Giochetto sul termovalorizzatore di Roma: così Conte prova a dividere il Pd

Conte sa che il Pd è diviso tra l’ala oltranzista che non vuole l’impianto e quella con i piedi per terra. Nel frattempo anche la dem Schlein è in difficoltà

Di Giuseppe Vatinno
Giuseppe Conte
Politica

Il giochetto Conte lo aveva già fatto ai tempi di Draghi e appunto aveva fatto cadere il governo. Analisi 

Strana veramente questa vicenda del termovalorizzatore da fare a Roma. Non è stata ancora messa una pietra e già ha fatto cadere un governo, quello Draghi, e si appresta a spaccare in due il Partito democratico. Infatti Giuseppe Conte sta per depositare un ordine del giorno che impegna la Camera a dire no al termovalorizzatore romano. Il giochetto Conte lo aveva già fatto ai tempi di Draghi e appunto aveva fatto cadere il governo aprendo la strada alla clamorosa vittoria del centro – destra in generale e di Giorgia Meloni in particolare.

Ora, appunto, ci riprova con un provvedimento che sfrutta la visibilità nazionale ma è solo funzionale ad uso interno per indebolire e dividere la nuova segreteria del Pd e il partito nella sua generalità. Infatti, come noto, il termovalorizzatore è il cavallo di battaglia del sindaco di Roma Roberto Gualtieri che proprio grazie a lui ha vinto le elezioni comunali che hanno visto la disfatta dell’ex sindaca Virginia Raggi che i romani hanno punito relegandola all’ultimo posto. Conte sa che il Pd è diviso tra l’ala oltranzista che non vuole l’impianto e quella con i piedi per terra che sa che senza il termovalorizzatore Roma, la Capitale d’Italia, non potrà mai uscire dalla crisi dei rifiuti.

Tecnicamente l’ex premier aggancerebbe l’odg al decreto Pnrr in procinto di essere convertito alla Camera e chiederebbe anche la revoca dei poteri commissariale a Gualtieri, naturalmente il tutto a danno di Roma, ma questo a Conte non interessa. Dal canto suo la Schlein ha messo in segreteria una esperta ambientale, Annalisa Corrado, da sempre contro l’inceneritore.

Il Pd sta cercando di convincere Conte a non presentare l’odg ma in questo momento il Capo politico del Movimento tiene in pugno un Nazareno allo sbando anche dopo le recenti batoste elettorali in Lombardia, Friuli e proprio nel Lazio. Intanto dentro al ricco piatto si è subito ficcato l’ex senatore Sandro Ruotolo, da poco entrato nel Pd e che si propone subito nel ruolo di mediatore.

C’è anche da dire che quello del termovalorizzatore non è il solo fronte in cui deve combattere la Schlein. Sul lato delle contraddizioni già scoppiate c’è anche da segnalare il caso della durissima contrapposizione tra le femministe di area Pd e gli esponenti LBGTQ, sempre più agguerriti e poco tolleranti.

Le femministe, circa 200 rappresentanti di importanti organizzazioni, hanno scritto una lettera infuocata alla Schlein per attaccare la maternità surrogata ma la segretaria tace per non alimentare polemiche. Ne abbiamo parlato ieri qui

Il combinato disposto di questi due attacchi, Giuseppe Conte da un lato, le femministe dall’altro, stanno stringendo la nuova segretaria in una vera e propria tenaglia da cui la Schlein non riesce a liberarsi e la tattica banale di non rispondere non potrà durare a lungo.

Del resto Elly ha vinto proprio portando avanti i temi LBGTQ e ambientalisti sperando che l’altra metà del Pd ostile o non interessata facesse finta di niente, ma così non è stato e fosche nuvole si addensano su quella che potrebbe essere, a conti fatti, solo una meteora nella storia di un partito, il Pd, che ha sempre avuto lo sviluppo economico e il tema del lavoro come sue stelle polari.

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