Affari Europei
Primarie Pd, Bruxelles brinda a Renzi. E Merkel si riavvicina a Berlusconi
Renzi sbanca nei circoli Pd: votato da quasi il 70% degli iscritti. A Bruxelles tifano per l'ex premier. E intanto Merkel si riavvicina a Berlusconi
Bruxelles vuole stabilità, rispetto delle regole e governi in grado di fare le riforme di cui l'Italia ha bisogno. Ecco perché a Bruxelles guardano con piacere ai risultati delle primarie Pd. Ieri gli iscritti del Partito democratico hanno votato per designare il futuro segretario, che sarà eletto poi con primarie tra gli elettori. Matteo Renzi ha portato ha casa la vittoria con il 68% dei voti, seguito da Andrea Orlando, 25% e infine da Michele Emiliano, leader di quelli che furono gli scissionisti, con il 7%.
Renzi piace a Bruxelles: stabilità
E anche se a Bruxelles capiscono poco il senso di questo 'doppio turno' (prima gli iscritti e poi gli elettori), si plaude al ritorno dell'ex premier Renzi e alla sua capacità di ottenere il consenso da parte del Paese. In Commissione e Consiglio si teme infatti che alle prossime elezioni (quando siano e con quale legge elettorale non é ancora dato sapere) tra un Centrodestra terremotato e una sinistra lacerata da faide interne ad avere la meglio possa essere il Movimento 5 Stelle.
Il grande spauracchio di Juncker e Tusk: Beppe Grillo
Un governo a guida Grillo significherebbe euroscettici al potere. Il Movimento ha giá chiesto che si tenga un referendum sull'appartenenza alla moneta unica e in molti temono che si possa arrivare addirittura ad una Italexit. Insomma, un governo pentastellato spaventa l'Unione. Meglio, molto meglio Renzi, che anche se a Bruxelles ha venduta cara la pelle é sempre stato un interlocutore affidabile, un europeista convinto.
Merkel e Berlusconi si riavvicinano a Malta
E in Europa si guarda con interesse anche al riavvicinamento di Silvio Berlusconi e Angela Merkel. Durante il congresso del Ppe (la famiglia dei moderati in Europa) a Malta l'ex premier italiano e la cancelliera tedesca hanno avuto un lungo colloquio. Secondo i bene informati il Cavaliere avrebbe rassicurato la partner europea di essere pronto a riaggregare intorno a sé l'area moderata, non appena a Strasburgo gli daranno il via libera.
Il Cavaliere in attesa della sentenza di Strasburgo
Giá, perché Berlusconi sta aspettando con ansia il verdetto della Corte europea di Strasburgo che deve decidere sulla legittimità della Legge Severino, quella che lo ha bandito dai pubblici uffici. Una volta che il suo nome sarà riabilitato (come ama ripetere ai suoi il Cavaliere) potrà ripresentarsi alle elezioni politiche. E a Berlino, come a Bruxelles, non dispiace affatto. Anche perché l'alternativa a Berlusconi si chiama Salvini. E anche se in Europa preferirebbero un cambio al vertice, con volti nuovi e meno compromessi, sono tutti d'accordo nell'affermare che Berlusconi é una garanzia di europeismo e che il pericolo da scongiurare é l'ascesa della Lega Nord.
Juncker non ha fretta di cambiare: bene Gentiloni
I bene informati tuttavia rivelano che a Jean Claude Juncker non dispiace affatto il governo Gentiloni. Del premier, e del suo ministro dell'Economia, piacciono i toni pacati, l'europeismo convinto e l'affidabilità. Insomma, a Bruxelles sanno che il prossimo Presidente del Consiglio non sará certo l'ex ministro degli Esteri, eppure non hanno alcuna fretta di cambiare. Il governo presto si dovrá cimentare con la Finanziaria e alla Commissione non dispiace avere un interlocutore che non ha interesse ad alzare i toni.