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Il buono, il brutto e il cattivo
Stupri di gruppo e donne al cioccolato: l'Italia non si scandalizza più
Dal post Linkedin dell'imprenditore milanese

Stupri di gruppo e donne al cioccolato, l’assuefazione all’horror quotidiano non dà tregua alle nostre martoriate coscienze

Forse le menti disturbate che hanno prodotto quella scenografia vivente volevano rappresentare una sirena di cioccolato commestibile? No, ma una ghiotta occasione per gli assatanati dello scatto compulsivo di raccontarla. Certamente se volevano stupire ci sono riusciti, tra uno stupro di massa e la rappresentazione plastica del più sfacciato turpiloquio politico. Ma dallo stupore iniziale all’indifferenza generalizzata il passo è brevissimo e prevedibile.

Solo una ragazza si è stupita di tanto scempio, un’indignazione solitaria che ha permesso di scoprire la solita cialtronata agostana, nel gioco provinciale, volgare e violento del ”vediamo chi la spara più grossa” come nelle migliori abitudini del belluino dibattito pubblico.

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Le scuse del Resort sono arrivate puntuali e inutili, poiché l’evento era già stato registrato e quindi non suscettibile di censure o sanzioni di alcun tipo. L’assuefazione all’horror quotidiano non dà tregua alle nostre martoriate coscienze, perché tutto sembra possibile quando nulla è sostanzialmente vietato. L’anarchia visiva, verbale, etica ed estetica è la cifra stilistica di un paese destabilizzato, scombussolato, perennemente in stato etilico, e alla ricerca di altri orrori che possano superare i video degli stupri, le botte assortite, le risse indifferenziate e qualche tentativo di scandalo (tipo sesso, soldi, potere). Tutto perennemente “on air”.

Nulla può più scandalizzarci, se “il popolo, la ggente”, la società accetta la logica che comunque non ci saranno conseguenze, siano scene alla Goldfinger, o ricorsi su ricorsi perché la studentessa ha avuto solo sei materie a settembre, e dunque perché bocciarla se il TAR darà ragione agli avvocati di mamma e papà.

Vedete si comincia da giovani a rifiutare, a respingere le regole, dunque la ragazzina che ha stigmatizzato la composizione ripugnante, a Golfo Aranci, rappresenta un’eccezione in questo contesto di prevaricazioni, sotterfugi e sottili sottomissioni, dunque chapeau.

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