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Il buono, il brutto e il cattivo
Elezioni, caccia al collegio sicuro. Corrida con pochi toreri e troppi tori
Camera dei Deputati 

"Vota Antonio, vota Antonio La Trippa"

 

Gina Lollobrigida c’è. Il presidente del Monza pure mentre quello della Lazio è in bilico, perché è caccia aperta al collegio sicuro, è tutto uno sgomitare per essere “paracadutati” dove è impossibile perdere, ma i numeri sono incerti, gli accordi sono instabili e i vecchi dopo dieci legislature non vogliono cedere il posto fisso ai giovani, ormai “quasi vecchi”,

Le elezioni di Settembre sembrano una corrida con pochi toreri e troppi tori, nel florilegio di promesse da marinaio e di tasse che scompariranno per magia, quello che è certo che sono spariti i collegi e i vari cerchi magici si accapigliano per un ultimo barlume di certezza.

Lo spettacolo oltre ad essere indecoroso è sempre più una comica finale che prevede anche la partecipazione secondaria della “mitologica società civile” che, in quanto a ingordigia non è seconda neppure ai democristiani della prima ora.

Mastella attende e la “sempreverde” Bonino taglia il traguardo delle dieci legislature senza sentirle addosso, tra capataz che piangono per il tradimento che li ha visti co-stretti in un collegio/città/provincia impossibile e cambiamenti last minute di regione per garantire il “posto” ai fedeli e fedelissimi, si consuma l’ultima farsa che finalmente è in grado di esprimere il carattere fondativo del paese: l’inaffidabilità.

Perdono e vincono tutti e dunque è sempre colpa di qualcun’altro, Giorgia triplica, Salvini abbozza, il Geronto-Silvio galleggia e Conte accetta tutto l’inaccettabile pur di dimostrare di esistere.

Niente di nuovo sotto il sole torrido di questa “estate-Titanic”, tra meduse, siccità e prenotazioni fantasma, ma il volantino già indigesto di suo, diventa cartastraccia ancor prima di essere stampato.

E’ dunque questa la politica, bellezza? Basta essere amici del satrapo romano di turno per aver garantito un successo, un avvenire, altro che il sol dell’avvenir? Mettiamoci il cuore in pace, la politica è un mestiere come un altro, non ha nessuna nobiltà di spirito e soggiace a logiche da camarilla, tra bande che si contrappongono, gruppi e gruppuscoli che anelano quel minimo di visibilità per poter giustificare una loro profonda inadeguatezza e inutilità.

Questo è il senso del fare politica, e non sarà mai diverso, leggi alla voce “cinquestelle” che nell’immaginario collettivo sono riusciti a rappresentare la rivolta di Spartaco, per diventare semplicemente una “cartelletta cinquestalle”.

Sic transit gloria mundi ma qui c’è qualcosa di peggio, perché l’assuefazione al malaffare, alle risse, agli accordi che fanno saltare il banco sono all’ordine del giorno, e non servirà eleggere i capi dell’anticorruzione o della “spending review” per salvare un’aula che assomiglia sempre di più a quella di un casinò, dove se barano tutti il “gestore-croupier” fa meno fatica a prendere tutti gli assi.

Con i talk che latrano afoni, tra rilanci di felicità a buon mercato, lo spettatore votante sbadiglia ma poi si unirà alle file silenti al seggio, magari con qualche astensione ma quello fa parte, come diranno, del gioco della democrazia e non significa che i candidati non piacciano a chi dovrebbe votarli, e poi chi li conosce?

Non ci sarà mai possibilità di scelta, il popolo minuto non può e non vuole perché non ha ancora capito perché andiamo(andate?) a votare d’estate, e perché sono successe tutte quelle cose durante il regno del Re Sole(Mario),ma il nuovo tormentone di Elodie ci farà dimenticare ogni sospetto perché pensare meno, rilassa.

Dunque siamo pronti con le solite centinaia di liste, perché unico momento creativo della politica è la consegna dei simboli al Viminale, e con un risultato scontato, Giorgia vince tre a zero, almeno così si dice nelle stanze che conoscono anche l’imprevedibilità di chi vota contro qualcuno o qualcosa, e poi perché è una donna, la prima nella stanza dei bottoni.

La notizia veramente importante è l’arrivo della pioggia, quella che rinfresca i pensieri ma, pur tentando si scavare a fondo dentro di noi non riusciamo a dare un senso a tutto quello che qualcuno si ostina a voler chiamare con l’antico e dimenticato nome di Politica.

 

 

 

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