Incontrare i sopravvissuti ad incidenti stradali: la proposta per i patentati

Insegnare a guidare e a rispettare il codice stradale non è sufficiente: serve visitare i Centri di Rianimazione

L'opinione di Ezio Pozzati
Cronache

Giovani e pirati della strada: per chi ha la patente l'obbligo di un incontro con i sopravvissuti agli incidenti 

Tutti siamo stati giovani! Quando hai un'età compresa fra i 14 ed i 30 anni (solo a titolo di esempio) di solito pensi di essere invincibile. La possibilità di poter guidare uno scooter, una minicar, un'auto, una moto o un mezzo qualsiasi, in generale nella persona provoca una sensazione di libertà e c'è la ricerca dell'ebrezza della velocità. Le regole scritte hanno una valenza solo se chi le ha “capite” propendono sicuramente per una guida equilibrata e per un senso di rispetto nei confronti degli altri e di sé stessi. Però, a una parte di questi “piloti” sembra che le regole ed il buon senso possano essere tranquillamente stracciate dal proprio cervello dove subentra, non l'uomo razionale, ma l'uomo di neanderthal (ovviamente con tutti i suoi limiti).

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Un caro amico medico oggi scomparso ha sempre sostenuto che insegnare a guidare ed a rispettare il codice stradale non era sufficiente per tutti ed ecco cosa proponeva: a tutti i patentati fare una “visita” presso i Centri di Rianimazione degli ospedali per verificare de visu (con i propri occhi) cosa succede ai “sopravvissuti” da incidenti, che fossero a piedi o con mezzi di locomozione. (Si intende percorrere, dunque, la strada dell'incontro, della mediazione, sulla falsariga di quanto già oggi viene portato avanti con la cosiddetta "giustizia riparativa" potenziata dalla Riforma Cartabia. Un tema, questo, di cui Affaritaliani.it si è già occupato nei recenti casi di cronaca, ndr).

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Di certo non è un bello spettacolo vedere persone giovani e di qualsiasi età intubati e sostenuti da tutori, ma ciò che è peggio non danno segno della loro presenza. Capisco che è scioccante, ma lo considero altamente istruttivo e per ossequiare la sua osservazione mi sono fatto accompagnare ad un Centro di Rianimazione e vi posso garantire che lo “spettacolo” non è dei più edificanti. Quando esci ti rimane questo ricordo e se sulle strisce pedonali sta attraversando un gatto ti fermi. Lezione imparata.

 

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Potrebbe essere una soluzione accompagnare le persone che conducono un mezzo? Voglio ricordare che gli incidenti riguardano tutte le persone da zero anni agli over 100. Capire che il mezzo ti serve per lavoro o per diletto non significa che sei padrone della strada. Genitori, educatori e legislatori fate fare questa esperienza, è una delle poche cose gratuite e dove le parole non hanno suono. Grazie.

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