"Carcere inumano": i legali di Genovese chiedono una riduzione della pena

La difesa dell'imprenditore condannato per violenza sessuale prsenta un reclamo sul mancato rispetto delle condizioni umane a San Vittore

a cura della redazione
Alberto Genovese
Milano

"Carcere inumano": i legali di Genovese chiedono una riduzione della pena

Un reclamo sul mancato rispetto delle condizioni umane durante il periodo di carcerazione cautelare a San Vittore. Lo ha presentato al magistrato di sorveglianza Paola Corbetta la difesa di Alberto Genovese, condannato in abbreviato per violenza sessuale e detenzione e cessione di stupefacenti per i due presunti episodi di abusi commessi ai danni di una 18enne nell'attico Terrazza Sentimento (ottobre 2020) e di una 23enne a Villa Lolita a Ibiza (luglio 2020) in cui entrambe le giovani sarebbero state stordite con un mix di stupefacenti. L'istanza dell'avvocato Antonella Calcaterra, che difende Genovese con il collega Salvatore Scuto, punta a ottenere una riduzione della pena detentiva ancora da espiare che ammonta a poco meno di quattro anni.

Genovese si lamenta per il sovraffollamento della cella: "Condizioni degradanti"

In particolare, nel reclamo una delle condizioni che avrebbero reso degradante e inumana la permanenza di Genovese sarebbe quella del sovraffollamento della cella, in cui è rimasto dal novembre 2021 per quasi nove mesi prima di passare in regime di arresti domiciliari in una clinica privata specializzata nella diagnosi e cura dei disturbi psichiatrici e delle dipendenze. Dallo scorso 17 febbraio l'ex imprenditore del web è rientrato in carcere prima a Lecco e poi a Milano-Bollate in esecuzione dell'ordine di esecuzione emesso dalla pm Adriana Blasco dopo che la condanna emessa dalla gup Chiara Valori è passata in giudicato. Sull'istanza la magistrata di sorveglianza si è riservata.

Genovese: a fine maggio la discussione sull'affidamento terapeutico

A fine maggio e' prevista, invece, un'udienza davanti al Tribunale in composizione collegiale per discutere la richiesta sull'ammissione all'affidamento teraupeutico, misura alternativa alla detenzione in carcere. Un'istanza analoga era stata già rigettata lo scorso 3 marzo quando Genovese era nel carcere di Lecco in quanto in presenza di reati ostativi, come la violenza sessuale, non poteva essere concessa dal momento che il residuo pena all'epoca era superiore ai 4 anni.

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