Pillole d'Europa

di Cinzia Boschiero

I blog riportano opinioni degli autori e non necessariamente notizie, in ossequio al pluralismo che caratterizza la nostra Testata.
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Pillole d'Europa
Scuole e sicurezza, prevenzione vista, aiuti a donne e lavoratori
prof. Ruben Razzante, Univ. Cattolica ai corsi UGIS sulle fake news a "Cortina tra le righe"

PER STARE MEGLIO COME CITTADINI  EUROPEI  E  CONOSCERE DIRITTI E TUTTE LE OPPORTUNITA' UTILI - In questa rubrica notizie flash sulle normative europee e internazionali, notizie internazionali ed europee utili e pratiche per la vita di tutti i giorni. E’ attivo  un servizio di “A domanda, risposta” su bandi, agevolazioni, finanziamenti europei , borse di studio e di ricerca nazionali, regionali e locali per i lettori di Affaritaliani. Per richieste di informazioni scrivete a cinziaboschiero@gmail.com – oppure alla  e-mail: dialogoconleuropa@gmail.com

 

Domanda: le scuole riaprono ma non ci sono linee guida comuni europee? Marisa Cuppero

Risposta: non ci sono linee guida comuni europee sulle scuole in quanto i sistemi sono diversi anche se integrati tra di loro, ma ci sono standard di sicurezza comuni europei. Inoltre le segnalo il progetto  europeo  ScuolaCovid19 nasce con lo scopo di fornire alle amministrazioni e alle scuole uno strumento di riflessione e di lavoro sul funzionamento della attività delle scuole alla luce della pandemia di Covid19. Attraverso il monitoraggio delle disposizioni vigenti e delle misure adottate in diversi paesi europei, il progetto mira a costruire un repertorio di informazioni utile per l’implementazione delle misure di distanziamento e di contenimento senza ledere al diritto allo studio, alla relazione e alla crescita emotiva dei bambini e dei ragazzi. Con il fine di incentivare la riflessione sulla scuola in un momento in cui si trova ad affrontare una sfida inedita, il monitoraggio dei dispositivi è accompagnato da una serie di interviste con esperti, quali dirigenti scolastici o studiosi, da diversi paesi europei. Il progetto ScuolaCovid19 fa parte delle attività di ricerca del progetto ECASS ed è realizzato dal dal Laboratorio di Politiche Sociali del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani (DAStU) del Politecnico di Milano. “Come Associazione nazionale Obiettivo Famiglia-Federcasalinghe Donneuropee,” dice la Presidente on. Federica Rossi Gasparrini,” siamo preoccupate, sia come mamme e come nonne, ma l’apprensione per la salute dei nostri figli e nipoti è relativa: la vita deve andare avanti e li abbiamo visti troppo soffrire durante il lockdown, non è più possibile tenerli in casa, necessitano di poter socializzare, crescere, tornare alla normalità. Al virus si può sopravvivere all’ignoranza no. Soprattutto gli studenti dai 13 anni in su e quelli delle università  in Italia e in Europa vogliono tornare a fare i laboratori e i lavori di gruppo che l’on line non consente di fare se non in modo virtuale ma non soddisfacente e anche i genitori, ma le donne in primis con lo smart working si sono viste spesso sottodimensionare e sfruttare sia in famiglia che al lavoro e a questo occorre dire BASTA” ribadisce Federica Rossi Gasparrini, Presidente dell’Associazione Obiettivo Famiglia-Federcasalinghe Donneuropee. L’associazione è attiva dal 1982 ed è un’Associazione senza scopo di lucro, libera ed indipendente con sedi in tutta Italia e da tempo raccoglie istanze delle donne, mamme e lavoratrici, ha promosso la costituzione di un Fondo Opportunità delle mamme a tempo pieno. La famiglia è un Valore e la famiglia monoreddito è penalizzata in Italia rispetto agli altri Stati europei”.  Grazie alla creazione di un ‘Credito Formativo’ per le donne,   gestito attraverso un ‘Fondo Opportunità’, costituito presso il Ministero del Tesoro abbiamo davvero nuove opportunità ora anche in Italia per le donne che possono seguire i figli durante la loro formazione scolastica e poi tornare nel mondo del lavoro grazie al Fondo”.

Domanda:  C’è ancora troppa speculazione mediatica su temi di salute pubblica, a livello europeo non ci sono gruppi di esperti contro le fake news ? Luisella Riperti

Risposta: sì  a livello europeo c’è una task force e un gruppo di esperti della Commissione europea sulle fake news (Link https://ec.europa.eu/digital-single-market/en/news/final-report-high-level-expert-group-fake-news-and-online-disinformation) di cui fanno parte anche degli italiani. Inoltre si combatte contro la disinformazione dal 2015 con azioni e progetti mirati (link -  https://ec.europa.eu/digital-single-market/en/tackling-online-disinformation). E’ indubbio e lo avevo anche ribadito io tempo fa che fare speculazione mediatica su temi di salute pubblica non è etico (linkhttps://www.affaritaliani.it/rubriche/pillole_europa/ruolo-giornalisti-scientifici-progetti-eu-usa-alcol-giovani-progettonovho-681672.html). Se ne è parlato anche a Cortina in occasione della manifestazione “Cortina tra le righe” in cui l’associazione nazionale UGIS e la FAST hanno organizzato dei corsi su questi temi ricordando la deontologia professionale dei giornalisti e la necessità che non prevalgano i giochi del marketing e della “sete di click” sul web, ma si dia rilievo all’importanza della qualità dell’informazione e al ruolo del giornalista scientifico come mediatore culturale. “In Italia come Unità di monitoraggio per il contrasto della diffusione di fake news relative al covid-19 sul web e sui social network,” ha detto il prof. Ruben Razzante, Univ. Cattolica a Cortina ai corsi UGIS,” abbiamo redatto per la Presidenza del Consiglio dei Ministri- Dipartimento per l’informazione e l’editoria, un programma operativo di attività tra cui auspichiamo una armonizzazione dei contenuti istituzionali, dei corsi di formazione, e delle analisi quantitative”. L’Unità è stata istituita il 4 aprile 2020 con decreto del Sottosegretario di Stato con delega all'Informazione e all'Editoria, dott. Andrea Martella. Gli otto esperti lavorano senza percepire alcun compenso. L’area tematica è circoscritta alla diffusione sul web e sui social network dell’informazione relativa alle questioni afferenti alla diffusione del contagio virale e il lavoro è mirato al voler individuare delle best practices per  contenere il pericolo che la diffusione di disinformazione online possa indebolire le misure di contenimento della pandemia. All’Unità partecipa come osservatore l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, al fine di fornire il proprio supporto tecnico e condividere le esperienze maturate nell’ambito del “Tavolo Permanente su Big data e Piattaforme on-line”, dedicato all’analisi della disinformazione online, con particolare riferimento ai temi medico-sanitari relativi alla diffusione del nuovo coronavirus responsabile della malattia definita covid-19.

 

Domanda: sono una mamma lavoratrice e vorrei sapere se in Europa ci sono tutele per noi, mi pare che in Italia ci stiano penalizzando, grazie Romina Buttero

Risposta: in effetti in Italia nel Decreto Scuola, ha detto anche Federica De Pasquale, vicepresidente di Confassociazioni, sono stati ignorati i genitori che non svolgono lavoro dipendente. All’articolo 5  per aiutare i genitori ‘lavoratori dipendenti nel caso di quarantena prevista per quelle classi in cui risulti che uno studente sotto i 14 anni sia positivo al Covid-19, verranno attivati strumenti straordinari, già previsti nel periodo del lockdown ed inseriti nei decreti precedenti: congedi straordinari retribuiti, smart working, bonus baby sitter, ma ai lavoratori autonomi ciò non è dato. A livello europeo contro tali discriminazioni ci sono vari fondi e programmi quali il programma europeo Easi Asse Progress che cofinanzia progetti innovativi e sperimentali, a livello locale/regionale, volti a mettere in atto strategie globali, meccanismi e servizi che garantiscano un approccio olistico a supporto delle persone nelle situazioni più vulnerabili, tra cui anche i lavoratori autonomi e in particolare le donne che oltre al lavoro precario hanno a loro carico la cura e assistenza di figli e anziani di famiglia. Rispetto ad altri Stati europei ci sono delle disparità negli interventi, ad esempio in Italia è  stato pubblicato, sulla Gazzetta Ufficiale n. 223 dell’8 settembre 2020, il Decreto Legge n. 111 dell’8 settembre 2020 con disposizioni urgenti per far fronte a indifferibili esigenze finanziarie e di sostegno per l’avvio dell’anno scolastico, connesse all’emergenza epidemiologica da covid 19. Il Decreto è entrato in vigore il 9 settembre 2020. “La dizione ‘genitore lavoratore dipendente’ non fa distinzione tra pubblico e privato e allora dovrebbero essere ricompresi anche i pubblici dipendenti,” dicono il prof. Michele Poerio, Presidente di Federspev e il prof. Marco Perelli Ercolini, vicepresidente di Federspev,”La domanda sorge, però, dato che in diversi provvedimenti la Funzione pubblica  è spesso intervenuta con puntualizzazioni che ponevano una netta distinzione tra lavoratore del settore privato e quelli del settore del pubblico impiego; eclatante è quella che esclude i lavoratori del pubblico impiego dal congedo obbligatorio di paternità dei neo papà: da diversi anni attendono la norma attuativa, sepolta nel limbo. La Funzione pubblica a sostegno delle sue intromissioni  fa infatti presente che le modalità di fruizione per i lavoratori dipendenti del settore pubblico, nonché le relative indennità, sono a cura dell’Amministrazione pubblica con la quale intercorre il rapporto di lavoro. Sarebbe opportuna una maggiore chiarezza legislativa atta ad evitare diseguaglianze applicative e relative discriminazioni che in altri Stati europei non ci sono”. 

 

Domanda: mi pare che, a parte le parole, non ci siano stati degli interventi di rinnovamento strutturale per migliorare e recuperare la sanità territoriale in Italia e in Europa, o sbaglio? Io ad esempio che ho una atrofia ottica di Leber mi sono sentita abbandonata soprattutto in questo periodo difficile, non ci sono delle sinergie europee sulle malattie rare oculari? Marco Furesci

Risposta:  di recente è stato redatto un  PDTA  - Percorso Diagnostico, Terapeutico e Assistenziale  relativo alla patologia atrofia ottica di Leber (codice di esenzione RF0300). La stesura del PDTA è il frutto della stretta collaborazione e della condivisione di esperienze cliniche e conoscenze scientifiche dei centri di riferimento lombardi, in particolare la Fondazione IRCCS Istituto Neurologico C. Besta di Milano, l'IRCCS Policlinico di Milano, l'Ospedale Niguarda di Milano, l'IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l'IRCCS Fondazione Mondino di Pavia.  Allo scopo di uniformare il più possibile il PDTA a livello nazionale, l’elaborazione dello stesso è stata discussa anche con esperti dell’Ospedale Bellaria di Bologna, centro di riferimento per la patologia in Emilia-Romagna. Il fondamentale contributo dell’associazione dei pazienti Mitocon Onlus e dell'associazione dei pazienti affetti da Atrofia Ottica di Leber ha permesso di arricchire il percorso clinico, diagnostico e scientifico con quello più strettamente assistenziale e legislativo nel rispetto delle norme vigenti. L'Atrofia ottica di Leber (Neuropatia ottica ereditaria di Leber, Leber’s Hereditary Optic Neuropathy, LHON) è una malattia neurodegenerativa del nervo ottico di natura genetica, dovuta a mutazioni del DNA mitocondriale a trasmissione matrilineare, caratterizzata da un calo del visus subacuto consecutivo bilaterale e atrofia del nervo ottico (OMIM 53500, https://www.omim.org). “Si tratta di una malattia rara, con una prevalenza non del tutto nota, anche se è stimata in 1/15.000-1/50.000 nel mondo,” dicono la dott.ssa Lamperti e la dott.ssa Ardissone, della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta, ” il PDTA aiuterà pazienti e famiglie a meglio gestire tutte le problematiche legate a questa patologia. Sul tema delle patologie della vista l’associazione nazionale degli oculisti ambulatoriali GOAL  ha organizzato un evento medico-scientifico proprio per ribadire l’importanza del ruolo degli oculisti ambulatoriali. Il dott. Danilo Mazzacane, segr. gen. della Società Scientifica Gruppo Oculisti Ambulatoriali Liberi spiega”è un evento scientifico nazionale, il primo di persona dopo la pandemia covid 19,  volto a consentire uno scambio di know how in primis sulla gestione real life della visita oculistica ambulatoriale in era covid-19 per confrontare esperienze italiane, europee ed internazionali e best practices. Inoltre trattiamo i temi dell’innovazione tecnologica e della gestione delle patologie retiniche,  un approfondimento  sulla malattia glaucomatosa, oltre che sulle strategie per la prevenzione in oftalmologia pediatrica”. Presentati il 18 settembre gli studi più recenti relativi alla superficie oculare e ribadita l’importanza della multidisciplinarietà  in Italia e in Europa in diverse patologie tra cui le cefalee. Gli esperti di GOAL si confrontano su come si possa migliorare la comunicazione tra medico e paziente, e quanto ciò sia fondamentale per una aderenza e persistenza terapeutica in oftalmologia.   Per le malattie rare ci sono gli ERN voluti dalla Commissione europea che fanno sì che collaborino tra loro ricercatori, medici e associazioni di pazienti su progetti di ricerca e di assistenza innovativi per una migliore qualità di vita.   Fra gli obiettivi di G.O.A.L. ci sono la libertà nell’espressione professionale, una collaborazione efficacie e proficua con altri operatori sanitari e la tutela della salute visiva dei cittadini tramite l’umanizzazione comportamentale.

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