Scià di Persia Reza Ciro a Roma “Il regime dell'Iran cadrà, noi saremo pronti”

Il “re dei re”, lo Scià di Persia Reza Ciro in visita a Roma: Sono pronto a coordinare la transizione”. Sulle accuse alla dinastia Pahlavi...

di Eugenio Parisi
Ciro Reza Phalavi Scia di Persia
Roma

“Anche io ho conosciuto il dolore dell’esilio”. Con queste parole, che hanno commosso i presenti, Stefania Craxi, figlia di Bettino Craxi morto in esilio in Tunisia, senatrice e presidente della commissione esteri del Senato, ha accolto mercoledì a palazzo Madama, Reza Ciro Pahlavi, figlio dell’ultimo Shah di Persia, Mohammad Reza Pahlavi, anche lui morto in esilio lontano dalla sua patria.

La visita del principe iraniano al Senato della Repubblica italiana e successivamente alla Camera dei deputati, ha come obiettivo quello di far conoscere e condividere la sua visione di un Iran laico e democratico per il futuro. Sostanzialmente Reza Ciro, come ha dichiarato, in conferenza stampa alla Camera dei deputati, alle agenzie di stampa e poi durante la trasmissione di Bruno Vespa, Porta a Porta, vuole porsi quale coordinatore tra le organizzazioni dell’opposizione dentro e fuori l’Iran.

"Le donne in Iran hanno un ruolo fondamentale contro il regime"

“Il regime cadrà - ha dichiarato Pahlavi - e io sono pronto a coordinare la transizione”. Un ruolo fondamentale nell’indebolire il regime teocratico che attualmente tiranneggia l’Iran lo stanno avendo le donne che con coraggio scendono per strada per gridare il loro anelito alla libertà. E sul punto si è soffermata, durante la trasmissione di Porta a porta, anche la moglie di Reza Ciro, la principessa Yasmine. La coppia “imperiale” ha ribadito con forza che il nuovo Iran deve essere laico e vedere separata la religione dallo Stato. Il Principe ha dichiarato di non combattere ora per la restaurazione della monarchia, ma solo per il ripristino della libertà. Solo successivamente, attraverso un referendum, il popolo iraniano potrà scegliere se proseguire con la repubblica o con il ritorno della monarchia. E mentre Reza Ciro era in Parlamento, le strade attorno ai palazzi della politica sono stati letteralmente invasi dai sostenitori dello Shah, che con centinaia di bandiere in uso in Iran prima dell’avvento degli ayatollah, quelle con lo stendardo caricato dal leone che impugna la spada e il sole posto dietro il leone, hanno gridato slogan di sostegno all’azione del principe iraniano e contro il regime di Teheran resosi colpevole di assassini efferati degli oppositori e di chiunque violi, anche marginalmente, le dure regole stabilite dai teocrati così da essere punita con la morte qualunque persona chieda libertà.

I sostenitori di Reza Ciro: "Spente le critiche sulla famiglia Phalavi"

“Il massiccio sostegno dato dai sostenitori iraniani a Reza Ciro, - ci ha dichiarato un gruppo i sostenitori - ha messo a tacere le polemiche che si è tentato di suscitare qui in Italia ad opera di un gruppo di critici nei confronti della famiglia Pahlavi. Spiace che la leader Giorgia Meloni, non abbia potuto incontrare il nostro Principe. Capiamo gli impegni con la delegazione Ucraina in visita proprio a Roma, ma spiace che mentre alcuni esponenti della maggioranza hanno sostenuto lo sforzo organizzativo di questo viaggio di Reza Ciro, altri anche di Fratelli d’Italia, abbiano dato voce ad accuse contro la dinastia Pahlavi e a gruppuscoli di estrema sinistra corresponsabili della deriva anti occidentale dell’Iran di oggi”.

Il viaggio di Reza Ciro Pahlavi in Italia giunge dopo varie visite nelle capitali europee e, nei giorni passati, in Israele. Dappertutto il figlio dell’ultimo “Re dei Re” iraniano, ha chiesto degli interventi drastici dei governi occidentali per far cadere il regime iraniano. La visita in Israele di Reza Ciro incontratosi con Benjamin Netanyahu, ha voluto ricordare l’amicizia che, ai tempi della monarchia imperiale, legava Teheran a Tel Aviv, trasformatasi in odio senza confini quando lo Shah abbandonò l’Iran. Reza Ciro vive negli Stati Uniti, a Potomac, nel Maryland. Ha tre figlie fu insignito già anni fa della Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italina. Il suo viaggio in Italia è stato organizzato da Mariofilippo Brambilla di Carpignano, della Unimeier, amico della famiglia del principe iraniano con la collaborazione di Alessandro Bertoldi dell’Istituto Milton Friedman e di Francesco Di Bartolomei, sostenitore da sempre della causa monarchica internazionale e degli esuli iraniani in Italia.

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