Pillole d'Europa

di Cinzia Boschiero

I blog riportano opinioni degli autori e non necessariamente notizie, in ossequio al pluralismo che caratterizza la nostra Testata.
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Pillole d'Europa
La verità sull'idrogeno, fondi per progetti di telecomunicazioni, app nuove
dott. Renato Mantegazza e Romina Gibertoni, Associazione AIM

PER STARE MEGLIO COME CITTADINI  EUROPEI  E  CONOSCERE DIRITTI E TUTTE LE OPPORTUNITA' UTILI - In questa rubrica notizie flash sulle normative europee e internazionali, notizie internazionali ed europee utili e pratiche per la vita di tutti i giorni. E’ attivo  un servizio di “A domanda, risposta” su bandi, agevolazioni, finanziamenti europei , borse di studio e di ricerca nazionali, regionali e locali per i lettori di Affaritaliani. Per richieste di informazioni scrivete a cinziaboschiero@gmail.com – oppure alla  e-mail: dialogoconleuropa@gmail.com

 

Domanda: l’era dell’idrogeno in Europa è davvero arrivata? Giovanni Murateri

Risposta: L’idrogeno ha risvegliato l’interesse di molti per il potenziale impiego nella decarbonizzazione di vari usi energetici e recentemente è divenuto una priorità politica nell’agenda di vari Stati ed anche in Europa c’è molta attesa per un suo sviluppo. Una valutazione complessiva deve però tener conto delle possibili implicazioni in termini di costi e sicurezza. La FAST (www.fast.mi.it)  ha fondato nel 2004 H2It , Associazione Italiana Idrogeno e Celle a Combustibile e si occupa di progetti sull’idrogeno europei per i quali ci sono diversi finanziamenti comunitari. Se l’era dell’idrogeno è davvero già arrivata lo abbiamo chiesto ad un esperto, Alessandro Clerici, Presidente Onorario FAST e Past President AEIT che ci ha detto: “La produzione di idrogeno avviene oggi per il 99% da fonti fossili con notevoli emissioni di CO2 ed il costo a livello mondiale(senza penalizzazioni per la CO2) è tra 1,25 e 2,5 dollari al chilogrammo. In termini di energia  producibile dall’idrogeno(ed è quello che conta) sono 35-70 euro/MWh ,ed in UE 50 secondo la Commissione europea. Da elettrolisi dell’acqua alimentata da elettricità rinnovabile ,un idrogeno “verde”, che bruciando emette vapore acqueo, secondo Hydrogen Europe costa oggi 7,80 euro/kg (260 euro/MWh) in Germania; ciò da eolico onshore a 60 euro/MWh e con 2.000 ore equivalenti  all’anno .A parte le sfide tecnologiche e legislative per il trasporto ed utilizzo  dell’idrogeno rispetto al metano (degne di un discorso ad hoc), il  puro costo di produzione risulta notevolmente elevato  sia nei confronti dell’idrogeno “nero” da combustibili fossili e sia ai 13 euro/MWh del metano nei mercati UE. Per renderlo competitivo si prevedono ingenti investimenti per aumentare l’efficienza e la taglia degli elettrolizzatori a 100 MW verso il 2030  e poi fino a 1.000 MW. Anche con una forte riduzione dei costi di investimento (CAPEX) per gli elettrolizzatori ,il costo della sola produzione dell’idrogeno resterebbe  alto rispetto al metano; al 2050 IRENA ipotizza 40 euro/MWh pur con un CAPEX degli elettrolizzatori 1/5 dell’attuale e con 20 euro/MWh il prezzo delle rinnovabili con 4200 ore equivalenti all’anno(valori impensabili in Italia e in molti paesi UE che non saranno competitivi nella sua produzione). Pur considerando il suo contributo nella riduzione della CO2,uno dei problemi per l’idrogeno verde rimane quindi il costo elevato dell’energia ottenibile .La Strategia sull’Idrogeno europea(A hydrogen strategy for a climate-neutral Europe) è uno dei capisaldi del Green Deal europeo sia  per decarbonizzarne la produzione e sia per estendere l’uso dell’idrogeno in sostituzione dei combustibili fossili ed occorrerà un approccio pragmatico. Un’era dell'idrogeno affascina, ma non sembra ancora vicina ed economica. Prima di promettere  numeri di utilizzo mirabolanti e costi energetici futuri inferiori agli attuali ,occorre procedere con progetti di ricerca e sviluppo, impianti dimostrativi ,creazione di nuove legislazioni internazionali e coniugare sviluppo di offerta e di domanda ;non è semplice e richiede tempi e serie verifiche lungo il cammino. Una volta che elevati costi reali diventassero evidenti, emergerebbero infatti forti reazioni che avrebbero un serio impatto anche su una transizione stabile e duratura. In ogni caso deve essere implementata una comunicazione efficace per coinvolgere e consapevolizzare tutti i cittadini che  per un miglior ambiente, a parte l’idrogeno verde o sue alternative, una energia  senza emissioni ed i suoi usi costeranno di più e la transizione non sarà un facile sentiero privo di difficoltà e imprevisti“.

 

Domanda: lavoro nel settore delle telecomunicazioni ci sono bandi europei aperti per noi? Mario Unetri

Risposta: sì.   La Commissione europea, Direzione Generale delle Reti di comunicazione, dei contenuti e delle tecnologie attraverso l'Agenzia esecutiva per le reti e l'innovazione (INEA), ha lanciato otto inviti a presentare proposte per sovvenzioni a progetti in materia di reti transeuropee di telecomunicazione nel quadro del Meccanismo per collegare l’Europa (Connecting Europe Facility, CEF), per un ammontare di 36 milioni di euro. Vengono finanziati progetti di interesse comune che migliorano la vita quotidiana dei cittadini, delle imprese e delle amministrazioni pubbliche e contribuiscono allo sviluppo di un mercato unico digitale mediante l'utilizzo di infrastrutture digitali europee in tutta l'UE.  Tra i bandi aperti quello per la  Piattaforma europea per le competenze e i lavori digitali, il cui obiettivo è garantire che i cittadini europei siano dotati di adeguate competenze digitali; e il bando ha un budget di 2,5 milioni di euro.

 

Domanda: per la miastenia ci sono dei network europei? Lucrezia Fusco

Risposta: sì ci sono per le malattie rare, come la miastenia, -che peraltro non è poi così rara, visti i numeri europei-, dei network europei, si chiamano European Reference Network. L’associazione italiana miastenia AIM (www.miastenia.it) fa  parte , per l’Italia, di questi network che includono centri di ricerca, ospedali, università e associazioni di pazienti.   Il presidente di AIM, dott. Renato Mantegazza contattato da noi per Lei ci spiega anche che hanno realizzato uno studio recente internazionale MyRealWorld MG che valuta l'impatto della miastenia grave sulla vita quotidiana dei pazienti. Lavorando con organizzazioni di pazienti di 9 Stati (Stati Uniti, Giappone, Germania, Regno Unito, Francia, Italia, Spagna, Canada, Belgio), il team del dott. Renato Mantegazza, ha collaborato a questo studio, dando consulenza per l’ implementazione e la sperimentazione di una  app che è utile per i pazienti, come spiega  il dott. Renato Mantegazza  Presidente Associazione AIM-Amici del Besta e Direttore  U.O.C. Neurologia 4 - Neuroimmunologia e Malattie Neuromuscolari. La app si scarica gratuitamente e consente di  condividere il proprio vissuto come paziente di Myasthenia Gravis e di condividere i propri dati con i ricercatori in modo che si possa avere un ulteriore supporto, in questo caso prettamente tecnologico, che aiuti  a comprendere l'impatto e l'onere della miastenia grave sui pazienti e sulle loro famiglie. Lo studio MyRealWorld MG è aperto a tutte le persone maggiorenni a cui sia stata diagnosticata la miastenia grave. Per installare l'app, basta scaricarla sul proprio dispositivo ed è disponibile su Apple o Google Play Store e per essere informati sui risultati dello studio nella sezione “conoscenza” della app ecco il link utile https://vitaccess.com/myrealworld-mg. A livello europeo ci sono nuovi studi sulla miastenia e innovative cure che migliorano la qualità di vita dei pazienti. 

 

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