Pillole d'Europa

di Cinzia Boschiero

I blog riportano opinioni degli autori e non necessariamente notizie, in ossequio al pluralismo che caratterizza la nostra Testata.
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Pillole d'Europa
PROGETTI E AIUTI PER OLIMPIADI, DONNE E SPORT, INNOVAZIONE E CURLING
Sindaco di Cortina, Gianluca Lorenzi

PER STARE MEGLIO COME CITTADINI  EUROPEI  E  CONOSCERE DIRITTI E TUTTE LE OPPORTUNITA' UTILI

 In questa rubrica notizie flash sulle normative europee e internazionali, notizie internazionali ed europee utili e pratiche per la vita di tutti i giorni. E’ attivo  un servizio di “A domanda, risposta” su bandi, agevolazioni, finanziamenti europei , borse di studio e di ricerca nazionali, regionali e locali per i lettori di Affaritaliani. Per richieste di informazioni sui bandi scrivete a cinziaboschiero@gmail.com – oppure alla  e-mail: dialogoconleuropa@gmail.com


Domanda: il curling si può dire che sia uno sport europeo? Mirki Rovelli
Risposta:
Le faccio rispondere dal Sindaco del Comune di Cortina  ex dirigente sportivo, ex giocatore di curling, ex presidente del Curling Club Dolomiti che aveva esordito con la maglia azzurra nel 1986, con la nazionale junior, Lorenzi ha partecipato a cinque campionati mondiali junior di curling, con la nazionale partecipa a tre campionati europei di curling, Lorenzi vanta un totale di 61 presenze in nazionale; Gianluca Lorenzi ha preso parte ai campionati italiani di curling inizialmente con il Curling Club New Wave, poi con il Curling Club Dolomiti, ed è stato quattro volte campione d'Italia. “E’ importante fare cultura sportiva” dice il Sindaco di Cortina, Gianluca Lorenzi, ex giocatore di curling ed  ex presidente del Curling Club Dolomiti: “Il curling è una disciplina complessa che richiede precisione e preparazione muscolare: non solo, è anche in grado di definire il fisico, snellirlo e renderlo più forte. Puntiamo ad aumentare l’interesse verso tutti gli sport a Cortina e a condividere lo spirito di fair play che li caratterizza. Di sicuro si può dire che è uno sport europeo e la nostra volontà è farlo crescere”.  In particolare il curling è adatto a tutte le età ed ha una grande storia: nato in Scozia durante il periodo medievale, la prima attestazione ufficiale risale al 1541, anno in cui viene menzionato nei registri dell’Abbazia di Paisley. Il termine curling, tuttavia, appare solo nel 1620 e bisogna aspettare il XIX secolo prima di avere notizie sulla sua diffusione nel Paese. Sempre la Scozia, inoltre, è anche sede della World Curling Federation: l’organismo internazionale che ne fissa il regolamento e organizza le competizioni più importanti del mondo. “Faremo iniziative di informazione e cultura dello sport nelle scuole per incrementare l’interesse nelle pratiche sportive in linea con i principi, che condividiamo, della campagna europea HealthyLifestyle4All (2021-2023). La Salute non è un costo, ma è un investimento e lo Sport aiuta a crescere e a vivere il nostro territorio con passione, fairplay, etica e innovazione”.


Domanda:  l’Unione europea in che modo è coinvolta con le Olimpiadi e come tale evento potrà resistere al clima di guerra incombente, come potrà veicolare la cultura sportiva, la cooperazione, il rispetto delle minoranze? Luana Guspore
Risposta:
lo potrà fare e già lo fa con progetti territoriali concreti. La Commissione europea è al fianco dello sport sia a livello normativo, per una maggior tutela di chi lo pratica, sia  a livello di cofinanziamenti, in quanto elargisce fondi per migliorare infrastrutture e impianti, sia per progetti di ricerca e innovazione ad es. per l’evoluzione dei materiali tecnici legati ai vari sport (es. soluzioni per abbigliamento innovativo per gli sportivi etc.). Le basi per una politica dello sport dell'Unione Europea sono nel Libro bianco sullo sport (2007) nel relativo piano d'azione «Pierre de Coubertin» avviato nel 2008. Il Libro bianco sullo sport presentato dalla Commissione europea nel luglio 2007 è stata la prima «iniziativa globale» sullo sport in ambito comunitario. L’Unione europea ha acquisito per la prima volta una competenza specifica in materia di sport nel dicembre 2009 con l'entrata in vigore del trattato di Lisbona. L'UE dispone pertanto di una base giuridica per sostenere il settore a livello strutturale con il programma Erasmus+ e per esprimersi con una sola voce nelle sedi internazionali e nei confronti dei paesi terzi. La Commissione europea promuove iniziative, quali la Settimana europea dello Sport e il Corpo europeo di solidarietà, all'interno delle organizzazioni sportive, pertanto sia con volontari sia con tutti gli ambiti che le competono è già all’interno delle Olimpiadi. Ricordiamo che l’Unione europea siamo noi cittadini, perché siamo noi che eleggiamo gli eurodeputati del Parlamento europeo, siamo noi che lavoriamo come cittadini dei vari Stati negli uffici della Commissione europea, siamo noi cittadini che abbiamo eletto i nostri parlamentari nazionali e i nostri ministri si riuniscono periodicamente nel Consiglio dell'Unione europea, più noto come Consiglio dei Ministri e, in questa sede, i Ministri degli Stati membri dell’Unione europea, competenti per materia, adottano gli atti legislativi di competenza dell'Unione europea, definiscono i suoi obiettivi politici, coordinano le politiche nazionali e compongono le divergenze che esistono tra di loro e con altre istituzioni.   L'inclusione sociale e la parità di genere è una delle priorità dell'UE per il ruolo dello sport nella società. La Commissione europea sostiene i progetti e le reti per l'inclusione sociale dei migranti attraverso i fondi strutturali e d'investimento europei (fondi SIE) e il programma ErasmusPlus. L'Unione Europea inoltre cofinanzia progetti quali la Rete europea per l'inclusione nello sport (ESPIN), il partenariato "Inclusione sociale e volontariato nei club sportivi in Europa" (SIVSCE) e Fairplay; progetti per le donne nello sport come il progetto "SPIN Women” che ha favorito l’inclusione sportiva di donne migranti e appartenenti a minoranze. Ricordiamoci che le donne hanno fatto fatica e fanno ancora oggi fatica per avere spazio adeguato nel settore dello sport. Nessuna donna era presente, nemmeno come spettatrice ai Giochi Olimpici nell’antica Grecia alle Olimpiadi. Ad Atene nel 1896, la prima Olimpiade moderna, le donne non poterono partecipare poiché De Coubertin volle rispettare la tradizione classica, tuttavia una donna coraggiosa greca corse per una maratona, conosciuta col nome di Melpomene, ma il nome reale era Stamati Revithi; non le era stato consentito di correre nella gara maschile, ma correrà da sola il giorno successivo ma non fu riconosciuto il suo impegno e gesto. Le donne nei Giochi di Parigi del 1900 erano solo un paio, mentre vi erano oltre 600 uomini nelle gare. Nelle Olimpiadi di Berlino del 1936 fu consentita la presenza nella squadra tedesca di Helena Mayer di origine ebrea; gli Stati partecipanti erano quarantanove per un totale di 3834 atleti di cui 328 donne. Anche l’Italia prese parte con la partecipazione di Ondina Valla nella specialità degli 80 metri ostacoli vincendo la medaglia d’oro. Insomma lo sport nella storia è stato anche un “luogo di battaglia” per conquistare i diritti delle donne. Nell’Olimpiade di Atlanta del 1996, le donne musulmane parteciperanno ai giochi. Per la prima volta dopo la rivoluzione islamica del 1979, era presente una donna nella rappresentativa nazionale, Lida Fariman. Segnaliamo anche progetti europei per l’inclusione delle persone LGBT+ come il progetto europeo Outsport che è stato il primo progetto di ricerca europeo specifico sulla discriminazione basata sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere nello sport. Una parte importante dell’eredità del progetto Outsport riguarda l’Outsport Toolkit, uno strumento per affrontare l’inclusione LGBT+ attraverso la metodologia ETS (Educare attraverso lo sport). Si segnala pure il progetto europeo MESIS, avviato all’inizio del 2023, che risponde all’esigenza di rafforzare quanto fatto e diffondere la metodologia e le pratiche verso chi opera sul campo. Con strumenti concreti alle scuole, alle associazioni sportive e alle comunità locali, con la metodologia ETS creando strumenti digitali e di e-learning e a cui partecipa tra i partner la EGSLF (Paesi Bassi) e che è una organizzazione sportiva ombrello.


Domanda: ci sono fondi europei per giovani adolescenti? Lisa Marchetti

Risposta: sì, c’è il concorso europeo ”I giovani e le scienze 2024” che si svolge ogni anno, gestito dalla Commissione europea, Direzione generale Ricerca e organizzato per la selezione annuale italiana dalla FAST-Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche. La mostra con gli stand degli inventori di età compresa tra i 14 e i 20 anni provenienti da tutta Italia per la selezione 2024 saranno aperti al pubblico il 18 marzo in piazzale Morandi 2 a Milano. Dice il dott. Alberto Pieri, segretario generale della FAST:”A questa edizione saranno presenti 25 progetti di studenti italiani e abbiamo invitato 10 team di 10 progetti EUCYS  provenienti da altri Stati perché a noi preme la dimensione internazionale ed europea dell’evento”. La premiazione della selezione italiana del concorso europeo EUCYS  avverrà alla presenza delle massime cariche europee ed italiane tra cui il dott. Massimo Gaudina, coordinatore della Nuova Europea Agenda dell’ Innovazione che spiegherà a che punto siamo con i lavori della Agenda strategica per la ricerca e l’innovazione europea e che ci ha detto: “La Commissione europea punta sui giovani e sull’innovazione. Il 18 marzo presenteremo i contenuti di questa Agenda strategica per la ricerca e l’innovazione che si propone di migliorare l’ecosistema dell’innovazione in Europa, rafforzare il capitale umano e facilitare gli investimenti nelle start-up e nelle scale-up”.






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