Vieri, spionaggio: Bobo deve restituire 920mila euro a Inter e Telecom - Affaritaliani.it

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Vieri, spionaggio: Bobo deve restituire 920mila euro a Inter e Telecom

Christian Vieri dovrà "restituire" 920mila euro del milione che gli era stato riconosciuto dal Tribunale nel 2012 per i pedinamenti che avrebbe subito quando giocava nell'Inter.

Lo ha deciso la Corte d'Appello di Milano. Le responsabilità del club nerazzurro e di Telecom sono state riconosciute, ma è stato stabilito che il gruppo di telecomunicazioni dovrà versare come danni 80mila euro e la società nerazzurra, in solido con Telecom, 40mila euro ma sempre del "predetto importo".

Bobone aveva vinto, il primo tempo della causa civile intentata per essere stato "spiato" dalla security di Tlc sotto la guida di Giuliano Tavaroli. Il Tribunale in primo grado aveva condannato le due società a versare in solido tra loro un milione di euro a Vieri. Il bomber aveva detto di essere entrato in stato depressivo quando scoprì di essere stato controllato illecitamente per conto del club nerazzurro.

Va detto che Vieri aveva chiesto 12 milioni al gruppo di telecomunicazioni e 9,25 milioni al club nerazzurro.

Ora ecco che la seconda sezione civile della Corte d'Appello di Milano ha confermato "la responsabilità sia di Telecom spa che di Fc Internazionale in relazione all'illecita attività posta in essere", ma ha stabilito che "il controllo sulla persona di Vieri si è verificato in due distinti periodi" ed è durato alcuni mesi e non anni come era stato stabilito in primo grado.

La Corte ha riconosciuto anche "la sofferenza" patita dall'ex centravanti di Inter e nazionale per lo spionaggio e il danno "causato dalla conoscenza dei dati relativi alla vita personale".

Stando però a quanto emerge dall'Appello, il Tribunale non ha spiegato come ha calcolato il danno non patrimoniale in un milione di euro e non possono, dunque, essere liquidati anche i "danni punitivi" per le due società. E ciò malgrado la "gravità oggettiva delle intrusioni".

Secondo i giudici, "le indagini sono durate tre o quattro mesi nel primo periodo e un paio di mesi nel secondo" ed erano affidate "ad un investigatore privato e a dipendenti del gestore, soggetti privi di particolare influenza e prestigio".