Affari Europei
Israele-Ue, dopo il caso etichette a rischio i progetti di cooperazione
L'incontro tra Benjanmin Netanyahu e Federica Mogherini non sembra aver sortito effetti sull'intransigenza di Israele, pronto adesso a rivedere le relazioni con l'Ue relative ai progetti di cooperazione in Cisgiordania, dall'istruzione ai diritti dei piu' vulnerabili, dai servizi pubblici ai beni culturali. Il primo ministro israeliano e il responsabile della Politica estera dei ventotto si erano incontrati a Parigi a margine del vertice sul clima e da cio' ne era derivato ottimismo sulla possibilita' di un disgelo nei rapporti, molto tesi da quando Bruxelles ha deciso l'etichettatura dei prodotti che provengono dagli insediamenti di coloni.
"E' vero che non esiste oggi alcun processo di pace -ha invece affermato Emmanuel Nashson, portavoce del ministero degli Esteri israeliano, riferendosi all'embargo posto a Bruxelles riguardo ai futuri negoziati per la nascita di uno Stato palestinese- ma vi sono diversi progetti in cui l'Unione europea e' coinvolta, e alcuni di essi riguardano il welfare palestinese. Vi e' la necessita' di riesaminarli e considerare se l'Ue puo' essere considerata un partner nel momento in cui mette in atto provvedimenti di discriminazione e boicottaggio contro lo Stato di Israele".
Il governo di Netanyahu considera l'etichettatura dei prodotti un modo per agevolare l'ostilita' di diverse ong nei confronti della politica adottata in Cisgiordania attraverso la costruzione e il consolidamento di colonie ebraiche. Da qui e' partito l'anatema israeliano, che fa salvi solo i rapporti bilaterali con Germania, Francia e Gran Bretagna, anch'esse, pero', d'accordo con una misura che Bruxelles ha giustificato come ampiamento dell'applicazione di una procedura gia' seguita singolarmente da alcuni tra i Ventotto.