Pillole d'Europa

di Cinzia Boschiero

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Pillole d'Europa
FONDI PER BREVETTI, PER LA SANITA’, PER LA TUTELA LAVORATORI E MEDITERRANEO
avv. Daniela Mainini, Presidente Centro Studi Grande Milano

Domanda: ho una piccola azienda e non capisco questa polemica nel settore farmaceutico, per noi i brevetti sono da tutelare, anzi avremmo bisogno di sostegno per proseguire a fare ricerca e brevetti, ci sono opportunità per noi  in Europa? Marco Fugazza

Risposta: certo l’Unione europea con il brevetto europeo agevola le pmi  e inoltre Le segnalo un bando aperto, con scadenza al 30 settembre, gestito dall’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO) relativo all’iniziativa "Ideas Powered for business SME FUND". Si tratta di un Fondo di sovvenzioni da 20 milioni di euro (https://euipo.europa.eu/ohimportal/it/online-services/sme-fund) creato per aiutare le piccole e medie imprese con sede nell’Unione europea ad avvalersi dei propri diritti di proprietà intellettuale (PI) e a trarne vantaggio. Il Fondo, finanziato da EUIPO e dal programma COSME della Commissione europea, è destinato alle pmi europee che intendano sviluppare strategie di PI e proteggere diritti di PI a livello nazionale, regionale o dell’UE. Offre, infatti, a queste imprese sostegno finanziario sotto forma di rimborso parziale dei costi per domande di marchio e disegno o modello e per la pre-diagnosi della proprietà intellettuale. Sul tema dei brevetti  abbiamo chiesto alla dott.ssa Daniela Mainini, Presidente del Centro Studi Grande Milano che ci ha detto: “Occorre investire sempre più nella ricerca e Horizon Europe va in questa direzione. E’ fondamentale però ristabilire ruoli e competenze: le leggi si fanno nei Parlamenti e non sui social e così per temi di salute pubblica e sui vaccini, tema all’ordine del giorno, è fondamentale informare in modo corretto: i brevetti hanno una loro importante funzione. Dopo l’uscita del Regno Unito (causa Brexit) dal sistema del Brevetto Europeo ad effetti unitari e della Unified Patent Court, la sede centrale originariamente assegnata a Londra – e che si occuperà delle cause di nullità dei brevetti del comparto farmaceutico e Life Science – dovrà essere rilocalizzata: Milano, capitale italiana dell’innovazione, è sotto molteplici profili la candidata ‘naturale’ a prenderne il posto e i nostri politici devono impegnarsi per ottenere ciò. Il dibattito mal impostato sui media generalisti depaupera il problema reale:  l’approccio etico va tutelato con l’equo compenso e la cooperazione scientifica tra pubblico e privato va incrementata non demonizzata”.

Domanda:  sono un pensionato credo che davvero noi siamo il vero welfare in quanto aiutiamo sia figli che nipoti, non ci sono realtà che tutelano i nostri interessi in Europa? Inoltre non capisco cosa con il PNRR si intenda fare per il settore in cui ho lavorato e lavora anche mia figlia,  ovvero il settore sanitario, ci sono abbastanza fondi europei e progetti concreti? Gianfranco  Pescotto

Risposta: Le segnalo la  FEDER.S.P.e V. (Federazione Nazionale Sanitari Pensionati e Vedove) che è molto attiva sia in Italia che in Europa proprio per la tutela delle pensioni e degli over 65;  è infatti l'unica associazione sindacale che non si occupa solo di titolari di pensione, ma si fa carico istituzionalmente anche dei problemi delle loro vedove, che entrano a far parte in prima persona degli Organi Direttivi dell'Associazione stessa. Inoltre ha istituito pure un fondo per le famiglie dei medici pensionati tornati al lavoro per la pandemia e che hanno perso la loro vita. Da sempre si occupa di fare comprendere come sia fondamentale separare assistenza da previdenza in Italia come accade in altri Stati europei e ha fatto diverse azioni legali in Italia e quando non si è vista tutelata in Italia si è rivolta alla corte europea. Abbiamo chiesto al Presidente, prof. Michele Poerio la sua posizione su PNRR e fondi europei e ci ha detto :” Il PNRR italiano punta, essenzialmente entro il 2026, sull’assistenza domiciliare, sulle Case di Comunità, sugli ospedali di Comunità, sulla digitalizzazione (telemedicina e non solo), sul potenziamento del  Fascicolo sanitario elettronico, sulla riforma degli IRCCS, sull’aumento delle borse per la medicina generale e le specializzazioni mediche, sugli ospedali ’sicuri e sostenibili’ e sulla ‘sostituzione dei macchinari con l’acquisto di oltre 3.000 grandi apparecchiature ad alto contenuto tecnologico’, sul potenziamento della dotazione di posti letto di terapia intensiva (più 3.500 con uno standard di 0,14 posti letto per 1000 abitanti),e semintensiva (più 4.225 posti letto) ma non di posti ordinari la cui dotazione del 3,1  per 1000 abitanti (tra le più basse in Europa) ha determinato la morte di un non indifferente numero di malati. Ma con quali fondi e senza una radicale rivisitazione dello stato giuridico dei medici dipendenti e dei medici convenzionati? I fondi previsti per la sanità dal PNRR ammontano a poco più di 15 mld  (8% circa del Fondo europeo) ai quali vanno aggiunti 1,7 mld  del REACT EU e 2,39 del fondo complementare per un totale di circa 20 mld,pochi se si vuole davvero puntare  ad una “ sanità sicura e sostenibile. Gran parte di questi fondi sono, giustamente, assorbiti dalla medicina territoriale fino ad oggi lasciata alla deriva, ma i circa 5,5 mld destinati alla medicina ospedaliera ( che con grandi sacrifici e con oltre 350 morti solo fra i medici ha evitato assieme all’encomiabile azione delle forze dell’ordine, un vero e proprio disgregamento sociale del nostro Paese),sono assolutamente insufficienti”.  I fondi europei ci sono dal programma EU4HEALTH , al Mes sanitario, oltre a FSEPlus per supportare l'accesso alla salute dei soggetti più vulnerabili; i fondi FESR, per migliorare le infrastrutture sanitarie regionali; RescEU, per la creazione di scorte di forniture mediche di emergenza; i fondi  Horizon Europe, per quanto riguarda la ricerca e l'innovazione sulla salute, e il programma Europa Digitale; il problema vero è se si sapranno presentare progetti ben congeniati e con una strategia a lungo termine per poterli utilizzare al meglio.  

Domanda: i sindacati sono sempre più in crisi e vanno rinnovati, non ci sono bandi europei per la tutela dei lavoratori? Erminia Gullaci

Risposta: sì, ci sono, da diversi anni la Commissione europea incentiva progetti per la tutela dei lavoratori e per le pari opportunità. Le segnalo ad esempio un bando aperto che cofinanzia progetti inerenti misure di informazione e formazione a favore delle organizzazioni dei lavoratori. l bando finanzierà attività quali: conferenze, seminari, tavole rotonde, studi, sondaggi, pubblicazioni, corsi di formazione, sviluppo di strumenti di formazione, creazione di reti, sviluppo e scambio di migliori pratiche. I progetti possono essere presentati singolarmente o in consorzio. Il bando ha un budget totale di  5.930.000 eur e ogni progetto approvato potrà ottenere sino al novanta per cento dei costi ammissibili coperti.

Domanda: trovo che sia necessario collaborare per progetti congiunti nel Mediterraneo, ci sono fondi europei in tal senso? Carla  Tucci

Risposta: sì , ci sono e ci sono già diversi progetti di cooperazione europea transnazionale tra imprese di Stati dell’Unione Europea e di altri Stati del Mediterraneo. Le segnalo ad esempio i bandi  della iniziativa PRIMA - Partenariato congiunto per la ricerca e l’innovazione nell’area del Mediterraneo. L’obiettivo di PRIMA è creare capacità di ricerca e sviluppare conoscenze e soluzioni innovative comuni per migliorare l'efficienza, la sicurezza e la sostenibilità dei sistemi agroalimentari e dell'approvvigionamento e gestione integrati delle risorse idriche nell'area del Mediterraneo, contribuendo a risolvere i problemi legati alla scarsità d’acqua, alla sicurezza alimentare, alla nutrizione, alla salute, al benessere e alla migrazione. Beneficiano dei fondi realtà di 19 Stati euro-mediterranei (Cipro, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Slovenia, Spagna e 8 Paesi extra UE - Algeria, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Marocco, Tunisia, Turchia).

 

 

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