Primarie, Renzi chiude la campagna a Bruxelles - Affaritaliani.it

Affari Europei

Primarie, Renzi chiude la campagna a Bruxelles

L'ex premier sceglie Bruxelles come ultima tappa della sua campagna per le primarie Pd. Pittella: voterò per lui, ma attacchi meno l'Europa

Matteo Renzi ha scelto Bruxelles come tappa finale per la sua campagna elettorale in vista delle primarie di fine mese. Scelta simbolica e forte per l'ex premier che vuole rimarcare la sua agenda per una Unione europea diversa. "E per questo motivo il desiderio di cambiare le politiche in Europa (dalle regole economiche fino all'elezione diretta dei leader, dalla strategia di politica estera fino alle questioni sociali, dall'immigrazione fino alla ricerca) costituisce il cuore della mia campagna per le primarie", scrive Matteo Renzi nella sua Enews. "Ecco perche' ho deciso di chiudere la campagna a Bruxelles, andandoci come ultima tappa del mio tour Primarie venerdi' 28 aprile", aggiunge Renzi: "Il messaggio e' chiaro. Secondo i populisti, l'Europa va distrutta. Secondo conservatori e i burocrati va tutto bene come e' adesso. Noi diciamo "Europa si', ma non cosi'".

Renzi trova un Pd diviso a Bruxelles

E se alla Commissione Renzi é accreditato come l'unico leader in Italia a poter guidare il Paese in questa fase difficile mantenendolo vicino all'Europa (nonostante le numerose critiche), tra i deputati dem gli effetti della campagna per le primarie e per il referendum costituzionale si sono fatti sentire.

A Bruxelles non trova un gruppo compatto il segretario dem. Sergio Cofferati ha abbandonato il partito all'epoca del caos primarie in Liguria. Ma anche Elly Schlein ha dato il suo addio seguendo Pippo Civati, così come Renato Soru (per le vicende giudiziarie che lo vedono conivolto). Il referendum costituzionale dell'anno scorso ha poi portato ad una scissione interna con l'addio di Antonio Panzeri, Flavio Zanonato e Massimo Paolucci. Ma anche tra i democratici restanti le divisioni tra i supporter di Orlando e Renzi si fanno sentire.

Pittella appoggia Renzi, ma con riserve

Il rischio dunque é che Renzi trovi un partito molto diviso al suo arrivo a Bruxelles. Agli eurodeputati non piace la retorica velatamente euroscettica dell'ex premier che non manca di lanciare frecciate a Commissione e Consiglio. “A Renzi chiederò quattro cose la prossima volta che lo vedrò”, promette Gianni Pittella, il leader dei socialisti europei. In primis “meno polemiche sull’Europa”. “Spero che quando verrà a Bruxelles non faccia attacchi all’Ue: è dannoso”, ha chiarito Pittella, come riportato dal sito EuNews, sottolineando come “la Dichiarazione di Roma sia stata un traguardo raggiunto faticosamente”, ma c’è “un piccolo cambiamento nell’aria”.

La seconda richiesta di Pittella a Renzi è che “il Pd sia il partito dell’uguaglianza. Serve una difesa dei ceti sociali più deboli e dei lavoratori meno qualificati”. Terzo punto: “una nuova stagione dei diritti civili, passando magari per la legalizzazione delle droghe leggere”, tema sul quale in Italia si sta discutendo un progetto di legge, anche se in verità è arenato in commissione. L’ultimo punto citato da Pittella, non meno importante, riguarda il futuro del Pd: “Oggi c’è un riassunto al posto del partito, assente nel coordinamento territoriale. In Basilicata manca un segretario regionale da quasi due anni”, ha criticato il lucano ex vicepresidente del Parlamento europeo, che non si è risparmiato una piccola stoccata a Renzi: “Questa concezione del partito non è sopportabile. Non basta un insieme di numeri, vogliamo un partito che sia una comunità di persone e di idee”.