Ruffino, Meluzzi: “I suicidi dei manager sono spesso omicidi mascherati"

Lo psichiatra e criminologo dialoga con Affaritaliani.it della morte del presidente di Visibilia, per la quale è stata aperta un'inchiesta

di Eleonora Perego
Ruffino e Santanchè
Cronache

Visibilia, Meluzzi: “Ruffino? Non è un povero diavolo. I suicidi dei manager sono spesso omicidi mascherati"

È stato aperto un fascicolo di inchiesta sulla morte di Luca Giuseppe Reale Ruffino, presidente di Visibilia Editore, che si è tolto la vita sabato 5 agosto con un colpo di pistola. A scoprire il corpo, poco prima della mezzanotte, il figlio, che non aveva sue notizie da diverse ore. La pm Daniela Bartolucci, che coordina le indagini assieme alla collega Maria Giuseppina Gravina, ha disposto il sequestro dell'arma con cui il manager si è tolto la vita, una pistola regolarmente detenuta. Ora saranno effettuati, come di prassi in questi casi, gli accertamenti balistici anche se non sembrano esserci dubbi sul gesto volontario. 

Nessuna grave malattia conclamata, ma particolarmente “giù di tono, abbattuto” nelle ultime settimane: sarebbero queste le prime verità che emergono sulla morte del manager, noto anche nel settore dell’amministrazione condominiale. E se per trarre le conclusioni sul caso di Luca Ruffino bisogna comunque attendere l’esito dell’autopsia che è già stata disposta, un fatto è certo: non si tratta del primo caso di “uomo d’affari potente” la cui morte suscita scalpore.

Esiste una sorta di fil rouge che potrebbe collegare i diversi casi? Che cosa si potrebbe celare dietro un gesto estremo come quello di Ruffini? E, non da ultimo, si è trattato davvero di suicidio? Solo domande, ipotesi, naturalmente, a cui Affaritaliani.it ha scelto di dar voce parlando con lo psichiatra e criminologo Alessandro Meluzzi.

"Dietro a un suicidio eccellente bisogna sempre scandagliare l’ipotesi che non si tratti di un’istigazione al suicidio o ancora, di più, di una simulazione di suicidio - commenta - Molti omicidi di manager, in passato, sono stati vestiti infatti da suicidi. Ecco perchè un’indagine ben fatta deve sgomberare il campo da questo pensiero". Ad esempio? I casi di "David Rossi, Raul Gardini ... si tratta sicuramente di omicidi. Ma buona parte delle indagini purtroppo finiscono in una bolla di sapone, per mancanza di interesse a ricostruire la vera dinamica dei fatti".

Intanto, continua Meluzzi, nel caso di Ruffino come di altri prima di lui "non si tratta di un 'povero diavolo', bensì di una persona che ha avuto molto potere, molto denaro … . Difficilmente uomini di questo genere si suicidano per ragioni depressive. Bisogna indagare sulle forze in campo, gli interessi, i tratti del fallimento. Non sempre è la delusione o la paura della miseria a muovere il suicidio, o il solo scacco esistenziale". "Ci possono essere motivazioni ancora più profonde e paurose. Quando poi ci sono grandi interessi in gioco … il tutto diventa ancora più grave". E sul collegamento possibile della morte del manager con l'affaire Visibilia Meluzzi commenta: "Sicuramente deve essere oggetto di indagine".

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