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Coronavirus, Figc: posticipato il consiglio di venerdì sulla ripresa della A
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Coronavirus, Figc: posticipato il consiglio di venerdì sulla ripresa della A

È stato posticipato il consiglio federale della Figc in programma venerdì, fondamentale per capire se il protocollo di sicurezza sanitaria avesse avuto il placet delle istituzioni. La decisione è apparsa in una nota sul sito della Federazione. "Con riferimento all'ipotesi di riforma dei campionati, in particolare sulla Serie C, circolata nelle ultime ore su alcuni organi di informazione e sui social media - si legge -, la Figc precisa che nel tavolo di confronto istituito dal presidente Gabriele Gravina con tutte le componenti federali lo scorso gennaio, sono stati discussi diversi scenari, ma i lavori si sono interrotti a causa dell'emergenza da Covid-19. Non appena possibile, è volontà della Federazione riprendere a discutere alcune proposte di riforma nel rispetto delle norme statutarie. Al contempo, la riunione del Consiglio Federale programmata l'8 maggio è stata posticipata per la necessità di maggiori approfondimenti. Per consentire al sistema calcio di fronteggiare la crisi contingente, il Consiglio Federale sarà prossimamente riconvocato con all'ordine del giorno le tematiche inerenti la ripresa dell’attività sportiva e per stabilire le linee guida per l'iscrizione ai prossimi campionati".

massimo cellino
Il presidente del Brescia, ex Cagliari, Massimo Cellino

Cellino polemico: "Questo è un calcio senza futuro"

"Non mi interessa più se si torni a giocare o meno, facciano quello che vogliono. E che smettano di strumentalizzare le mie dichiarazioni: la mia linea è sempre stata chiara. Aspettiamo le decisioni della Merkel? È vergognoso. Abbiamo un presidente di Lega, uno della Federazione, uno del Coni e un ministro dello Sport e attendiamo gli altri? A me non frega niente della Merkel e dell'Uefa: l'Italia deve decidere in autonomia, siamo senza dignità". Il presidente del Brescia, Massimo Cellino, è tornato a parlare di ripresa a Teletutto. "Che decidano alla svelta perché io non accetto più questo continuo rimandare. Bastava sedersi a un tavolo e dividersi gli oneri in parti uguali e pensare alla ripartenza sicura. E invece nessuno molla perché questo calcio pieno di debiti ha già speso soldi non ancora incassati". "Questo non è più il mio calcio - conclude Cellino -, questo è un calcio senza futuro. E fare il presidente in Italia è diventato impossibile. E io non posso più accettare di essere ancora ai tempi della Gea: è come sedersi a un tavolo a giocare a carte con il tuo avversario che nasconde nella manica le carte buone e usa soldi falsi".

 

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