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Conte: la Juventus in finale Champions League non deve illuderci




"Portare una squadra italiana (la Juventus, ndr) in finale di Champions quest'anno e' stato un risultato importante e straordinario, ma questo non ci deve illudere". Lo ha detto il Ct della Nazionale Antonio Conte intervenendo ad un seminario organizzato dall'Ussi in corso di svolgimento al centro tecnico di Coverciano. "Mi auguro che quanto ottenuto in questa stagione sia l'inizio di una ripresa costante a livello internazionale anche delle nostre squadre italiane. Si e' lavorato molto bene quest'anno raggiungendo una finale di Champions e due semifinaliste in Europa League, quindi rispetto all'anno scorso ci sono stati grandi passi in avanti
"Mi auguro - dichiara Conte - che certi risultati vengano replicati anche l'anno prossimo perche' vorrebbe dire che questa locomotiva del nostro calcio si sta mettendo in moto. La scelta di giocatori da parte mia e' scesa al 34% di elementi nazionabili, un dato in decrescita quindi non posso dirmi soddisfatto da questo punto di vista dal campionato che si sta per concludere - ha aggiunto - Capisco che alla fine quello che conta e' il risultato finale pero' speriamo che l'anno prossimo qualcun altro possa contare di piu' sui nostri prodotti italiani che non sono da sottovalutare".
Conte ha anche ufficializzato uno stage degli azzurri da lui allenati ad inizio giugno prossimo. "Siamo riusciti a ritagliarci in concomitanza con il finale di campionato e l'impegno del prossimo 12 giugno valido per le qualificazioni agli Europei uno spazio per ritrovarci a Coverciano - ha spiegato il ct azzurro - e utilizzeremo il 2, 3 e 4 giugno prossimo per lavorare al centro tecnico".
L'ex mister della Juve ha anche raccontato del lavoro da lui svolto insieme alle squadre del settore giovanile azzurro. "Quando sono arrivato come ct della Nazionale ho trovato nelle squadre giovanili azzurre un ottimo lavoro, un'ottima organizzazione coordinata da mister Sacchi. Ho cercato di implementare questo lavoro e di portare alcune mie idee, oltre che confrontarmi con gli allenatori del settore giovanile azzurro. La voglia che c'e' da parte nostra, in particolare sulle squadre giovanili azzurre, e' di essere un po' piu' offensivi rispetto al passato. Ecco perche' la mia idea suggerita e' di giocare con due attaccanti vicini e due esterni dalle caratteristiche molto offensive. Ho la fortuna di lavorare con ragazzi molti preparati, molto seri nel nostro settore giovanile, stiamo cercando di far crescere il nostro calcio rispetto a nazioni che ci sono avanti sotto tutti i punti di vista. Penso alla Germania, alla Francia ma anche all'Inghilterra e alla Spagna. Si sta affacciando pure il Belgio in questo senso. C'e' da lavorare, bisogna trovare un equilibrio in tutto e fare un qualcosa di diverso rispetto al passato se vogliamo iniziare a camminare. Mi rendo conto che non e' facile perche' ci sono tante teste".
Infine il Ct azzurro ha parlato del suo rapporto con il mondo della stampa. "Nel giornalismo sportivo, in particolare nel calcio, sarebbe bello se si sviluppasse sempre di piu' il discorso proprio calcistico riferendomi con cio' al calcio giocato, ai discorsi tecnico-tattici, ai discorsi di campo. So che non e' semplice. Spesso e volentieri vedo che per tanti e' molto piu' importante indovinare la formazione invece di capire di cosa accade sul campo di calcio. L'importante, sia nel mio ambito, come allenatore, che sul fronte giornalistico, e' non fermarsi mai: studiare, approfondire, cercare di capire. Per me la soddisfazione nel rapporto con la stampa avviene quando leggo che la mia idea tattica viene capita e ben interpretata in un articolo. Spesso invece tutto si basa sul discorso di riuscire a capire l'undici iniziale o scrivere un articolo in cui si fa capire che si ha un rapporto preferenziale con l'allenatore. Le cose che servono al calcio e ad un allenatore e' che vi sia un rapporto fra stampa e tecnico basato sull'idea di calcio stessa".