Assegno unico, aumenti in arrivo: ecco chi ci guadagna

Chi non ha aggiornato la dichiarazione Isee dovrà accontentarsi della quota minima

di Redazione Economia
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Da marzo scattano gli aumenti dell'assegno unico e universale, ma non per tutti

Da marzo scattano i nuovi aumenti dell’assegno unico e universale, ma non per tutti. Il procedimento con cui l'Inps erogherà le somme partirà dal conguaglio, cioè un riepilogo delle mensilità accreditate nel corso dello scorso anno valutando se ci sono somme pagate in più o in meno, e sanando così le diverse situazioni.

Poi procederà con la rivalutazione sulla base dell’inflazione a un tasso di 8,1%, che riguarda sia gli importi sia l’Isee, che doveva essere applicata a partire dall’inizio dell’anno ma, avendo fatto la prima erogazione rivalutata a febbraio, a marzo l’assegno conterrà la quota di arretrati di gennaio. Riguardo alla dichiarazione Isee, chi non l'ha ancora aggiornata dovrà accontentarsi della quota minima. 

Infine, partiranno anche le maggiorazioni introdotte dalla legge di bilancio per i nuclei familiari con almeno quattro o più figli, almeno tre figli di uno tra 1 e 3 anni o con un figlio di età inferiore a un anno.

Finora l’Inps ha ricevuto circa 7 milioni di documenti, a fronte dei 10,7 milioni dello scorso anno. La scadenza massima è fissata al 28 febbraio. Per chi nel corso del 2022 ha già presentato domanda non dovrà farlo di nuovo per l’anno in corso, ma avverrà automaticamente (sempre a patto che sia stato aggiornato l’Isee). 

Il conguaglio dell'ultimo anno, da marzo 2022 a febbraio 2023

Con il conguaglio saranno erogate le somme dell’assegno unico che non sono state pagate nell’ultimo anno, per la precisione da marzo 2022 a febbraio 2023. Ad esempio, è il caso delle famiglie monogenitoriali e dei percettori di Reddito di cittadinanza, che attendono gli arretrati della misura del periodo in cui non era ancora disponibile il modulo Rdc/Com/Au con cui le famiglie dovevano comunicare le informazioni essenziali per il calcolo dell’importo. Con l’adeguamento dell’Isee, per alcuni beneficiari questa operazione potrebbe rappresentare una riduzione dell’importo mensile.

La rivalutazione sulla base dell'inflazione a un tasso di 8,1%

Come adeguamento all’inflazione, l’Inps ha stabilito un tasso di 8,1% che si applica sia agli importi che alle soglie Isee. La quota minima per ciascun figlio sale a 54,1 euro dai precedenti 50, mentre la massima da 175 euro cresce fino a 189,2.

Così come la fascia Isee entro cui poter ricevere il valore più alto sale da 15 mila a 16.215 euro per ciascun nucleo familiare e quella limite per avere la quota più bassa da 40 mila arriva a 43.240 euro.

La rivalutazione spetta anche alle maggiorazioni imposte dalla legge. Ad esempio, quella sul secondo percettore di reddito da lavoro - nel caso in cui siano entrambi i genitori a lavorare - aumenta da 30 a 32,4 euro; quello per le madri under 21, invece, da 20 euro arriva a 21,6.

Per coloro che hanno fino a 27 mila euro di Isee l’assegno passa da 125 a 135 euro, per coloro che hanno fino a 32 mila euro di Isee sale da 100 a 108 euro. Mentre per coloro che hanno un Isee fino a 37 mila euro l’assegno aumenta da 75 a 81 euro. Per coloro che hanno un Isee dai 43.240 euro in su si passa da 50 a 54 euro di assegno. 

Le maggiorazioni della Legge di bilancio 2023

La legge di bilancio 2023 stabilisce altri incrementi all’assegno unico e universale a partire dal mese di febbraio per i nuclei familiari beneficiari che rientrano in una delle seguenti condizioni:

- hanno quattro o più figli a carico: l’aumento forfettario crescerà da 100 a 150 euro;
- hanno almeno tre figli di età compresa tra uno e 3 anni, se hanno l’Isee pari a 40 mila euro l’incremento è del 50% per ciascun figlio;
- hanno uno o più figli di età inferiore a un anno: maggiorazione del 50%.

Come cambiano gli importi

Si conferma una maggiorazione massima di 94 euro da applicare all’importo dell’assegno, che resta progressivo (cioè cresce al diminuire dell’Isee). Attualmente, l’importo base oscilla tra 175 euro al mese, con Isee fino a 15 mila euro, e 50 euro (cifra minima, quindi per Isee pari o superiore a 40 mila euro o assente), per ogni figlio minorenne a carico. 

A questo si andranno a sommare le maggiorazioni introdotte nel 2023. Per i figli tra 18 e 21 anni, gli importi variano da un minimo di 25 euro al mese a un massimo di 85. Per il nuovo anno, quindi, l’assegno minimo dovrebbe passare da 50 a 75 euro, mentre quello massimo si attesterà a 262,50 euro, con un aumento di 87,50 euro.

Per i figli maggiorenni, invece, si va da un minimo di 37,50 euro a un massimo di 127,50. Cifre a cui dovrebbe aggiungersi la maggiorazione extra di più di 100 euro per i nuclei con quattro o più figli. A queste cifre l’Inps dovrà calcolare la rivalutazione in base all’inflazione dell’8,1%.

Il rinnovo automatico per chi ha già presentato la domanda e ha l'Isee aggiornato 

Altra novità riguarda il rinnovo automatico per chi ha già presentato domanda. Da marzo, infatti, l’erogazione avverrà di ufficio, basandosi sui dati Isee aggiornati e ai valori minimi previsti dalla normativa. Quindi, i beneficiari da gennaio 2022 a febbraio 2023 dovranno presentare esclusivamente l’aggiornamento dell’indicatore della situazione economica equivalente non una nuova domanda per riceverlo (a patto che non ci siano variazioni nelle informazioni utili, in quel caso devono essere comunicate entro il 28 febbraio).

I dati dell’istanza saranno automaticamente prelevati dagli archivi dell’Inps, che procederà a liquidare la prestazione in continuità. Nel caso in cui non sia stato aggiornato l’Isee entro i termini fissati, il beneficiario riceverà a quel punto la quota minima (salita da 50 a 54,1 euro per ogni figlio a carico per effetto dell’adeguamento) ma ha ancora tempo fino al 30 giugno per farlo così da non perdere il diritto agli arretrati, che riceverà a partire dal mese successivo la consegna della Dsu.

Come presentare la richiesta per i nuovi beneficiari

Per i nuclei familiari che non hanno mai fruito dell’incentivo economico prima, l’Inps richiede un’istanza con tutti i dati e le informazioni utili. La scadenza massima rimane fissata al 28 febbraio 2023 e, come ricorda l’Inps, i canali a disposizione sono tre:

- online dalla home page del sito dell’Istituto accedendo all’apposito servizio tramite credenziali Spid (almeno di livello 2), Carta di identità elettronica (Cie) o carta nazionale dei servizi (Cns);
- accedendo all’App Inps Mobile;
- attraverso e i servizi del contact center e degli istituti di patronato.

 

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