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Inter, Icardi: "Non siamo fortunati. E' cambiato tutto in ritiro"

Inter, Icardi: "Non siamo fortunati. E' cambiato tutto in ritiro. Dobbiamo tornare in Champions League"

"No, non si tratta di fortuna. Abbiamo lavorato molto bene in questo ritiro, abbiamo cambiato tutto. Lui, il mister, è molto attento. Soprattutto abbiamo in testa l'obiettivo che ci chiedono tutti: la società, il presidente, fino all'ultima persona che lavora qui. Lo sappiamo tutti: dobbiamo tornare in Champions League. Non ho l'idea dello scudetto, ho solo l'idea del lavoro e del fare bene". Sono le parole del capitano dell'Inter, Mauro ICARDI, in un'intervista a 'Undici', in edicola da domani, sull'inizio della stagione dei nerazzurri e sul lavoro del tecnico Luciano Spalletti. Sul fatto di essere capitano dell'Inter, e sul suo rapporto con il mondo nerazzurro, ha aggiunto: "Essere il capitano dell'Inter per me non è difficile, ho la personalità per farlo tranquillamente. Essere il capitano dell'Inter è la mia missione. E io sono orgoglioso di tutto questo". ICARDI ha poi ripercorso alcuni momenti della sua carriera, come il suo arrivo all'Inter: "Quello che mi ha voluto di più è stato Massimo Moratti. Mi ha preso dalla Samp quando avevo 19 anni. È stato lui quello che ha più insistito. Poi c'era anche Piero (Ausilio, ndr), ha parlato di tutto con mio padre, il mio procuratore al momento. Sono stati loro due a fare questa cosa".

Inter, Icardi suoi problemi dei nerazzurri la scorsa stagione

 Poi sulle difficoltà della scorsa stagione, ICARDI ha detto: "L'anno scorso, a marzo, dopo la pausa con le Nazionali, siamo tornati tutti un po' ''persi''. In quel periodo ero arrabbiato, tornavo a casa di cattivo umore. Il mio futuro? Io mi vedo qua. Spero di fare una lunga strada all'Inter, voglio vincere qualcosa con questa maglia. A 40 anni non sarò nel mondo del calcio, non sono come Totti. Non farò l'allenatore o il dirigente, sono ruoli che non mi piacciono. Credo proprio che farò il papà a tempo pieno, a casa, con la mia famiglia".

Icardi su Wanda Nara

E su Wanda Nara, moglie e procuratrice: "Quella che fa tutto è lei, non sono io. Lei porta i bimbi a scuola, ai compleanni, fa tutto a casa, va di qua e di là. Cerca sempre il meglio per me e per la nostra famiglia". Il bomber nerazzurro ha parlato anche di quando ha lasciato il Barcellona a 18 anni: "Abbiamo un po' litigato, però ho deciso di venire qua in Italia perché ero convinto di poter fare meglio che in Spagna. Al Barcellona in quel momento lì non era facile. Qua mi hanno dato subito la possibilità di giocare ad alti livelli ed era il mio obiettivo". Infine sull'ipotesi di vestire la maglia della Nazionale italiana: "C'era la possibilità, mi hanno chiamato per l'Under e ho litigato con quelli della Samp perché io non volevo andare, io volevo l'Argentina. Anche gli spagnoli ci hanno provato, hanno chiamato mio padre, ma io ho sempre scelto l'Argentina. E ce l'ho fatta: è stata dura ma ho raggiunto il mio obiettivo".

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