Affari Europei
Referendum Veneto, Fontana: "Ora speriamo in un premier leghista"

Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani
Il referendum in Veneto é stato un successo. Quasi il 60% degli aventi diritto si é recato alle urne per chiedere maggiore autonomia. "E' stato un risultato straordinario e sono molto felice dell'affluenza che abbiamo avuto", spiega ad Affaritaliani.it Lorenzo Fontana, eurodeputato della Lega Nord e veronese doc. "E' stato un segnale importante lanciato a Roma per avere quel federalismo di cui si parla da tanti anni e che non é solo una ossessione della Lega, come qualcuno vorrebbe farci credere, ma una esigenza diffusa tra la popolazione".
Che cosa vi aspettate ora?
"Ora vogliamo che si apra un tavolo di discussione con Roma per ampliare l'autonomia del Veneto. Se un popolo si esprime così chiaramente o viene ascoltato altrimenti in qualche maniera si prende l'autonomia".
Intende una dichiarazione unilaterale, come in Catalogna, o addirittura qualcosa di più violento?
"In Catalogna l'errore enorme é stato quello di Madrid che ha manganellato chi stava esprimendo le proprie legittime aspirazioni. Se lo Stato non dà risposte alle esigenze dei cittadini prima o poi la situazione esplode. Mi auguro che ci sia la sensibilità giusta da parte dell'esecutivo italiano".
Pensa che il Veneto potrà ottenere qualcosa da questo governo che ha i mesi contati?
"Sono abbastanza scettico, ma sicuramente questo é un tema che sarà sul tavolo anche del prossimo esecutivo. Certo se vinceremo le elezioni e saremo al governo faremo sentire forte la voce del Veneto".
Le elezioni, appunto. Qualcuno vede già nel futuro di Zaia la premiership...
"Assolutamente no, lo ha detto lui stesso. Ora bisogna che si concentri sul realizzare ciò che i veneti hanno chiesto con il voto di domenica. Il nostro leader é e rimane Matteo Salvini".
Zaia incarna una Lega moderata che potrebbe intercettare il voto della maggioranza silenziosa del Paese, che invece é spaventato dall'aggressività di Salvini...
"Serve il giusto mix di persone. Abbiamo bisogno di chi parla ai moderati e di chi invece scalda gli animi. Salvini ha portato la Lega dal 3 al 15 per cento. Ha fatto un lavoro straordinario e non é affatto detto che con Zaia leader il partito potrebbe intercettare più voti".
Che cosa succede adesso?
"Ora la Giunta presenterà il suo progetto politico e si confronterà con gli stakeholder del Veneto. Poi il progetto verrà presentato a Roma dove dovrà passare da governo e Parlamento".
Non era meglio iniziare un dialogo come quello che Bonaccini ha aperto con Gentiloni per l'Emilia Romagna?
"Quella é stata una mossa con il solo scopo di sminuire il nostro referendum. Siamo voluti passare dal voto popolare per poter andare a Roma con una investitura forte da parte dei cittadini veneti".
Il Veneto é stato teatro di scandali enormi, come quello del Mose e delle banche venete. Una maggiore autonomia non comporta anche rischi maggiori di corruzione e malaffare?
"Credo che sia l'esatto contrario perché i cittadini hanno maggiore controllo di come i politici operano e spendono i soldi delle tasse. Poi certamente gli scandali non si possono evitare del tutto, ci sarà sempre una percentuale di farabutti".
Cosa penserebbe se il Sud Tirolo si staccasse dall'Italia e magari venisse annesso all'Austria?
"Se ci fosse un voto popolare che chiede in maniera forte questo non avrei nulla in contrario. Ma Bolzano oggi ha ampi margini di autonomia e non mi sembra che da quei territori arrivino istanze secessioniste. Il punto é proprio questo: nel dopoguerra Roma ha capito che rischiava di perdere il Sud Tirolo e ha concesso ampi margini di autonomia, disinnescando in questo modo la bomba. Con il Veneto vogliamo un trattamento simile".