Affari Europei
L'euro? Una risorsa per l'Irlanda: Pil +7%

Cifre così alte i mercati sono abituati a vederle nei Paesi del sudest asiatico, certo non in Europa. Eppure l'Irlanda quest'anno potrebbe crescere del 7%. Una percentuale che gli altri Paesi europei possono solo sognarsi.
Nel terzo trimestre il Pil di Dublino ha messo a segno un’espansione congiunturale dell’1,4%. Il risultato aggregato per i primi nove mesi di questo 2015 registra, di conseguenza, un balzo addirittura del 7%.
C'è da chiedersi quale sia la 'magia' di Dublino. Il merito va ricercato nell’euro debole, che sostiene le esportazioni con i principali partner commerciali: la Gran Bretagna e gli Stati Uniti in testa. Entrambi Paesi che stanno crescendo nonostante la crisi. Ed è anche la ragione per cui Dublino teme una eventuale Brexit, che potrebbe complicare gli scambi tra le due isole.
Ma il merito va anche ricercato nella domanda dei consumatori, riesplosa dopo la fine dell’austerità imposta dal salvataggio internazionale. E soprattutto nelle politiche fiscali favorevoli alle imprese, che hanno attratto in Irlanda i colossi dell'hi-tech, da Ibm a Google, da eBay a Apple.
Una buona notizia per gli irlandesi, ma anche per tutti i sostenitori dell'euro. Sono in molti infatti a portare come esempio di successo l'Irlanda. Un Paese che ha sofferto la crisi finanziaria del 2011, che ha varato pesanti piani di austerity, ma che ha saputo riprendersi grazie alle riforme e che ora cresce in maniera sostenuta grazie all'euro e non nonostante l'euro.