali Europei e su commesse private. Ha diverse sedi e indirizzi formativi (estetica, acconciatore, grafico multimediale, panificatore e pasticcere etc.) , corsi per adulti e per adolescenti e negli anni hanno saputo dare un presente e un valido inserimento nel mondo del lavoro a tanti giovani anche in situazioni di difficoltà familiari e personali. Vi operano in particolare le Suore della Riparazione; l’Istituto delle Suore della Riparazione è sorto a Milano nel 1859 ed attualmente è presente in diversi Stati oltre l’Italia quali ad esempio la Birmania, il Brasile, Myanmar, Papua Nuova Guinea, Australia, Filippine  e  che quest’anno festeggia i 150 anni dalle morte del fondatore Padre Carlo Salerio sacerdote e missionario che con Carolina Orsenigo ne diedero vita, unendo la spiritualità eucaristica con la spiritualità missionaria apostolica mettendo al centro la carità. La congregazione femminile di  Milano era consacrata  inizialmente alle donne adolescenti in grave difficoltà.  Presso ECFOP un connubio tra suore e docenti ha dato negli anni molti ottimi risultati in termini di crescita professionale e recupero socioculturale di giovani e adulti, oltre che per il loro inserimento nel mondo del lavoro con una grande attenzioni ai valori della persona.        

 

Domanda: le nuove tecnologie mettono in difficoltà gli anziani,  ma anche noi studenti universitari con le lezioni a distanza; ci sono dei dati nazionali ed europei in merito? Sto facendo una ricerca per la mia tesi di laurea grazie  Nadia Figino

Risposta: sì ci sono dei dati sia nazionali che europei. Secondo i dati del recente rapporto Istat uscito a luglio in Italia più di 6 milioni di famiglie non usa Internet. nel capitolo "Criticità strutturali come leva per la ripresa" del Rapporto annuale presentato il 3 luglio scorso, capitolo teso a focalizzare l'attenzione su alcune criticità strutturali del sistema Paese, che vi è un evidente divario italiano con il resto dell'Europa nell'uso di Internet. In Italia gli utenti con competenze digitali elevate sono il 22% contro il 33% della media europea. Non utilizzano la rete soprattutto i nuclei familiari costituiti da soli anziani e da componenti con basso titolo di studio. Nel 2019 ad utilizzare con regolarità Internet è stato il 74% degli individui tra i 16 e i 74 anni, contro l'85% della media Ue. Mentre riguardo ai giovani studenti universitari il problema è elevato in quanto anche in Lombardia che dice di essere la regione più virtuosa come innovazione ci sono diversi comuni che non hanno la banda larga e quindi gli studenti universitari (es. sul lago di Como) non riescono a seguire le lezioni on line o a fare gli esami on line; inoltre lamentano giustamente il fatto che ogni professore universitario utilizza parametri di valutazione diversi, tool diversi e molti appelli si sono sovrapposti come date impedendo di fatto un regolare svolgimento sia delle lezioni on line che degli esami e inoltre il fatto che i laboratori tecnici, scientifici, informatici e le biblioteche universitarie non siano accessibili ha messo in seria difficoltà gli studenti che protestano giustamente sia in Italia che in Europa per il poco rispetto alle loro esigenze didattiche e formative. Il periodo di confinamento domiciliare, per le attività rimaste aperte, ha imposto, su un sistema che in confronto agli altri partner europei, parte con uno svantaggio consistente in termini di digital divide (un gap in termini di indicatori collegati all'uso di Internet di circa il 10% rispetto alla media europea), l'apprendimento in corsa del lavoro a distanza e di forme organizzative più focalizzate sull'essenziale. Se lo shock ha avuto l'effetto positivo di evidenziare che, col capitale umano disponibile, era già possibile avviare un necessario cambio di passo e in tempi brevi imparare a sfruttare su larga scala tecnologie disponibili, dall'altro ha nuovamente focalizzato l'attenzione sul peso che il ritardo negli investimenti digitali ha in termini umani, sociali, economici. L’identità digitale dei cittadini è il punto di partenza di qualunque trasformazione digitale; senza, si può fare davvero poco, difficilmente potremmo prescindere da un sistema di autenticazione unico, europeo, sicuro che ci faccia accedere banche dati condivise, app condivise, servizi condivisi. Tuttavia occorre tenere presente anche l’età media del nostro Paese. Il decreto semplificazione per gli over 65 può  essere una complicazione ad esempio.   Nel decreto legge “semplificazione” approvato nel Consiglio dei  ministri il 7 luglio u.s. è  stato inserito nell’art 29 quanto segue: il professionista che non comunica il proprio domicilio digitale all’ Ordine di appartenenza  è obbligatoriamente soggetto a  diffida da parte dell’Ordine stesso ad adempiere a tale compito entro 30 giorni. In caso di mancata ottemperanza alla diffida l’Ordine  comminerà la sanzione della sospensione fino alla comunicazione  dello stesso domicilio digitale. “E’ una norma che penalizza gli over 70,” dice il prof. Michele Poerio, Presidente di FEDERSPEV e segretario generale di Confedir,”Quanti medici ultrasettantenni, pur cessati da diversi anni dalla professione attiva, rimangono ancora iscritti all’albo per solo segno di appartenenza ad  una grande famiglia, alla classe medica, alla medicina, che sentono loro  missione di  vita? Molti di questi saranno costretti a cancellarsi dall’Ordine  perché non  abituati a gestire  strumenti informatici e tantomeno PEC e  domicilio digitale, ossia un indirizzo elettronico certificato nell’Anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr) e reso disponibile a tutte le pubbliche amministrazioni e ai gestori di pubblici servizi. Era molto meglio  prima, quando i professionisti avevano solo l’obbligo di comunicare all’ Ordine di appartenenza il proprio indirizzo PEC che già di per sé rappresentava una grande difficoltà da demandare a terzi con grosse responsabilità. Come FEDERSPEV chiediamo pertanto l’introduzione di una norma transitoria  di dispensa dall’acquisizione della PEC e del domicilio digitale  per coloro che, all’entrata in vigore della legge, siano ultrasettantenni, non  in possesso di partita IVA e pertanto non esercitino più la professione”.

 

Domanda: ci sono degli studi e progetti  europei per aiutare chi è disabile con soluzioni ingegneristiche ed informatiche innovative?

Risposta: sì. Le segnalo che ci sono diversi progetti, tra questi anche il progetto Stanza magica, che prevede la realizzazione di un sistema in grado di generare una serie di stimoli sensoriali programmabili che evochino la sensazione delle quattro stagioni. Il sistema risponde alle esigenze educative di bambini con gravi deficit di relazione con il mondo esterno. Il progetto nasce dalla collaborazione tra l’Istituto Galilei di Milano- indirizzo elettrici, la Scuola Speciale Calasanzio, che accoglie studenti con bisogni educativi speciali e altri partners tra cui Fondazione Cariplo, Fondazione Politecnico di Milano. Attualmente questa modalità di interazione si realizza nella “stanza magica” ovvero in uno spazio strutturato e protetto, attrezzato con apparecchiature per la stimolazione sensoriale. Ci sono anche dei progetti europei di ricerca finanziati dal programma Horizon 2020 e Le segnalo un bando che cofinanzia progetti pilota di accessibilità web inclusiva per le persone con disabilità cognitive. Si punta a promuovere lo sviluppo di strumenti che facilitino l'accesso indipendente e inclusivo a contenuti e servizi online per le persone con disabilità cognitive, in linea con quanto disposto dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, dalla Direttiva UE sull'accessibilità del web e dall'European Accessibility Act.

Domanda: sono aumentate le persone indigenti, come associazione vorremmo sapere se ci sono dei fondi europei per proseguire la nostra attività a loro favore in quanto ci troviamo in difficoltà, grazie Ludovica Varedda

Risposta: Sì. C’è il Fondo di aiuti europei agli indigenti - FEAD, istituito nel 2014 che sostiene gli interventi degli Stati dell’Unione Europea volti alla distribuzione di prodotti alimentari e/o alla fornitura di assistenza materiale di base per gli indigenti quali prodotti alimentari, indumenti e altri articoli essenziali per uso personale, ad esempio calzature, prodotti per l’igiene. L’assistenza materiale deve essere accompagnata da misure di inclusione sociale, quali misure di orientamento e sostegno per aiutare le persone a uscire dalla povertà. Per il periodo 2014-2020 il FEAD ha un budget di  3,8 miliardi di euro.

 

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