Germania: colossi dell'auto, Erdogan e migranti. Le ombre su Angela Merkel - Affaritaliani.it

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Germania: colossi dell'auto, Erdogan e migranti. Le ombre su Angela Merkel

Angela Merkel super favorita alle elezioni in Germania: ma su di lei si addensa qualche ombra

Angela Merkel vincerà le elezioni tedesche, bisogna solo vedere di quanto. Questo sembra un'assioma sicuro, una vera e propria sentenza sul voto che impegnerà la Germania il prossimo 24 settembre. Ma ne siamo proprio così certi? Nelle ultime settimane più di qualche ombra sulla cancelliera ha cominciato ad addensarsi. Forse non in misura tale da metterne in discussione la vittoria ma magari potrebbero ridimensionare le percentuali con le quali la Merkel dovrà poi andare a formare il governo.

Merkel in calo nei sondaggi

Anche se la vittoria appare scontata, un sondaggio INSA sulle imminenti elezioni per il rinnovo del Bundestag in programma a settembre ridimensiona l'egemonia della cancelliera. La Cdu-Csu della Merkel torna sorprendentemente a scendere al 37%, dopo aver toccato quota 40 solo poche settimane fa. Recuperano i socialdemocratici dell'Spd al 25%. Ma soprattutto torna a crescere la destra anti-Ue dell'Afd che ora vale il 10%. Male i Verdi (7%) mentre i liberali dell'Fdp e i post-comunisti della Linke salgono al 9%.

Lo scandalo Dieselgate rfischia di affossare la Cdu della Merkel

A sorpresa è stato proprio l'inanellarsi di scandali che hanno coinvolto i grandi gruppi dell'auto tedesca, e che hanno lambito la politica in piu' di un caso, ad avere spostato il gradimento degli elettori. Il 67% dei cittadini sostiene che i politici trattano con troppa condiscendenza l'industria automobilistica, mentre il 57% afferma di aver perso fiducia nell'industria dell'auto, fino a poco fa indiscusso orgoglio nazionale. Addirittura il 56% teme che lo scandalo sulla manomissione dei dati sulle emissioni di gas nocivi, possa danneggiare l'industria tedesca nel lungo termine. Un impatto molto più forte del dieselgate scoppiato negli Usa nel 2015, quando solo il 38% aveva espresso preoccupazione per una conseguenza negativa sull'economia futura. L'accusa di un accordo segreto tra le case produttrici di auto ha minato la fiducia del consumatore. Lo scandalo delle emissioni ha inoltre generato timori per la salute, ma anche aumentato il rischio di divieto di circolazione per ben 15 milioni di auto diesel. Aumentati anche i timori di contraccolpi occupazionali.

Merkel finanziata dai colossi delle auto

A tutto questo, va sommata l'indignazione per i ripetuti casi di compromissione tra mondo politico e industria dell'auto.Una Merkel che in realtà ha assunto una posizione molto distaccata, almeno a parole, dalla vicenda, senza prendere ufficialmente le parti né dell'industria né degli ambientalisti. Ma sottotraccia il suo supporto ai giganti delle auto pare scontato. La Cdu vede infatti tra i suoi principali contributori economici proprio i colossi del settore automobilistico. Il partito della Merkel è quello che ha ricevuto più soldi dal settore nella prima metà del 2017, quasi 2 milioni di euro di fondi con donazioni private con Bmw e Daimler in testa. E in un anno di elezioni Merkel non può certo rinunciare a quel denaro...

Merkel cambia linea: "Germany First", protezionismo e pentimento sui migranti

Non sembra un caso che nelle ultime settimane Angela Merkel abbia cambiato linea su diverse questioni. Non è passata inosservata la sua posizione preoccupata in merito alle sanzioni Usa alla Russia. Una Russia che la Merkel ha sempre condannato duramente in maniera ufficiale ma con la quale allo stesso tempo ha importanti affari in ballo come il gasdotto della discordia Nord Stream 2. Un gasdotto che molti paesi, soprattutto dell'Est Europa, osteggiano ma che la Merkel non ha nessuna intenzione di mettere da parte. Parallelamente a Macron anche la Merkel sembra aver adottato una linea pienamente pragmatica con degli inediti tratti di protezionismo economico, quantomeno in campagna elettorale. Tanto che la sua svolta è stata ribattezzata da qualcuno come "Germany First", riprendendo lo slogan di Donald Trump "America First". E proprio da una conversazione di Trump emerge anche il pentimento della Merkel per la politica di accoglienza dei migranti adottata negli scorsi anni. In una intercettazione con il primo ministro australiano Turnbull, infatti Trump dichiara (come riporta Gli Occhi della Guerra): “Ho parlato oggi con la Merkel e credimi, vorrebbe non averlo mai fatto. La Germania è un disastro per quello che è successo. Potrebbero arrivare due milioni di persone in Germania. Due milioni di persone! Riesci a crederlo? Non sarà più la stessa cosa".

Numeri economici in discesa per la Merkel

Angela Merkel si trova a fare fronte anche a una situazione economica in discesa. Ha infatti frenato leggermente la crescita tedesca nel secondo trimestre. Secondo la stima provvisoria comunicata dall'ufficio federale di statistica, il Pil è salito dello 0,6%, contro lo 0,7% dei primi tre mesi dell'anno. A rallentare l'andamento dell'economia ha contribuito soprattutto l'andamento del commercio estero, con le importazioni a prezzi costanti aumentate a un ritmo superiore alle esportazioni.

Erdogan ai turchi di Germania: "Non votate la Merkel"

Un'altra spina per la Merkel arriva dalla Turchia. Ankara da tempo rappresenta un nodo scomodo per la cancelliera visti i rapporti sempre più tesi con Recep Tayyip Erdogan. E negli scorsi giorni il presidente turco ha lanciato un appello ai propri concittadini turchi residenti in Germania, chiedendo loro di non votare per i partiti "nemici della Turchia" nelle elezioni previste il prossimo 24 settembre. Dei tre milioni di tedeschi di origine turca residenti in Germania, infatti,sono poco più di un milione quelli aventi diritto di voto, un bottino di voti non indifferente a cui Erdogan chiede di non votare né per i social democratici della Spd, né per i cristiani democratici del Cdu e neanche per i Verdi del segretario di origine turca Cem Ozdemir, per il quale il presidente mesi fa chiese ironicamente "analisi" per verificare fosse davvero turco.

Erdogan: "Merkel nemica della Turchia". La sua fatwa può pesare per Angela

Erdogan ha definito appunto "nemici della Turchia per i quali non bisogna votare" i tre partiti in questione, scatenando l'immediata reazione del ministro degli esteri Sigmar Gabriel, che ha bollato come "interferenze" le parole di Erdogan. Il presidente non ha dato indicazioni esplicite di voto, ma i turchi di Germania hanno di recente fondato due partiti che correranno nel Reno Westfalia: l'Alleanza dei tedeschi democratici (Add) e l'Alleanza per l'innovazione e la giustizia (Big), con quest'ultimo che richiama l'acronimo dell'Akp del presidente, partito della giustizia e dello sviluppo. Rispetto alle recenti polemiche con la Germania il presidente turco ha scaricato tutta la responsabilità su Berlino. "Hanno usato la Turchia nelle loro polemiche interne, coinvolgendo anche altri Paesi Europei. La strategia di Cdu e Spd è semplice: attacchiamo la Turchia e prenderemo più voti." La polemica si è poi spostata verso Bruxelles, con l'Ue accusata dal presidente turco "di non aver mantenuto i patti" a differenza di quanto fatto dalla Turchia. C'è da sottolineare che i turchi in Germania non sono certo pochi e dunque la "fatwa" di Erdogan può davvero pesare sulla Merkel. Probabilmente la Merkel vincerà, ma le ombre continuano ad addensarsi.