Finanza
Milano e la ripresa economica
Ci sono dei segnali positivi per quanto riguarda l’occupazione e la ripresa economica: in questo contesto è fondamentale la Legge di Stabilità che costituisce una svolta al fine di favorire lo sviluppo e gli investimenti. La Legge di Stabilità prevede misure su pensioni, IMU-TASI, sgravi IRAP agricola, taglio IRES, assunzioni agevolate a tempo indeterminato, innalzamento del tetto al contante, sconti fiscali legati al salario di produttività. Altrettanto importante è l’attuazione di una politica di diminuzione dell’imposizione fiscale fatta in maniera intelligente, selezionata e coerente, in particolare occorre una svolta nella concezione della politica fiscale: il fisco deve essere intelligente, deve far crescere il paese in termini di equità e di certezza. Una politica che possa consentire un aumento della domanda e un incentivo all’investimento da parte delle imprese.
Oggi l'Italia fa valere nei confronti dell'Europa la propria opinione e riesce a rimettere in discussione la linea dell'austerità, che si è rivelata un gigantesco “boomerang per tutti”. Occorre, inoltre, una soluzione in merito alla flessibilità sull’andare in pensione. La stabilizzazione dei conti favorisce la propensione alla previdenza integrativa con effetti positivi nei mercati finanziari. La flessibilità limitata alla parte previdenziale (part time, penalizzazione delle pensioni anticipate, soluzione definitiva esodati) tonifica il mercato del lavoro aprendo opportunità ai giovani, con più posti di lavoro e quindi con più contributi. La parte assistenziale, come avviene in tutti i paesi industrializzati, va finanziata completamente con il sistema fiscale. La lotta all’evasione fiscale costituisce l’obiettivo principale del futuro.
Chiediamo alla Presidente dell’Assemblea Metropolitana del PD a Milano, Alessia Potecchi, quali sono i suoi progetti per la città
“Milano capitale europea può e deve essere alla testa di questo percorso, di questo programma e di questa innovazione. Da Milano è partita la ripresa, da Milano deve proseguire. Sono passaggi nazionali ma che partono e si alimentano anche e soprattutto delle politiche locali delle grandi città metropolitane. Milano si è dimostrata all’altezza di tutto questo percorso e ha superato a pieni voti la sfida di Expo 2015; non possiamo però solo compiacerci dei risultati raggiunti, abbiamo bisogno di una amministrazione che sappia continuare e incrementare questa esperienza e che sia capace di trasformare questa opportunità in un grande sviluppo per la ricerca e per l’innovazione, che continui il percorso per costruire e consolidare la Milano internazionale a cui tutti guardano come punto di riferimento.”.
Che cosa si può fare ancora per la città?
“Dobbiamo avere, in questa occasione, lo stesso spirito che è emerso in altre simili iniziative, penso al momento in cui è venuta meno la fase dell’industrializzazione, le zone interessate in questo contesto non sono state lasciate decadere, ma anzi si è avviato un forte processo di riqualificazione e valorizzazione delle aree dismesse come per esempio tutta quanta l’area di Sesto San Giovanni, si è investito in ambiente, trasporti, aree pedonali, la fine dell’industrializzazione non ha rappresentato la fine dell’eccellenza di queste porzioni di territorio: così si dovrà fare anche per l’area di Expo”.
“In effetti Milano in questi ultimi anni è cambiata anche dal punto di vista architettonico e territoriale, progetti che hanno interessato il centro, ma anche la periferia, dove il passato della città non è stato cancellato, ma ha dato idealmente la mano al suo futuro e all'innovazione.”
“Una città aperta e solidale che non ha paura e che non si chiude in se stessa” prosegue Alessia Potecchi “ma che ha fatto dell’incontro con l’altro e della capacità di incontrarsi tra cittadini una nuova e importante pagina. La prossima amministrazione dovrà avere ancora maggiore attenzione per le periferie che costituiscono una grande risorsa, dovrà realizzare una vera e propria coesione tra il centro e la periferia senza fratture, senza ostacoli, tenendo conto dell’Area Metropolitana”.
“Non significa dunque accentrare le decisioni e il protagonismo territoriale, ma al contrario una realtà che valorizzi le specificità delle varie zone. Caratteristiche e specificità diverse, culturali, ambientali e di folklore non devono andare disperse, anzi sono un patrimonio da rilanciare e valorizzare. La città metropolitana offre la possibilità di semplificare il quadro dei poteri pubblici per superare con uno sforzo la logica della competizione territoriale, per imparare a collaborare e cooperare. Restare da soli porta alla marginalizzazione e all’impoverimento dei servizi per i cittadini.”
“La Milano di domani è quella che avrà l'ossessione di creare lavoro, inteso non solo come semplice uscita dal bisogno, ma come la più piena realizzazione della personalità di ciascuno di noi. Il lavoro come valore su cui è fondata la nostra città, che guarda ai giovani e alle donne come punti di riferimento da valorizzare, ma che vorrà anche essere nello stesso tempo forte e determinata”.
La Milano di cui parliamo allora è quella della tradizione riformista?
“Si, la Milano che immagino è la città riformista che guarda alle amministrazioni che hanno fatto grande la sua storia e che per tanto tempo l’hanno governata. La Milano di Caldara, e degli altri sindaci socialisti che si sono susseguiti, la città che in epoche diverse ha cercato di tendere la sua azione all’aumento dell’assistenza pubblica ai disoccupati e ai bisognosi. Ricordo che Caldara per primo istituì l’assessorato al lavoro e si impegnò per le municipalizzazioni. Quei sindaci riformisti e socialisti che hanno governato con grande umiltà e consapevolezza, con quello sguardo sempre rivolto al futuro accompagnato da un’azione continua e dallo stare in mezzo alla gente per ascoltarne bisogni e suggerimenti senza sosta”.
“Ecco è questa la città che mi sento di auspicare per i prossimi 5 anni, è questa a mio parere la città di cui hanno bisogno i milanesi e che può avere anche un forte ed importante ruolo a livello nazionale” ed Alessia Potecchi, nel suo ruolo di Presidente dell’Assemblea Metropolitana del PD non può che concludere “Penso che Beppe Sala possa rappresentare tutto questo con serietà e competenza”.
Paolo Brambilla