Confcommercio, meno consumi e più incertezze: a febbraio Pil giù dello 0,4%

L'istituto conferma l'ipotesi di una "recessione tecnica": il Pil dovrebbe registrare nel mese di febbraio una riduzione dello 0,4%

Ragazze fanno la spesa
Economia

Confcommercio, a febbraio l'inflazione raggiunge la quota del 9,4% 

Consumi "deboli", aumento delle incertezze economiche ed erosione del potere d'acquisto:  a febbraio il Pil "dovrebbe registrare una riduzione dello 0,4% congiunturale e una crescita dello 0,6% nel confronto annuo. Pur in presenza di un rimbalzo nel mese di marzo, il primo trimestre si chiuderebbe con una moderata riduzione, confermando l’ipotesi di una contenuta recessione a cavallo del 2022-2023".

E' questo quanto emerge dalla congiuntura di febbraio di Confcommercio che stima un incremento dei prezzi al consumo dello 0,3% su gennaio, portando il tasso di variazione tendenziale al 9,4%. "Agli sporadici segnali positivi sul versante della produzione, spiega Confcommercio, si contrappongo le difficoltà delle famiglie a proseguire nel percorso di recupero dei consumi, ancora distanti dai livelli del 2019. A soffrire è soprattutto la domanda di beni, dato sottolineato dal ripiegamento a gennaio della fiducia degli operatori del commercio al dettaglio". 

Inoltre, il rallentamento delle dinamiche inflazionistiche appare ancora limitato e non contiene granché l’erosione del potere d’acquisto di redditi correnti e ricchezza liquida, solo in parte compensata dall’importante intervento pubblico. Tutto questo alimenta le aspettative di un nuovo piccolo ripiegamento della crescita nei primi mesi dell’anno in corso".

I consumi restano "deboli" e l'aumento dei prezzi impatta soprattutto sul comparto alimentare in discuesa del 4,6% a gennaio. A gennaio i consumi, osserva Confcommercio, hanno registrato un moderato miglioramento nel confronto annuo con il ritorno a valori positivi in rialzo dell'1%. L’andamento dell’ultimo mese è peraltro influenzato dal confronto con un periodo in cui vi fu un’impennata di casi di Covid-19, in presenza di regole ancora stringenti, con una conseguente diminuzione delle attività produttive e della mobilità delle persone. Nonostante i recuperi, la domanda, calcolata nella metrica dell’Icc, è ancora distante dai livelli pre-pandemia.    

Al miglioramento tendenziale ha contribuito esclusivamente la domanda relativa ai servizi, in aumento del 9% sullo scorso anno, mente per i beni si conferma la tendenza alla riduzione dei volumi acquistati in discesa dell'1,3% tendenziale. All’interno di questo aggregato, piccoli segnali di recupero si rilevano per l’abbigliamento e l’automotive. Permangono le difficoltà per l’alimentazione domestica, il settore dei mobili e gli elettrodomestici.

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