"Meloni? Diabolicamente abile": Le Point incorona il governo con 5 pagine

Il principale settimanale generalista francese "Le Point", in un editoriale, tratteggia un bilancio dei primi sei mesi di governo di Giorgia Meloni

di Redazione Mediatech
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"Meloni prometteva la svolta, ma sembra essere sulla scia del predecessore Draghi". Il ritratto francese della premier

“Sono Giorgia Meloni, diabolicamente abile”. Questo il titolo dell’analisi del primo semestre al governo di Giorgia Meloni, realizzato dal principale settimanale generalista francese “Le Point”.

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“La nuova presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo una campagna in cui prometteva la svolta, dà la curiosa impressione di essere sulla scia del suo predecessore, Mario Draghi: le sono bastati sei mesi per rassicurare l’Unione Europea”, sentenzia il giornale guidato dal direttore Étienne Gernelle.

Così, con queste parole, l’editoriale di “Le Point” tira le somme sui primi mesi al potere della prima presidente del Consiglio donna nella storia della Repubblica italiana.

“Sei mesi dopo il suo arrivo al governo”, si legge ancora nell’articolo di ben cinque pagine, “continua a tenere sotto controllo l’intera classe politica italiana. Dall’alleato un tempo turbolento della Lega, Matteo Salvini, all’ex presidente del Consiglio e capo del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, tutti riconoscono in Giorgia Meloni, dopo averla a lungo sottovalutata, colei che è riuscita laddove loro hanno fallito da oltre 10 anni: costituire un governo stabile, ricavando la legittimità dalle urne e non da combinazioni tra formazioni politiche spesso agli antipodi”.

“Le critiche contro l’Unione europea e i governi precedenti ‘sottomessi’ a Bruxelles sono scomparse dal vocabolario della leader del movimento nazionalista conservatore Fratelli d’Italia”, scrivono ancora Quentin Raverdy e Charles Sapin, autori del pezzo.

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“Temuta prima della sua vittoria come futuro enfant terrible dell’Ue, e capace, a causa del suo passato militante nei movimenti post-mussoliniani, di ricollegare l’Italia al suo passato fascista, Meloni moltiplica, al contrario, i segni di garanzia verso i suoi omologhi europei. Sia sulla tenuta rigorosa delle finanze pubbliche del Paese, sia sul rispetto delle istituzioni sovranazionali, o sul chiaro appoggio garantito all’Ucraina contro l’aggressione putiniana. Il tutto al contrario, su questo punto, del premier ungherese Viktor Orban al quale è vicina, o di Marine Le Pen in Francia, dalla quale si tiene a distanza”.

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