Isis, la Nato chiede all'Ue di riarmarsi. Solo quattro i Paesi con budget adeguati - Affaritaliani.it

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Isis, la Nato chiede all'Ue di riarmarsi. Solo quattro i Paesi con budget adeguati

Dopo gli attacchi di Parigi il presidente Francois Hollande ha chiesto agli altri Stati Ue di aiutare la Francia nell'offensiva contro l'Isis in Siria. Mentre l'Eliseo mandava i caccia a bombardare le postazioni dell'Isis, gli Stati Ue hanno detto sì ad un aiuto militare. Il Consiglio Difesa ha votato per l'attivazione della clausola di difesa collettiva prevista dall'art. 42.7 del Trattato di Lisbona.

Ma gli apparati di difesa europei sono all'altezza della sfida? Il segretario generale della Nato lancia l'allarme: i budget stanziati dai governi Ue non sono sufficienti. Secondo Jens Stoltenberg “investire nella difesa è fondamentale”. L'Alleanza Atlantica prescrive che ogni Stato aderente debba destinare almeno il 2% del proprio Pil nel settore della Difesa. In Europa tuttavia solo la Gran Bretagna, la Grecia, la Polonia e l'Estonia hanno queste percentuali. Tutti gli altri Paesi sono sotto il 2%.

La sproporzione è evidente. Gli Stati Uniti da soli rappresentano il 73% del budget della Nato. Questo nonostante abbiano una popolazione di 300 milioni di persone e l'Europa di 500. Senza contare che nella Nato siedono Paesi come il Canada e la Turchia, non Ue.

La Gran Bretagna ha da sempre investito molto nella difesa e nell'ammodernamento del suo arsenale, anche nucleare. La Grecia, nonostante le finanze disastrate, risente ancora delle eredità del regime dei colonnelli (che neppure Tsipras ha intaccato). Mentre Polonia ed Estonia sono due Stati che solo recentemente sono corsi a riarmarsi dopo che la Russia ha invaso la Crimea.

Francia e Germania hanno previsto budget in rialzo per la Difesa, mentre gli altri venti Stati Ue sono sostanzialmente al palo. Sorge dunque spontanea la domanda: l'Europa sia in grado di dare una risposta militare alla minaccia dell'Isis?

"Questa non è una lotta tra Islam e occidente. Questa è una lotta tra estremisti, criminali e persone che credono nei valori fondamentali della libertà e del rispetto dei diritti umani", ha ricordato Stoltenberg. "Servirà tempo, ma noi vinceremo perché i nostri valori sono superiori a quelli degli estremisti".

Nonostante l'intervento militare di alcuni stati europei in Siria e Iraq sia già in essere, molti analisti bocciano la reazione muscolare della Francia. La crisi siriana si potrà risolvere solo con un intervento di Russia, Usa e Lega Araba. Mentre l'Europa si dovrebbe preoccupare di monitorare i flussi migratori, all'interno dei quali potrebbero infiltrarsi dei terroristi dell'Isis, mette in guardia la Nato.

C'è chi fa notare poi che i jihadisti di Parigi non erano cittadini siriani o iracheni, ma francesi e belgi, nati e cresciuti nelle periferie delle grandi città europee. In questo contesto, dicono gli esperti di sicurezza, sarebbe meglio adottare una strategia di intelligence e di integrazione.